Aa. Vv. (edited by Lynn Forest-Hill), The Return of the Ring, proceedings of the Tolkien Society's conference held at Loughborough in 16–20 August 2012 to mark the 75th anniversary of the publication of The Hobbit, 2 volumes, Luna Press Publishing, Edimburgh, 2016, £25



di Franco Manni



Questa non è veramente una recensione, ma è un annuncio e una descrizione. Non è una recensione perchè finora non ho trovato il tempo per leggere questi due volumi. D'altra parte è un annuncio doveroso perchè questa è una opera importante per la quantità e la varietà dei contributi che spaziano su diversi temi importanti degli studi tolkieniani e, anche, direi, per la qualità: vari autori sono a me noti come bravi o molto bravi studiosi di Tolkien come John Garth, Colin Duriez, Ronald Hutton, Claudio Testi, David Dougham, avendone conosciuti alcuni scritti, altri mi fecero una buona impressione ascoltandoli di persona, come Sarah Brown.

Infatti anche io ho partecipato a quel convegno a Loughborough (vicino a Nottingham) in quello che mi sembra già il 'lontano' 2012: eravamo alloggiati nella locale università e il numero dei partecipanti era nettamente più piccolo del precedente convegno tenutosi a Birmingham nel 2005. Piccolo in confronto a quello, ma sempre con centinaia di visitatori e decine di conferenze e altri eventi.

Ma, oltre che un annuncio, è anche una descrizione che ritengo di potere fare data la mia lunga esperienza nel campo degli studi tolkieniani. Se guardiamo l'indice, vediamo subito la sezione biografica dove sono trattati punti essenziali della vita di Tolkien: come era Birmingham quando da bambino e ragazzo ci abitava, il rapporto col tutore Father Morgan cui la madre lo affidò prima di morire (Tolkien rimase orfano di entrambi i genitori da quando ebbe 12 anni), la Oxford in cui lui visse la maggior parte della vita e dove è sepolto, e la nascita del gruppo di amici e colleghi più importante di tutti per lui, gli Inklings.

Vari saggi poi trattano gli anni della Grande Guerra con approfondimenti sui suoi amici della adolescenza che ci morirono e su come quegli eventi influenzarono la sua fiction.

Una sezione apposita tratta il suo contrastato rapporto con la storia della filosofia: detto in breve egli apprezzava soprattutto alcuni filosofi antiche e medievali ma non quelli moderni e contemporanei di cui aveva influssi indiretti attraverso i filologi che conosceva bene e il suo amici C.S. Lewis che invece era interessato alla filosofia. Un approfondimento speciale è dedicato a Boezio e un altro alla etica.

Una sezione sulle concezioni religiose offre una discussione dei suoi rapporti con paganesimo e cristianesimo, la sua valutazione della magia e come può essere letta la sua opera dal punto di vista dei Mormoni.

Sul problema del 'mito. Troviamo vari saggi su Atlantide e Numenor, sul viaggio nel tempo, sugli hobbit come 'mediatori' del mito, e gli influssi dello anglosassone medievale sulla sua opera.

Una sezione su Tolkien e il Medioevo tratta dei Celti, dei Goti, delle concezioni cavalleresche, del Lay di Aotrou.

In una sezione apposita si trattano le influenze di Tolkien sulla letteratura di genere fantasy successiva, che, come sappiamo, è diventata vasta e variegata negli ultimi decenni.

Una sezione intitolata 'Diversity' è una specie di miscellanea che mostra quanti temi particolari si possono trovare (con cognizione di causa, e senza forzature) nella ricca e vasta opera tolkieniana: il Romanticismo, la Modernità, la Industrializzazione, leggi e consuetudini nella terra di Mezzo, le donne nelle varie storie, i colori, il fandom tolkieniano.

I due volumi sono aperti da una Prefazione del presidente della Tolkien Society, Shaun Gunner, e da una Introduzione di Lynn Forest-Hill che con una grande e meritorio lavro ha curato l'opera. Nella copertina vediamo Tolkien che legge un libro circondato dalla sua biblioteca personale.