Intervista a IvanTiraferri , coautore del progetto musicale “Ainulindale. La musica degli Ainur”



di Stefano Moroni



Partiamo subito allora.. la prima domanda che volevo farti è questa: Partendo da Ainur, quindi la cosmogonia, la nascita del tutto, come nasce invece il vostro gruppo e cosa vi ha spinto a comporre?



Il gruppo è frutto prima di tutto di un'amicizia che perdura ormai da tanti anni, nata all'interno dell'istituto AFAM G. Lettimi di Rimini dove tutti e tre abbiamo effettuato il nostro percorso di studi musicali. Ho avuto io l'idea originaria di sviluppare un progetto simile ma al contempo sapevo che da solo non lo avrei potuto portare avanti in maniera efficace. Così ho coinvolto Federico Mecozzi e Nicolò Facciotto sin dalle prime fasi di creazione, ben sapendo che sarebbero state le persone giuste con cui procedere in questo lavoro. Il team che ne è venuto fuori, somma di molte cose in comune ma anche di molte differenze, riesce a coprire tantissime sfaccettature. Per quanto riguarda ciò che ha portato ognuno di noi a comporre, credo di poter parlare per tutti e tre, è la ricerca di quello che potrebbe essere chiamato "godimento nell'ascolto". In ogni brano che facciamo (spesso saltando da un genere all'altro) si ricerca di rappresentare un'aspetto o un'emozione; quando riascoltiamo ciò che abbiamo fatto e troviamo l'aspetto che cercavamo di produrre ben evidente.



risposta assolutamente esauriente, ma vorrei ora avvicinarmi al lato musicale del gruppo: quali sono le vostre ispirazioni maggiori per le vostre composizioni?



Difficile dirlo con precisione. Ognuno di noi fa ascolti molto diversi dall'altro a livello di generi e di artisti e spesso ci si ritrova ad inserire nella propria musica degli elementi o degli stilemi presi altrove senza nemmeno rendersene conto. Nel caso di Ainulindalë, senza dubbio ci si rifà a molti brani tratti da colonne sonore di diversi film, primi fra tutti la trilogia del Signore degli Anelli. Sicuramente poi ci si ritrova una forte contaminazione dalla musica classica e, per certi brani, anche da alcuni autori minimalisti. Però l'elemento che più è stato fonte di ispirazione, in particolare proprio per quanto riguarda i tre temi principali, sono state proprio le parole di Tolkien che si possono riascoltare nel disco. Spesso rifletto sul fatto che Tolkien utilizzi molti termini propri del mondo musicale, come se avesse preso della musica e l'avesse trasformata in parole. Noi abbiamo cercato di fare il processo opposto, ovviamente con tutte le limitazioni del caso.

Capisco, sempre riguardo l'aspetto melodico, come mai avete deciso di mantenere la filosofia di comporre canzoni strumentali e non avete preso "Il rischio" di cantare (perchè no in Quenya) ?

Brani esclusivamente strumentali ci hanno risparmiato da molte problematiche. Avremmo certamente voluto avere un coro oltre all'orchestra, il canto degli Ainur ne avrebbe sicuramente giovato. Purtroppo bisognava fare i conti anche con le risorse disponibili e molti altri problemi pratici. Se mai ci sarà un "capitolo due" di questo lavoro, e se avremo tempo a sufficienza, le voci non mancheranno. In ogni caso testi in Quenya richiederebbero anche la presenza di veri esperti del linguaggio, sicuramente di difficile reperibilità





Riguardo invece il contenuto dell'album, mi piacerebbe definire il vostro disco come un duello musicale tra Ilùvatar e Melkor: come mai avete giocato su questo aspetto?



Lo è senza dubbio e rispecchia appieno anche la parte del testo scritto che abbiamo utilizzato. La minuziosità con cui questo scontro è stato descritto in termini musicali ci ha permesso di produrre parecchio materiale in maniera quasi automatica. Tre sono i temi che vengono contrastati da Melkor, tre siamo noi compositori. Dividercene uno a testa e svilupparlo in maniera autonoma, ognuno con le proprie idee, è stato un processo naturale. Ognuno di noi, in maniera del tutto non voluta a priori, ha rappresentato lo scontro in maniera differente. Nel primo tema lo scontro si basa sui cromatismi e sui cambi armonici inseriti sul tema di partenza. Nel secondo tema questa differenza invece si incentra sull'utilizzo di tempi diversi, regolari per la parte di Ilùvatar ed irregolari per la parte di Melkor. Infine nel terzo tema viene evidenziato come la parte di Ilùvatar sia armoniosa, tranquilla ma comunque possente, mentre quella di Melkor sia creata da tanti unisoni, a tratti da suoni striduli e con tantissime ripetizioni, proprio come descritto da Tolkien.



