John Rateliff, The History of The Hobbit, HarperCollins Publishers, London, 2008



di Lorenzo G. Daniele


Quando, agli inizi di giugno, l’amico ormai di lunga data nonché direttore responsabile di questa rivista Franco Manni, nel corso di una conversazione telefonica (essendo a conoscenza che in quel periodo stavo leggendo la THOTH) mi propose di farne una recensione, ne rimasi subito perplesso. Sul momento accampai una scusa piu’ che valida per temporeggiare: seri problemi di salute che mi portavano via parecchio tempo fra esami, visite e controlli di vario genere. Di fatto c’erano e ci sono ancora, purtroppo. Ma il vero problema all’origine del ripiego era di ben altra origine ed io me ne ero reso conto all’istante: ovvero che era praticamente impossibile fare la classica recensione “standard” di un’opera del genere, ovvero darne un giudizio critico, fare considerazioni personali ed eventualmente tesserne le lodi (unica cosa che potrei realmente fare) oppure evidenziarne le magagne. Poi, col tempo, riflettendoci, ho deciso di risolvere la questione nel modo che segue.

L’opera di Rateliff è suddivisa in due volumi, come riportato nell’intestazione. Il primo volume consta di 467 pagine ed il secondo di 438 per un totale complessivo di 905 pagine. Per lo “scholar” tolkieniano la THOTH è uno studio imperdibile.

In modo tecnico, rigoroso, preciso (fin oltre la classica pignoleria), addentrandosi a volte nelle selve epocali e comuni del patrimonio europeo occidentale di mitologia, filologia e letteratura antica e senza nulla concedere ad inutili divagazioni (salvo in rari casi) che appesantirebbero il testo già di per sé corposo e ben strutturato, riporta passo dopo passo sulla base dei documenti originali (trame, prove, abbozzi, stesure, variazioni, integrazioni, aggiunte, cancellazioni etc.) tutto il work in progress del processo subcreativo che ha portato a compimento il libro che W.H.Auden ha definito “la piu’ bella storia per bambini degli ultimi cinquant’anni”.

I due volumi sono inoltre corredati di illustrazioni in bianco e nero ed a colori, ovviamente realizzate da Tolkien. Nel primo volume ne sono presenti ben 17 e nel secondo 12, oltremodo ben stampate e chiare nonostante la necessaria riduzione dovuta alle esigenze del formato Paperback (quello da me acquistato).

Per di piu’ i riferimenti letterari (oltre ovviamente al Legendarium tolkeniano, alle lettere, alle interviste ed ai 12 volumi della History of Middle-earth ) sono decisamente numerosi. Solo per citarne alcuni: W.H.Auden, Owen Barfield, J. & W. Grimm, Lewis Carroll, Geoffrey Chaucer, Chretien de Troyes, Lord Dunsany, E.R. Eddison, Geoffrey of Monmouth, Kenneth Grahame, Andrew Lang, C.S. Lewis, H.P. Lowecraft, G. MacDonald, Thomas Malory, Walter Map, William Morris, Arthur Ransome, Walter Scott, William Shakespeare, Edmund Spenser, Laurence Sterne, Jonathan Swift, T.H. White, Charles Williams, P.G. Wodehouse.

In termini generici e riassuntivi non è assolutamente possibile dare un’idea della complessità di tale lavoro (costato ben 16 anni di fatica. Infatti venne iniziato in collaborazione con Taum Santosky nel 1987 che però si ritirò nel 1989. Dopo la morte di Santosky nel 1991 Rateliff riprese in mano l’impresa e la condusse a termine. Ma se si considera che Rateliff iniziò di fatto a studiare i documenti originari conservati presso la Marquette University nel 1981 il conto effettivo degli anni dedicati espressamente a Lo Hobbit aumenta) e pertanto preferisco di gran lunga riportare gli indici dei due volumi affinché il potenziale lettore possa rendersi conto della ricchezza degli argomenti in essi contenuti (un vero e proprio “Treasure of the Lonely Mountain”):



