Oronzo Cilli, Tolkien e l’Italia / J.R.R.Tolkien, Il mio viaggio in Italia, Il Cerchio, Rimini 2016, pp. 440


di Franco Manni


Come dice Claudio Testi nella sua recensione, questo libro ha il grande pregio di riportare molte informazioni primarie raccolte da fonti disperse e difficilmente consultabili. La sua narrativa è particolarmente solida e preziosa riguardo le vicende editoriali di pubblicazione delle opere di Tolkien.


Però esso , oltre a quantio appena detto, dà esplicitamente il messaggio di volere raccontare a presenza di Tolkien in Italia anche nella ricezione ed interpretazione di tali opere. E qui (ricezione e interpretazione) voglio indicare una omissione rimarchevole che risulta poi in una debolezza importante di questo libro.


L'autore presenta tutta la vicenda di “Tolkien in Italia” come presa e racchiusa dal dibattito “destra versus sinistra”. Ma questo non è quello che a me risulta e, inoltre, penso che non risulti alla grande maggior parte degli appassionati italiani di Tolkien (dico degli appassionati, non dei giornalisti o altri ‘intellettuali’ italiani) . Gli appassionati nei loro numerosi blog o convention o nei libri che leggono non si interessano a questo. Infatti la (stra) grande maggioranza dei libri di critica tolkieniana pubblicati in Italia non riguarda questo. E sottolineo che, dopo i Paesi Anglosassoni, il Paese (e la lingua) in cui sono stati pubblicati la maggior parte di libri di critica tolkieniana nel mondo non è la Russia o la Francia o la Spagna, o la Germania o la Cina, ma è l'Italia.


A metà degli anni Novanta è nata la Società Tolkieniana Italiana. Essa era certamente di destra sia politica sia culturale. Infatti, in Italia, è stata certamente la destra ad avere il merito di avere portato Tolkien in Italia sin dallo inizio, la sinistra di ispirazione marxista lo ha ignorato e/o combattuto. E così anche la università italiana e le riviste letterarie mainstream. Sia onore al merito dunque a questa detsra italina per quanto ha fatto per Tolkien!


Pero’ , e’ vero che la Società Tolkieniana voleva fare conoscere Tolkien, certamente!. Ma voleva anche usare Tolkien come veicolo di promozione di una cultura “tradizionale” legata al fascismo di Julius Evola e Guenon.


Dei tre fondatori della Società, Adolfo Morganti e Gianfranco De Turris erano soprattutto interessati a questo secondo scopo. Invece Paolo Paron era , almeno altrettanto, interessato al primo scopo e, quindi voleva che nascesse un “fandom” tolkieniano italiano analogo a quello di alti paesi del mondo. Quando Paron come presidente della Società organizzò i primi incontri di essa a Pilzone, egli, assieme ai soci, nel 1994 mi affidò la direzione di “Terra di Mezzo” , la rivista ufficiale della Società, volta specificamente al fandom tolkieniano, mentre De Turris dirigeva “Minas Tirith”, l'altra rivista, volta soprattutto alla cultura “tradizionale” di destra cui ho accennato.


Io e gli autori italiani e anglosassoni che contattai per scrivere i pezzi della rivista non eravamo interessati alla cultura “tradizionale” ma eravamo interessati solo a Tolkien. Ecco che allora in essa non si parlava di Evola o Guenon ma di Gandalf, Frodo & C. In essa apparvero le prima traduzioni italiane dei critici tolkieniani anglosassoni come Shippey, Flieger, Curry, Alex Lewis, Jessica Yates, John Garth e altri. Inoltre : oggettistica, convention, musica, fiction, curiosità, giochi di ruolo. Niente snobismo accademico, ben consapevole che nel mondo anglosassone gli studi tolkieniani non sono nati nelle università ma sono nati nel fandom.



A un certo punto dopo 5 anni, io sono stato “sollevato” dal mio incarico di direttore di “Terra di Mezzo” nel 1999, perchè lo atteggiamento aperto di Paron non ha avuto più la forza di sostenere tale linea. Allora con i principali collaboratori ho fondato “Endòre” che ha mantenuto la stessa linea , la stessa organizzazione dei contenuti e la maggioranza dei collaboratori.


Tre anni dopo i film di Peter Jackson hanno permesso la espansione di iniziative editoriali e organizzative in cui il dibattito “destra/sinistra” non compariva più!


Nel 2002 il Gruppo di “Endòre” ha pubblicato Introduzione a Tolkien in cui questa apertura sia interdisciplinare sia internazionale era il centro, e nel 2002, 2003 e 2004 ha organizzato tre convegni internazionali a Brescia, e , sempre nel 2004, ha prodotto la traduzione di Tolkien Autore del Secolo di Tom Shippey. Appena un anno dopo lo Istituto di Studi Tomistici di Claudio Testi con la casa editrice Marietti ha cominciato una serie ponderosa di traduzioni delle maggiori opere di critica tolkieniana esistenti nel mondo, ha organizzato corsi su Tolkien e il convegno internazionale “Tolkien e la Filosofia”. La Associazione Romana di Studi Tolkieniana di Roberto Arduini ha promosso tali pubblicazioni e ha cominciato a organizzare incontri seminariali e conferenze pubbliche , cosa che ha poi aumentato trasformandosi in Associazione Italiana di Studi Tokieniani, istituendo anche rapporti con alcuni dipartimenti di università italiane, e organizzando eventi assai frequentati a Lucca Comics.


Ora la mia ipotesi è questa : la grande maggior parte degli appassionati tolkieniani italiani di oggi quando ha cercato un incontro, una conferenza, un libro, un articolo riguardanti Tolkien , non lo ha cercato né nella cultura “tradizionale” di destra né nei report pieni di sufficienza ed ignoranza di “Repubblica” cioè della cosiddetta sinistra. Ma ha cercato tali sostegni sia interpretativi sia interpersonali in questo fandom che ora brevemente ho tratteggiato. Se questa mio ipotesi è vera, ecco allora che questo libro di Cilli, nonostante il pregio del grande lavoro erudito che lo sostanzia, non riesce a raccontare in maniera soddisfacente e realistica la presenza di Tolkien in Italia.