Il ruolo degli Elfi nell'opera di Tolkien


[ il 20 Luglio 1997 a Brescia alcuni amici studiosi di Tolkien si sono riuniti per discutere del tema riportato nel titolo. P sta per Paolo Barbiano di Milano, L sta per Lorenzo Daniele di Pratiglione Canavese TO, F sta per Franco Manni di Brescia, G sta per Giuseppe Roncari di Milano, C sta per Carlo Stagnaro di Sestri Levante . Si ringraziano Annamaria Bonito, Andrea Bonito e Anna Minio Paluello per la paziente opera di sbobinamento delle audiocassette]




GLI ELFI DAL PUNTO DI VISTA DEGLI UOMINI


G : La cosa piú interessante degli elfi é la loro diversitá dagli uomini, anche se JRRT afferma che essi sono solo un’espressione di alcuni aspetti degli uomini e, d’altronde, sono suoi personaggi perché li ha inventati un uomo. Tuttavia egli cerca proprio di creare dei personaggi che siano alieni dall’umanitá , perché sono immortali. Questo é quello che li rende del tutto diversi dagli uomini e incapaci di capire il loro destino. Sono gli elfi che ci narrano le vicende della prima era e sono molto disposti a filosofare sul destino degli uomini, chiamando la morte il “dono di Iluvatar”, ed é una cosa che un uomo, anche il piú ottimista, fa fatica ad accettare. Forse in loro JRRT ha voluto indicare il desiderio insaziabile che c’é nell’uomo di trovare qualcosa che sia altro da sé , un confronto intelligente, forse per lo stesso motivo tanta gente cerca nei cieli delle intelligenze extraterrestri.

L : Gli elfi , come ha detto lo stesso JRRT , possono anche rappresentare l’uomo prima della caduta. Comunque in qualsiasi caso l’elfo rappresenta quelle forze pure che purtroppo negli uomini reali sono molto difficili da far uscire, perché sono, diciamo, corrotte o comunque in parte ostacolate.

C : Secondo me l’elfo é una forza pura nel SdA , perché invece l’elfo del Silmarillion é profondamente diverso, é baldanzoso, molto piú umano se vogliamo, vuol girare sempre il mondo. Invece l’elfo dello SdA é molto piú malinconico, si rende conto, a partire da Galadriel, che era partita con Feanor, e che nel periodo della guerra dell’anello é ancora lí, e si rende conto di quello che ha perso; infatti lei aspetta, lavora per riuscire a trovare la ”redenzione “, per poter tornare lá da dove se n’era andata.

P : In effetti sembrano quasi piú umani gli elfi del Sil che passano il tempo a farsi guerra tra di loro con tutti i loro difetti : Feanor aveva un carattere orribile, diciamocelo. Mentre nel SdA ci sono queste figure superiori e profondamente sagge a cui ci si deve rivolgere per chiedere consiglio. Nel Sil sono qualcosa di molto piú “terra terra “, forse perché ci sono soltanto loro e quindi devono occupare tutti gli spazi. C’é un accenno interessante sull’origine degli elfi nell’intervista fatta dalla BBC a JRRT : “Stiamo parlando di questi popoli ( elfi, nani, ecc. ) , dovevo caratterizzarli un po’, ma sappiamo tutti che ci sono soltanto gli uomini come materia prima a cui ispirarsi. Tutti noi dovremmo desiderare di avere maggiori capacitá intellettive e artistiche con le quali lo spazio tra immaginazione e concezione dovrebbe ridursi, e dovremmo desiderare un periodo piú lungo nel quale andare avanti a conoscere e usare cose sempre nuove. Per questo gli elfi sono in un certo senso immortali, anche se sono solo longevi come la Terra. “ Cioé secondo JRRT gli elfi sono ció che gli uomini vorrebbero essere.

L : Io penso che Feanor pur essendo una figura rappresenti qualche cosa di molto umano, cioé la creativitá artistica spinta al massimo. É’ come se nell’uomo ci fossero determinate caratteristiche elfiche che si possono sviluppare in diversi modi , eventualmente.

G : Gli elfi per gli uomini rappresentano il desiderio dell’evasione santa , non quella del disertore ma quella dal carcere della realtá ; gli elfi effettivamente possono farla, possono trovare la via dritta e arrivare alla terra beata e imperitura di Valinor, solo gli elfi e non gli uomini , nei quali rimane un insaziabile malinconia.

