Geografia dei mondi fantastici creati da J. R. R. Tolkien

Tavola Rotonda di Endòre



(Piacenza, 23 ottobre 2011 A = Alberto Quagliaroli, D = Davide Cattaneo E = Elena Grecchi, F = Franco Manni, G = Giuseppe Roncari)


F – Questa tavola rotonda è dedicata alla geografia dei mondi fantastici creati da J. R. R. Tolkien, non solo alla Terra di Mezzo, sarebbe riduttivo, ma estendendo la nostra analisi anche a Valinor. Per dare un ordine al nostro esame procederemo zona per zona iniziando dal punto di partenza del Signore degli Anelli e dello Hobbit: la Contea, che si trova rispetto alla Terra di Mezzo, dopo la catastrofe della Seconda Era, nella parte nord occidentale. Facendo un paragone con i luoghi reali geografici nel mondo, come fa Tolkien nelle lettere, non si tratta della Scandinavia, ma potrebbe essere l'Inghilterra, che a noi si rivela essere collinosa, senza montagne, con diversi corsi d'acqua, e dove il mare è distante, infatti gli hobbit lo vedono come un luogo di avventura lontano e non ne hanno simpatia. Questa Contea si ispira a i luoghi della campagna inglese in cui ha vissuto l'autore da bambino e ragazzo, campagna tra pianura e colline.


G – A sostegno di quello che dice Franco nella fine del Signore degli Anelli vediamo Saruman che fa la sua comparsa nella Contea e la rende industrializzata costruendo il nuovo mulino rosso dalle cui ciminiere esce fumo continuamente, e parrebbe proprio che quella zona ricordi la rivoluzione industriale di Birmingham e dell'Inghilterra. Un altro punto di riferimento per capire dove siamo lo troviamo in una cartolina che Tolkien spedisce dall'Italia dove scrive: “Sono a Venezia (Minas Tirith)” e se Minas Tirith è Venezia la Contea è Birmingham.


F – Nel corso della storia gli Hobbit si spostano verso est e trovano subito la Vecchia Foresta, cosa potrebbe rappresentare?


A – Secondo me ricorda i boschi inglesi primigeni, fa pensare ad una foresta tipica inglese con tutto il suo patrimonio di mitologia e di leggende che erano associati a questi luoghi, ad esempio Sherwood. Ho visto un telefilm su Robin Hood, in cui la colonna sonora era dei Clannad, dove si assiste all'incontro tra Robin e il suo mentore che avviene nel profondo della foresta, si tratta un personaggio strano che lo aiuta a decidere di combattere.


F – La Vecchia Foresta è intrisa delle mitologie locali folkloriche, infatti Tom Bombadil piuttosto che l'Uomo Salice o gli Spettri dei tumuli possono rimandare alle vecchie leggende inglesi. Quando sono andato a trovare Tom Shippey, tre anni fa, mi ha fatto vedere un vecchio castello romano, molto diverso da come lo potremmo immaginare noi, era una specie di collina erbosa in cui con grande fatica dovevi immaginare i fossati e le mura perché il passaggio del tempo ormai ha tutto levigato e riempito di erba. Quindi il tumulo è un qualcosa di molto antico, ma ormai confuso con il paesaggio, anche a Stonehenge le pietre e il cerchio sono piccoli, si notano perché sono in mezzo a una pianura in cui non c'è nient'altro.


A – Le montagne a ovest non risultano da nessuna parte, in questo lui ipotizza un periodo completamente diverso della terra in cui rispetto ad oggi vi erano differenze geografiche notevoli.


G – Si potrebbe pensare che si sia alzato il livello delle acque di modo che i Monti Azzurri siano diventati le scogliere che danno verso l'oceano e si sia creato il mare del nord che separa la Gran Bretagna dal continente.


F – A proposito della siepe a me ha fatto venire in mente i Promessi Sposi di Alessandro Manzoni di cui recentemente ho sentito l'audio libro, che mi è molto piaciuto. Manzoni si dilunga nelle descrizioni naturalistiche e quando Renzo, Lucia e Agnese scappano dalla canonica di don Abbondio s'imbucano dentro una siepe, questo mi ha fatto pensare all'idea del passaggio e del nascondimento. Nei tempi andati le siepi circondavano i paesi piuttosto che i campi, erano vere e proprie mura di confine.


