Recensione su L'Indice dei Libri del Mese
di ottobre 2002
Appassionti della Terra di Mezzo
Un tentativo non tradizionale di studiare Tolkien
di Guido Bonino
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La letteratura su Tolkien si divide dunque in due categorie
principali: quella tradizionale, di tipo accademico (non
abbondantissima, e in Italia quasi del tutto assente) e
quella degli appassionati, che assume di fronte all'opera
di Tolkien l'atteggiamento di cui si è appena parlato.
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Non bisogna però pensare che la letteratura "non
tradizionale" caratteristica degli appassionati, sia
necessariamente poco seria o scarsamente scientifica.
Gli studi sulle lingue elfiche sono estremamente
"scientifici", per quanto il loro oggetto sia quantomeno
insolito (per una prima presentazione di tali studi,
cfr. www.elvish.org);
così si può dire per analoghi studi sulla
geologia della Terra di Mezzo (una parte di Arda) o
sulla sua geografia (si veda come esempio
Proceedings of the J.R.R. Tolkien Centenary Conference,
a cura di Patricia Reynolds e Glen H. Goodknight, Thea
Tolkien Society - The Mitopoeic Press, 1995, ma anche
Karen Wynn Fostad, The Atlas of the Middle-Earth,
Grafton, 1992).
Naturalmente esiste anche una letteratura "non
tradizionale" di livello più basso, caratteristica
di molte fanzines su qualunque altro argomento.
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In Italia, come si è già accennato, la discussione
su Tolkien non è particolarmente ampia, né
di alto livello.
Sui mezzi di comunicazione prevale un'informazione stereotipata,
fatta di luoghi comuni riguardanti per lo più il
presunto carattere "per ragazzi" della produzione di Tolkien
e le sue concezioni politiche conservatrici, che ne avrebbero
fatto uno degli autori prediletti della nuova destra.
Con l'uscita l'anno scorso del primo episodio del film di
Peter Jackson tratto dal Signore degli Anelli, si
è potuto osservare un discreto, per quanto non
eccezionale, aumento dell'offerta editoriale riguardante
Tolkien e la sua opera, ma si tratta quasi sempre di
traduzioni dall'inglese.
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Introduzione a Tolkien (a cura di Franco Manni,
pp. 491, euro 25, Simonelli, Milano 2002)
costituisce un lodevole tentativo di porre rimedio a
questa situazione.
Il libro è molto ricco e raccoglie i variegati
contributi di molti autori (non tutti italiani).
Ci sono sinossi delle opere principali di Tolkien,
articoli e discussioni tra vari partecipanti sugli aspetti
più disparati del mondo da lui creato,
presentazioni dei personaggi principali del Signore
degli Anelli, una ricca bibliografia.
Il libro si pone senza dubbio nell'ambito della letteratura
"non tradizionale", collocandosi su un livello alto (il che
è assolutamente eccezionale in Italia), ma con
qualche scivolone: alcune delle discussioni a più
voci sono francamente un po' puerili, e hanno un tono da
liceali velleitari; risultano stucchevoli certi usi
stilistici, come la profusione di lettere maiuscole, che
ricordano un po' - ma solo un po'- le parole della nuova
destra (si pensi alla "Tradizione"); l'esaltazione di
Tolkien assume talvolta un carattere eccessivo e un po'
ridicolo.
Al di là degli scivoloni, si può notare
un'incertezza di fondo: pur appartenendo alla letteratura
non tradizionale, il libro sembra qua e là ambire
al rango di quella accademica, o meglio, espone continue
lamentazioni sul fatto che la cultura italiana "ufficiale",
"accademica", non si interessa di Tolkien.
Ma per portare Tolkien alla sua attenzione sarebbe
necessario un libro di impostazione ben diversa (senza
voler fare questione di valore "scientifico").
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Le critiche non devono comunque far dimenticare che di
letteratura non tradizionale su Tolkien di alto livello
non ne esiste quasi, e che dunque Introduzione a Tolkien
- in questo senso è doveroso riconoscerlo -
rappresenta tutto sommato un buon inizio.
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