F : Hai detto che per gli uomini gli elfi sono l’” Altro da sé “, e mi viene in mente l’incontro di Sam con Gildor , perché lí c’é l’idea di qualcosa di diverso dalla vita quotidiana. D’altra parte é stato accennato al carattere terribile di Feanor e di altri elfi del Sil , un po’ come gli dei dell’Odissea che sono pieni di lussuria, gelosia, ira, ecc., cioé i difetti degli uomini . Qualcun’altro ha detto che gli elfi sono gli ideali degli uomini perché la loro longevitá gli permette di realizzare quelle potenzialitá che la breve vita umana non permette. Mi sembra che tra queste affermazioni ci possano essere delle contraddizioni . Una contraddizione che ho notato é tra il vedere gli elfi come “Altro da sé “ e il vederli come un pantografo amplificante dei propri vizi e delle proprie virtú.

C : Secondo me non c’é contraddizione, io ci vedo un pochettino quello che uno studioso vedeva negli dei greci : difetti e ideali umani in una forma immortale e quindi non umana; cioé l’elfo é altro dagli umani perché é immortale. Gli elfi non sono altro che gli uomini in una dimensione immmortale, per cui il loro evolversi é anche molto piú lento, nel bene e nel male. Il rapporto tra uomini e elfi non é un rapporto di venerazione nei confronti di un “totalmente altro “ , per esempio di un Dio che mostra la sua onnipotenza nell’umiliazione della croce , ma é invece un rapporto di ammirazione e di invidia.

G : Tenendo presente il fatto che elfi e uomini sono dissimili bisognerebbe ricomprendere la somiglianza rispetto a Iluvatar, perché sono tutti suoi figli in qualche modo simili . Gli uomini erano estranei e liberi, creature in cui era rispecchiata la mente di Iluvatar e che attendevano un altro poco della sua sapienza che altrimenti sarebbe rimasta celata perfino ai Valar. Inoltre bisogna ricordare che, per JRRT , se il Sil é scritto dagli elfi, il suo ultimo redattore é peró umano , e questo puó spiegare un’ “umanizzazione “ del carattere elfico. Per gli uomini gli elfi non sono “l’altro da sé “ , sono “l’altro in sé “.

F : Una potenzialitá umana che viene rispecchiata all’esterno....

L : Una potenzialitá umana direi soffocata....

G : C’é del familiare e c’é dell’estraneo, come tra fratelli, i quali hanno ognuno un carattere diverso e al tempo stesso non sono uguali al padre, peró hanno qualcosa in comune col padre e con gli altri fratelli. Io, che sono un uomo, vedo negli elfi un ‘impronta maggiore dell’opera di Dio.

F : E i difetti ? Nell’ultima versione dei redattori ci troviamo di fronte a enormi disastri che hanno fatto gli elfi.

G : Alla fine si capisce che anche gli elfi non sono dei ; neanche i Valar, che a volte si sbagliano.

C : Non avrebbe avuto senso un elfo perfetto, nel senso che la perfezione non esiste al di fuori di Iluvatar. Gli elfi sono come a metá strada fra gli uomini e i Valar.

L : Questi elfi sono in mezzo ; alcuni scendono, altri salgono....

F : Non sono d’accordo : gli elfi non sono una “gradazione” quantitativa , perché hanno in comune con gli uomini degli scopi che sono qualitativamente diversi da quelli dei Valar. I “Figli di Iluvatar”di diverso dai Valar hanno il dolore. Come diceva Gesú il “figlio dell’uomo” (il “servo sofferente “di Isaia) é “uomo dei dolori”.

G : Nella XXXXX, romanzo allegorico, un pellegrino incontra un angelo che gli dice che la differenza fondamentale tra loro e gli uomini é il dolore, e l’angelo é quasi geloso perché pensa che Dio ami piú chi soffre.

P : Io vedo un’evoluzione lungo le ere. Nella prima gli uomini sono come dei bambini sotto tutela e gli elfi li prendono come dei cuccioli. Nella Guerra dell’Ira gli uomini si accorgono che gli elfi non sono autonomi , perché senza i Valar non ce la fanno a sconfiggere Melkor.

C : Io penso che gli elfi nella Guerra dell’Ira non ci prendono parte per loro volontá, poiché avevano deciso di non avere piú a che fare con i Valar. Nella terza era invece Galadriel alleandosi con Gandalf riconosce di nuovo che da soli gli elfi non possono farcela.