Era quindi vostra intenzione quella di caratterizzarli sotto di un punto di vista musicale?



Sì, l'intento era cercare il più possibile di rispecchiare le descrizioni fatte da Tolkien.





Comprendo, ora vorrei passare ad un qualcosa che mi ha stupito molto, mi riferisco alla collaborazione con Branduardi. Potremmo dire che le sue narrazioni possano sostituire il cantato di cui abbiamo parlato prima?

Sostituire non credo, in ogni caso ritengo che avremmo dovuto mantenere le letture che abbiamo introdotto nel disco. Alla fine stiamo raccontando una storia, una voce narrante, in questo caso poi così prestigiosa ed azzeccata come quella di Branduardi, rimane essenziale. Inoltre il Silmarillion è appannaggio solo dei cultori di Tolkien, contrariamente al "Signore degli Anelli" o a "Lo Hobbit", quindi in un certo senso è anche un modo per diffonderlo fra più persone, per quanto piccola sia la nostra influenza.





A tal proposito secondo il tuo/vostro parere, può essere quindi questo disco essere "didattico" date le narrazioni di Branduardi? è adatto l'ascolto anche per chi non conosce questa ambientazioni?

Credo sia adatto a qualunque tipo di pubblico, sia agli appassionati in materia, che possono sentire con le orecchie una possibile interpretazione della "Musica degli Ainur", sia a persone totalmente all'oscuro dell'esistenza di questa opera letteraria. Credo, o almeno è una mia speranza, che il nostro progetto sia completo e comprensibile anche senza conoscere tutto il resto del mondo tolkeniano.





Nella vastità del fantasy e del mondo tolkeniano, come mai vi siete incentrati sul primo capitolo del Silmarillion?

Proprio per rappresentare il conflitto musicale che sin dalla prima lettura mi ha colpito profondamente. Credo che non vi sia parte migliore dei testi di Tolkien su cui operare questa "trasformazione".

Aggiungo che mi è sempre risultato molto strano che nessuno o quasi lo avesse mai fatto prima usando un'orchestra sinfonica. Quando ho avuto l'idea, ero convinto di essere solo l'ultimo fra tanti





Interessante questo ultimo aspetto. In ogni caso siamo in dirittura d'arrivo, una delle mie ultime domande è questa: C'è qualcosa nel mondo di Tolkien che dovrebbe essere apportato nella nostra (monotona) vita reale e viceversa?

Una domanda su cui in realtà bisognerebbe riflettere molto prima di rispondere. Così su due piedi posso dire che mi piacerebbe davvero molto vedere la stessa forza di volontà, il senso di giustizia, la riconoscenza e la capacità di sacrificio di alcuni dei più importanti personaggi allineati al bene all'interno del mondo tolkeniano.



Una ultima domanda: Laggiù è pieno di band a tema Tolkeniano (Alcune addirittura di genere metal). Pensate di riuscire a collaborare un giorno con questi o preferite rimanere nei canoni della musica classica?



Sicuramente siamo divisi da un grosso abisso di genere, ma il futuro è sempre imprevedibile, quindi mai dire mai.



Ok grazie Ivan!

Grazie a te!

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Note Biografiche



Ivan Tiraferri nasce a Rimini nel 1984, città dove tuttora vive. Divide il suo tempo fra l'attività di consulente informatico ed il mondo della musica. Violinista sotto la guida del M° Maurizio Sciarretta, riveste il ruolo di maestro di cappella presso l'Abbazia di Santa Maria nuova di Scolca di Rimini. Dal 2009, anno in cui inizia anche a scrivere i primi componimenti ed arrangiamenti, si occupa dell'organizzazione e della direzione artistica di eventi musicali, fra i quali la “Maratona Barocca” ed alcuni fra i “Venerdì di Scolca”. Nel 2014, con i colleghi Federico Mecozzi e Nicolò Facciotto, compone “Ainulindalë – La musica degli Ainur” che nel 2015 vedrà pubblicato in un disco al quale collaborerà, in veste narratore, Angelo Branduardi. Sempre nel2015, mantenendo le ormai consolidate collaborazioni artistiche, scrive lo spettacolo “Planetarium” e successivamente“Lungo i Sentieri di Flora”, che otterranno un ottimo successo di pubblico.



Stefano Moroni: Originario di Modena, attualmente studente al liceo lingustico di Pesaro. Amante di Musica e storia, scrive per la Webzine Metal Winds. Appassionato anche di letterattura fantasy, eredita da Tolkien ( e dagli Hobbit) l'amore per l'ambiente e per la semplicitá di ciò che abbiamo intorno