THOTH-Part One: Mr. Baggins: Introduction (Chronology of Composition -A Note on the Text -The Plan of this Edition -Abbreviations and Acknowledgements) – THE FIRST PHASE (The Pryftan Fragment -The Lost Opening -Nomenclature in the Pryftan Fragment -The Geography of the Tale & First Map -The Bladorthin Typescrit -Baggins of Bag End -Bladorthin -Dwarven Magic -The Voice of the Narrator – THE SECOND PHASE (The Adventure Continues -The Dwarves -Moria -The Necromancer -The Third of March –Trolls –The Trolls –Bilbo’s Contract – Rivendell –The Last Decent House –Elves in the Moonlight –Elrond – Durin’s Day –GOBLINS –Goblins –The Giants – Switzerland –Bilbo’s Dreams, and Other Matters –Gollum –The Gollum –Riddles –The Ring –The Invisible Monster –Wargs and Eagles –The Wolves –The Eagles –Medwed –Bears –Bothvar Bjarki –Beorn’s Hall –The Carrock –The Dolittle Theme –Radagast –PLOT NOTES A – Tolkien’s Plot Notes –Mirkwood –The Children of Ungoliant –Butterflies –The Theseus Theme –Bilbo the Warrior –The Enchanted Stream – Mirkwood Reconsidered –PLOT NOTES B –The Story Foreseen from the Capture by Wood-elves –Visiting the Mewlips –Lake Town –The Original Time-Scheme –Into the Dragon’s Lair –Conversation with Smaug –The Gem of Girion –Bilbo kills Smaug –The Poem –A Battle Gathering in the West –Just a Hobbit Again –In the Halls of the Elvenking –The Vanishing People –The Three Kindreds of the Elves –The King of Wood and Stone –The Name “Thranduil” –The Wine of Dorwinion – LAKE TOWN –Lake Town –The Mayor & Corporation –Thorin, son of Thrain, son of Thror.



THOTH-Part Two: THE SECOND PHASE continued (The Lonely Mountain –The Desolation of the Dragon –The Thrush –PLOT NOTES C –Conversations with Smaug –Tolkien’s Dragons –Smaug the Magnificent –“The Only Philological Remark” –THE DEATH OF SMAUG –Bard the Dragon-Slayer –The Black Arrow –The Death of Smaug –The Name “Esgaroth” –PLOT NOTES D –While the Dragon’s Away… -Dragon-sickness (The Hoard) –The Arkenstone as Silmaril –A Note on Cram –The Kindness of Ravens –The Ravens of the Mountain – The Siege of the Mountain –PLOT NOTES E:”Little Bird” –PLOT NOTES F – THE THIRD PHASE ( A Thief Indeed –King Bard –Divided Loyalties –tHE BATTLE OF FIVE ARMIES –“And Back Again” –The End of the Journey –Dain son of Nain –Bolg of the North –The Battle of Five Armies –“The Halls of Waiting” –Bilbo’s First Poem – THE FOURTH PHASE (The 1947 Hobbit –Proposed correction of the Hobbit to simplify Sequel –Errors in “The Hobbit” –Other corrections –Prefatory Note –Thrym Thistlebeard –The Fortunate Misunderstanding – THE FIFHT PHASE (The 1960 Hobbit –New Chapter I. A Well-Planned Party –New Chapter II.The Broken Bridge –New Chapter III.Arrival in Rivendell –Queries and Reminders –The End of the Fifht Phase –Timelines and Itinerary –Distances and Itinerary –Timetable from Rivendell to Lake Town –The Timeline Revisited –Waxing and Waning –Phases of the Moon –The Wandering Moon – APPENDICES (The Denham Tracts –Tolkien’s letter to The Observer –The Dvergatal (The Dwarf Names)) – Index.



Alcune curiosità che mi preme sottolineare: il drago Smaug ad inizio d’opera aveva nome Pryftan, il mago Gandalf Bladorthin, il nano Thorin Gandalf e Beorn Medwed. Inoltre doveva essere Bilbo l’uccisore del drago e non Bard l’arciere ed il Gollum originale non aveva alcuna intenzione di vendicarsi di Bilbo e di ucciderlo anzi, dopo aver perso la contesa basata sugli indovinelli, lo aiuta ad uscire dalle gallerie dei Goblins.



Coloro che, dopo aver letto i contenuti sopra riportati, hanno già una mezza idea di mettere mano al borsellino vadano pure a cuor leggero. Si accorgeranno ben presto che il denaro speso per quest’opera non è stato affatto buttato via e si apprestino, magari come ho fatto io accanto al fuoco e con la pipa accesa, a trascorrere ore beate godendone sia l’aspetto strettamente esegetico sia l’aspetto altamente evocativo che conferisce al testo il valore qualitativo e rappresentativo di un gerofante atto a celebrare il culto, la cerimonia ed il mistero di un Tolkien sempre meno velato e sempre piu’ aperto a nuove ricerche.