P : Tra la prima e la seconda era c’é un cambiamento : gli uomini si accorgono che gli elfi non sono quelle creature superiori che sembravano. Nella terza era alcuni uomini e alcuni mezziuomini sono amici degli elfi, li cercano.

G : Nella terza era c’é in alcuni uomini l’idea che gli elfi erano persone che con la stregoneria riuscivano a fare qualsiasi cosa ed erano forieri di male . A livello popolare in Inghilterra la gente li pensava degli stregoni , persone da emarginare.

P : Attraverso la conoscenza degli elfi , gli uomini sono migliorati. Cosa sarebbe stato se non gli avessero incontrati ? Sarebbero rimasti bambini tra bambini , in un comunismo primitivo . Non avrebbero imitato né la loro superbia né la loro arte, né le loro azioni criminose né le loro azioni eroiche.

F : E’ importante il dialogo tra Finrod e Haleth , nel volume della History of Middle Earth , Morgoth’s Ring : é un esplicito confronto tra l’uomo e l’elfo . Parla della morte. Sul destino degli uomini ci sono due tesi : la morte é una punizione e non c’era all’inizio , la morte é un dono e c’é sempre stata. Finrod parla dell’immortalitá elfica come un fardello.

G : Ricordiamoci della Sorte di Mandos : quegli elfi che perdureranno nella Terra di Mezzo finiranno di essere stanchi del mondo e deperiranno e diventeranno quasi ombre di rimorso agli occhi degli uomini.

P : Arwen dice ad Aragorn morente : “Voglio dirti che fin’ora non avevo compreso la vostra condizione, la vostra caduta, vi vedevo come se foste stupidi e cattivi, ma ora vi compiango. “ Aragorn le lascia capire che si incontreranno fuori dai confini del mondo. Questo di Arven non é un dolore per sé ma é una compassione, anche se lei ha scelto la sorte degli uomini . Qui finisce l’era degli elfi , che poi si nascondono, e comincia l’era degli uomini : Bene e Male non sono piú cosí chiaramente separati ma sono presenti in ogni uomo.

G : Come é che nelle tre unioni tra elfi e uomini l’uomo é il maschio e l’elfo é la femmina ? Forse JRRT ricordava sua moglie ( che chiamava Luthien ), o forse le donne hanno per lui qualcosa di elfico : é strano questo.

P : Nella prima era, era piú facile che un paggio umano alla corte degli elfi conoscesse una femmina elfica .

Tutti ( Ma le orchette e le nane esistono ? Risate generali )



GLI ELFI DAL PUNTO DI VISTA DEGLI ELFI


F : Dal punto di vista degli uomini, mi sembra che il lettore del Sil e del SdA abbia sempre la stessa impressione : che gli uomini idealizzano gli elfi. Nella prima era li ritengono modelli superiori e sé per la scienza, l’arte e la forza militare, al tempo della Guerra dell’Anello li ritengono superiori a sé per saggezza, mitezza, umiltà, preveggenza. Cosa pensano invece gli elfi di sé stessi ? Grosso modo mi sembra che devono aver pensato di essere stati superbi (noi conosciamo soprattutto i Noldor), di essere persone che hanno ritenuto che il potere mondano possa dare la felicità e che ora hanno cambiato idea. Pensano sé stessi come persone che devono aiutare il più possibile e poi sparire.

G: Però molti dei difetti degli elfi della prima era (superbia, violenza, ostinazione, avidità) ci sono stati tramandati da quegli elfi che erano ostili ad altri elfi ; intendo da quelli della stirpe di Finarfin e Fingolfin che avevano interesse a mettere in cattiva luce quelli della stirpe di Feanor. La storia è sempre scritta dai vincitori.

C : Sono d’accordo con te, anche perché ho sempre avuto una simpatia per Feanor, vedo in lui l’Ulisse dantesco che sa benissimo ciò che rischia andando alla ricerca della montagna del Purgatorio. Così Feanor parte per la Terra di Mezzo, non in primo luogo per arroganza o avidità, ma in parte per desiderio di conoscenza e in parte perché non riesce a stare fermo. Dopo aver ottenuto l’eccellenza nella conoscenza dei metalli e aver girato per tutta Valinor, ha bisogno di cose nuove, e allora parte.

F : Però questo non vale certamente per Galadriel (e la sua gente) il cui cambiamento morale è descritto nei Racconti incompiuti e nel SdA . Il fatto interessante è che gli elfi sono molto longevi, vivono diverse migliaia di anni. Gli uomini vivono poco : se guardiamo la storia reale vediamo che i grandi cambiamenti morali riguardanti i “diritti dell’uomo” che ci sono stati dall’età antica a oggi sono stati compiuti da una “catena” di centinaia di generazioni umane : cioè ciascun singolo uomo vive solo un piccolo frammento della maturazione morale dell’umanità. Invece un singolo elfo, che non muoia di morte violenta, vive in prima persona tutta la maturazione morale dell’elficità. Un cambiamento personale molto più profondo. Forse è per questo che alla fine della terza era gli elfi desiderano morire (lasciare la Terra di Mezzo), perché la loro maturazione morale è completa, Un uomo, invece, se non si collega con un qualche vincolo alla “catena” delle generazioni (alla comunità dei vivi e dei morti), può vivere, nei casi della sua vita individuale, una maturazione assai incompleta, il che non lo fa essere pronto alla morte.

G : Sì, mentre l’uomo è chiamato alla completezza in una breve vita, l’elfo invece in una lunga, cioè alla comprensione della propria identità, di ciò che è il mondo e dunque alla comprensione del continuo sfiorire del mondo . Gli elfi alla fine della terza era non vedono più sé stessi come eroi dell’ira di Achille, eroi dell’orgoglio e della forza della giovinezza, concetti collegati all’idea della giovinezza del mondo

L : Gli elfi a volte “invidiano” (anche se il termine non è molto giusto) il “dono” degli uomini, e cioè la mortalità. Questo desiderio per qualcosa che loro non hanno , inoltre, è accresciuto dal fatto che coloro che hanno la cosa desiderata, e cioè gli uomini, non si rendono conto del suo valore. E’ come quando invidio uno più bello di me, la mia tristezza aumenta se lui non si rende conto della sua bellezza.

F : Una specie di oggetto ideale, tipico del romanticismo...

G : Sì, c’è un romanticismo come ricerca dell’impossibile sia negli elfi della prima era sia in quelli della fine della terza era, anche se gli oggetti impossibili ricercati sono diversi. Secondo me l’evoluzione che gli elfi hanno riguardo alla propria identità corrisponde a un’autocoscienza di JRRT stesso nel mentre invecchiava, avendo presente il cammino di umanità che aveva percorso dalla giovinezza alla vecchiaia



GLI ELFI DAL PUNTO DI VISTA DI ILUVATAR


F : Si puó passare ad un altro punto di vista. Lorenzo aveva detto che nei piani di Iluvatar il compito degli elfi era quello di aiutare la natura, che da sola non avrebbe potuto progredire .

L : Intendevo che gli elfi sono figure rappresentate come sorveglianti e custodi delle creature animate e non. Io l’ho percepito in tutto il racconto : una civiltá che progredisce senza tagliare gli alberi. I giardini di Babilonia in confronto erano un artificio . Un autore dell’oscuritá come E. A. Poe ha scritto un racconto non horror in cui un conte decide , poiché era ricco , di fare in modo che un terreno da lui comprato venga riportato allo stato originale , con boschi, sorgenti e animali . Qui é l’uomo che lavora per l’ambiente per riparare a cosa ? Io non vedo l’elfo in una cittá fortificata, ma in posti agresti.

F : Ma ci sono anche elfi di raffinata tecnologia.

L : Ma una tecnologia particolare. In un fiume degli archeologi hanno trovato una nave affondata dove c’erano archi di tasso durissimi che nessun uomo oggi potrebbe fare. In Inghilterra c’é un ragazzo che riesce a tirare con archi molto grandi, aprendo le spalle con una tecnica strana e raffinata ora sconosciuta. Proviamo a scrivere con le penne d’oca come nel medioevo : ho perso tanto tempo prima di capire come fare a tagliarle e a scrivere bene. Anche oggi si potrebbe artigianalmente rispondere a tutte le esigenze.

F : La migliore tecnologia degli elfi é il miglioramento delle potenzialitá naturali, senza effetti secondari negativi . Tecnologia peró incomprensibile a noi uomini perché “magica “ , cioé esoterica .

C : C’è un elfo, Feanor, che fa qualcosa di essenziale e che certamente era nella volontà di Iluvatar : la conservazione della luce degli Alberi, che, se non ci fossero stati i Slmarils di Feanor, sarebbe andata perduta.

G : Il piano di Iluvatar é un piano di amore : i Valar, gli uomini e gli elfi , rispettando ciascuno le proprie differenze, sarebbero arrivati a una comprensione reciproca e a una capacitá di convivenza . I figli maggiori , gli, elfi , hanno il compito di dare il buon esempio agli uomini. Come un genitore fa dei figli solo per amore, cosí é la creazione di Iluvatar. Si puó fare un paragone con la parabola del figliol prodigo : il padre amava sia il figlio maggiore sia il figlio minore e entrambi sono chiamati a vivere col padre. Essi hanno due tentazioni diverse ; il maggiore é orgoglioso, il minore ha le debolezze della carne, l’aviditá, il desiderio di andare via dal padre e di estraniarsi da lui.

F : noi sappiamo da quello che racconta JRRT che glio uomini molto piú degli elfi sono caduti sotto le reti di Melkor, con il quale anche gli elfi peggiori mai hanno collaborato. Peró anche gli elfi, indirettamente, hanno collaborato con lui, attraverso il giuramento di Feanor e dei suoi figli.

G : Visto che gli elfi non sono caduti, diversamente dagli uomini, hanno verso i secondogeniti una funzione pedagogica, e infatti sono maestri dell’ arte corretta, cioé della tecnologia pulita.

F : Se questo fosse vero, allora i Vanyar non rispettano la loro vocazione, il piano di Iluvatar.

G : Forse la partenza dei Noldor e il giuramento di Feanor sono una felix culpa.

F : Ma allora i Vanyar avrebbero traviato dalla loro missione : se i primi nati hanno rapporto coi secondi nati come tra fratello e fratello, i Vanyar - anche loro primi nati - stanno sempre coi Valar e non conoscono gli uomini.

G : E di fatto é andata cosí per le vicende del mondo, la famiglia é stata divisa al di lá della loro volontá . Alcuni elfi si sono trovati a contatto con gli uomini.

F : Ma allora i Vanyar che ruolo svolgono per Iluvatar ?

P : Sono una specie di sacerdoti del bosco, cantori delle glorie di Iluvatar e dei Valar, dei monaci.

F : Peró i monaci reali anche se stanno da soli pregano per gli altri, sono responsabili per il mondo e i suoi dolori, non sono una specie di setta New Age che con musica rilassante e diete vegetariane cerca un’autoterapia. Comunque dei Vanyar sappiamo pochissimo. Una cosa é che quando i Valar fecero la guerra dell’ ira i Vanyar combatterono con loro.

G : Deve esserci un momento in cui ci sono solo gli uomini e dunque non c’é relazione con gli elfi, in cui nessun uomo puó incontrare un elfo. Ma questo non vuol dire che i loro distinti destini siano separati, perché nel momento dell’incontro hanno potuto serbare il ricordo e intercedere gli uni per gli altri, per completare l’opera di Iluvatar insieme.

F ; Sí, mi sembra giusto, peró rimangono sempre questi Vanyar che non incontrano mai nessuno....

G : Cone non tutti gli uomini hanno incontrato almeno un elfo, cosí non tutti gli elfi hanno incontrato un uomo.

F : forse i Vanyar servaono agli uomini perché servono ai Noldor (dando ai Noldor un esempio di fedeltá ai valori insegnati dai Valar) e i Noldor servono agli uomini.

G E poi gli elfi che ritornano a Valinor dalla Terra di Mezzo raccontano ai Vanyar le imprese degli uomini

P : Comunque certamente i Vanyar , essendo sempre rimasti a Valinor, sono gli elfi che hanno risposto meglio di tutti gli altri alla chiamata dei Valar. Ma siamo sicuri che questa chiamata corrisponda alla volontá di Iluvatar ? Puó essere stata un’iniziativa esclusivamente loro. i Valar nella loro ingenuitá pensavano che per gli elfi la cosa migliore sarebbe stato vivere in un posto come Valinor, perché sanno che nella Terra di Mezzo c’é Morgoth ; allora gli propongono di rimanere, ma loro stessi non conoscono né la volontá di Iluvatar né il destino finale di elfi e uomini.

L : No, io non sono d’accordo...

F : Scusate un attimo : attraverso i Vanyar siamo quasi scivolati in un altro argomento : gli elfi dal punto di vista dei Valar....





GLI ELFI DAL PUNTO DI VISTA DEI VALAR


L : Io non vedo la volontá dei Valar scissa da quella di Iluvatar, cioè piuttosto i Valar sono delle emanazioni di Iluvatar, di conseguenza lo stesso Melkor è stato partorito dalla mente di Iluvatar, in un certo qual modo. Io so che è difficile capire...In altri termini è un po’ simile alla concezione greca che ci sono tanti dei ma tutti sono un po’ figli del Caos, per cui questi dei pur avendo un’autonomia propria sono sempre dipendenti da esso. O come le concezioni di Plotino sulle successive emanazioni dell’Uno o di Dionigi lo Pseudoaeropagita sulle gerarchie angeliche.

F : Ma quali sono gli esempi da cui trai queste idee ?

L : I Vanyar che hanno obbedito alla volontà di Iluvatar tramite i Valar.

G : Quella legata ai Valar potrebbe però essere solo una parte e non tutta la volontà di Iluvatar..

P : Tante volte ci sono i Valar che affermano che loro stessi non conoscono né il destino degli uomini né quello degli elfi, perché loro non avevano partecipato all’ultima parte del canto in cui c’era il destino dei priminati e dei secondinati. E, tra le altre cose, nella volontà di Iluvatar c’era che la missione degli elfi non si esaurisse nell’arrivare a Valinor e restare lì in contemplazione, ma c’era anche una sorta di missione pedagogica verso gli uomini.

F : Invece il desiderio dei Valar era che rimanessero tutti là e magari anche che vivessero tutti alla maniera che dicevano loro, questa era una cosa, come dire, egoistica .

P : Secondo me era come un’autodifesa dei Valar : come loro si erano asserragliati a Valinor per difendersi da Melkor, così pensavano che la cosa migliore per gli elfi fosse fare lo stesso, per sfuggire al male chiudersi in una specie di fortezza. Anche perché i Valar non sapevano come trattare con gli uomini, sapevano che c’erano e che erano cari a Iluvatar, ma non gli tornavano molto.

C : Anche perché non sapevano se gli uomini si fossero già destati, mi pare.

L : Li sentivano come creature strane : hanno il “dono di Iluvatar” cioè la Morte, e non risiedono nelle aule di Mandos, non sta ai Valar farli “ritornare” cioè reincarnare.

F : Quando scappano i Noldor ci sono due temi : quello dei Valar che vogliono che loro rimangano per un motivo, diciamo, egoistico quasi come dei genitori che volessero che i figli non si staccassero mai per andare verso il loro destino. Ma c’è anche il tema dei Valar che condannano - per giustizia e non per egoismo - l’arroganza di Feanor e il fratricidio dei Teleri. Era giusto che ci fosse comunque stato il dolore della separazione, non era invece giusto che avvenisse in quella maniera, con ostilità e rancori reciproci.

G : C’è in questo una colpa di Melkor, delle sue menzogne che aveva sparso, perfino Feanor era stato contaminato da queste menzogne. Però, nonostante la partenza dei Noldor fosse avvenuta nel peccato, si può forse dire che a volte la volontà di Dio si realizza attraverso i casi negativi, come per Gollum che per avidità stacca a morsi il dito di Frodo con l’Anello.

F Ma quello che tu dici (attraverso il male, il bene) è vero solo dal punto di vista assoluto di Iluvatar. Da tutti i punti di vista relativi, anche di quello dei Valar, non è così i Valar devono giudicare moralmente la propria ostilità verso la partenza dei Noldor: se i Valar avessero fatto la lro autocoscienza avrebbero dovuto dire : “ Noi abbiamo due emotivi di tristezza : il primo è che sono andate via queste persone che ci piaceva avere vicino perché le istruivamo (a ciascuno di noi piaceva di avere una corte di elfi, come già di Maiar. Ma abbiamo anche un altro motivo : tutte le colpe che abbiamo visto in Feanor e nei suoi figli e in tutti coloro che hanno ucciso i Teleri”.

P : Il passo seguente del Sil può mostrare quale fosse la volontà (non rispettata) dei Valar circa gli elfi : “Sicchè alla fine i Valar convocarono i Quendi a Valinor, perché vi si radunassero ai piedi delle Potenze e per sempre vi restassero alla luce degli Alberi ; e Mandos ruppe il proprio silenzio, e disse : <Così è destinato!>. Da questa convocazione derivarono molte delle calamità che in seguito ebbero a verificarsi”.(pag.57).



GLI ELFI DAL PUNTO DI VISTA DEI NANI



G : Quella tra Legolas e Gimli non è stata l’unica amicizia tra elfi e nani, ricordiamo Ostinedil, Moria, Belegost...

L : Per me i nani sono ancora più affascinanti degli elfi, non so perché...

G : Perché sono un’eccezione, qualcosa di imprevisto.

P : Se gli elfi e gli uomini sono primogeniti e secondogeniti, i nani sono figli adottivi.

L : Essi rappresentano il mio opposto, perché odio i posti sotterranei, forse per questo mi piacciono.

P : In teoria, essendo stati creati da Aule, sono più vicini ai Valar degli elfi stessi...

G : Qualcosa che non doveva esserci e c’è stato. Una grazia in più..

L : I nani sono noti per la loro cupidigia, essi rappresentano la parte più materiale degli uomini.

C : L’elfo incarna la parte poetica dell’uomo, mentre il nano quella pratica. Lavorano meglio la terra di qualsiasi altra stirpe, in generale i metalli e soprattutto il mithril.

L : Eppure c’è un passo molto poetico nel SdA in cui Gimli ammira un lago in cui si specchiano le stelle..

G : I Nani resistono più degli altri ; forse proprio grazie alla loro avidità. Non ci sono Spettri dei Nani. Contro Glaurung il Dorato solo i nani si oppongono fino a farlo fuggire, e poi - in mezzo alla battaglia - fanno il funerale ad Azaghal Signore di Belegost.

C : Fino a quando non ci sono i contrasti tra elfi e nani a proposito della Nauglamìr, i nani vedono gli elfi solo come patner commerciali. I nani rifiutano le offerte di Sauron fatte a Dain al tempo della Guerra dell’Anello, lui aveva promesso a Dain grandissimo potere ma viene mandato a quel paese. Si può dire che Sauron agli elfi non osa offrire niente, ai nani offre ma viene respinto, agli uomini offre e viene in parte accolto. E’ vero che quando a Rivendell viene formata la Compagnia dell’Anello, il nano e l’elfo si guardano male sin dall’inizio.

F : Ma cosa li divide ?

C : La questione dalla collana e altri rancori passati.

P : Eppure i nani hanno imparato a scrivere (non a parlare) dagli elfi.

G : Galadriel ha regalato i suoi capelli al nano Gimli, e li aveva rifiutati al grande Feanor!

C : Però non poteva rifiutarglieli, perché aveva detto : chiedimi tutto quello che vuoi. Non poteva rimangiarsi la parola.

L : Cosa unisce nani e elfi ? Sono due aspetti di una stessa cosa : gli elfi si occupano della forma e i nani della materia : il conscio e l’inconscio, e anche nell’inconscio ci sono alcune gemme dello spirito. Il nano scava dei “cunicoli” e, senza spaventarsi, persevera convinto che troverà qualcosa.

G : Mi viene in mente il Dialogo tra un Folletto e uno Gnomo di Giacomo Leopardi, ma invertito : nel SdA Legolas l’elfo e Gimli il nano non parlano dell’ estinzione degli uomini, ma della loro sopravvivenza futura rispetto a elfi e nani. Gimli esorta Legolas a non partire verso il mare, mentre Legolas è turbato dalla nostalgia per il Vero Occidente.. Gimli gli dice : non parlare così, Legolas, ci sono ancora tante cose da fare nella Terra di Mezzo, ma se tuttala gente brava se ne andrà, il mondo diventerà squallido. Per il nano ci sono cose da fare , mentre l’elfo è preso da un sogno nostalgico.

F : Mentre gli uomini ritengono gli elfi superiori a sé, non pare che i nani la pensino così.

G : Sono più simili tra loro elfi e nani tra loro che con gli uomini : sia nani sia elfi spariranno, gli uomini no.

P : I nani, diversamente dagli uomini, non invidiano l’immortalità degli elfi . sono più pratici, sanno di avere due-trecento anni da vivere e li utilizzano in un lavoro continuo.

C : Sono pratici, un nano se lavora sta bene, se va in un posto “strano” come i Sentieri dei Morti, non sa cosa fare...Legolas invece non ci fa caso.