D – Io ricordo in occasione del convegno che vi è stato a Birmingham nel 2005, dedicato a Tolkien, che con Beppe avevamo passato una mattina alla biblioteca e ci avevano mostrato delle vecchie mappe della città e diverse immagini tra cui anche una delle prime abitazioni di Tolkien bimbo. Era una casa molto rustica con il fienile sullo sfondo, la staccionata in legno,la stradina in acciottolato, per cui era una realtà molto rurale, molto agreste.


G – C'era anche il mulino bianco che mi pare lui associasse alla scorciatoia che porta ai funghi.


D – Sono comunque tutti elementi che poi Tolkien ripropone nella descrizione di quella che è Hobbiville, l'elemento un po' più fantastico è l'abitazione degli Hobbit che ricordano più dei tumuli che non delle case in sé.


F – La locanda il Drago Verde è un tipico pub inglese dove scorre la birra a fiumi, dove si balla e si fa musica. I corsi d'acqua sembrano tranquilli con dei ponticelli o dei traghetti.


G – Però vi è anche la famosa morte dei genitori di Frodo: sembravano tanto tranquille quelle acque, ma si sono rivelate infide. Ci sono tanti pericoli nascosti, anche domestici, sembra quasi più pericolosa la Contea che il resto della Terra di Mezzo.


A – I prati circondati da siepi è un tipo di paesaggio agrario che troviamo più in Francia e in Inghilterra che da noi, una volta serviva ad impedire che gli animali selvatici entrassero a rovinare tutto. I lupi nei periodi freddi possono venire a valle,


G – Una cosa che manca nella Terra di Mezzo e che è associata solo al male sono i montanari, ci sono i montanari della valle di Erech per il resto nelle montagne vivono solo orchi, raramente anche i nani che però preferiscono vivere sotto la montagna, i montanari che sono una popolazione tipica dell'Italia del nord è una realtà che in Inghilterra non c'era quindi non doveva essere molto famigliare a Tolkien, li vive come dei selvaggi.


F – Andando verso est abbiamo Brea e poi le terre selvagge, a cosa corrispondono?


A – E' strano perché sono terre vuote, dove non c'è niente e nessuno.


G – Potrebbero essere le pianure d'Europa dove si è combattuta la prima e la seconda guerra mondiale che sono diventate terra di nessuno.


E – Le paludi morte ricordano più che questi scenari di guerre passate, quella zona della Gran Bretagna detta brughiera.


F – Infatti tranne le Chiane Ditteri non ci sono paludi, si può immaginare che siano paesaggi con una popolazione bassa quindi non capace di colonizzare tutto. Al tempo dei celti molte terre dovevano essere vuote, oggi siamo abituati a vedere campi arati anche nei posti più sperduti, ma una volta non era così.


F – Infatti Conan Doyle nel Mastino dei Baskerville descrive proprio una zona così, abbandonata, non coltivata e quindi perfetta per inserire un aspetto horror. Arriviamo a Gran Burrone, a cosa si può può essere ispirato Tolkien perché si tratta di una specie di valle o gola con in fondo un palazzo nobiliare.


A – Questo è difficile perché non ci sono molti esempi del genere, si può immaginare che sia una reminiscenza della storia della Terra di Mezzo o potrebbe ricordare i palazzi decadenti sui laghi, sul lago di Garda ad esempio.


D – E' curioso il fatto che collochi questa residenza bellissima nel fondo di un burrone, quasi nascosta agli occhi del mondo, forse rappresenta quel sentimento degli elfi che li porta a voler scomparire agli occhi del mondo.


F – In effetti pensavo a Castel Tirolo che ho visto in un viaggio fatto alcuni anni fa, era la sede dei conti del Tirolo e non si trova in alto, ma è circondato da montagne. Si tratta però di un vero castello, con le torri e i merli, mi sembra più adatto il paragone con le ville del lago di Garda o di Como perché vi è qualcosa di dimesso, mi sembra quasi una residenza romantica o pre raffaellita con l'esterno che entra dentro l'interno.


G – E' presente un aspetto di decadenza. Elrond d'altra parte ha avuto una storia particolare, è figlio di Eärendil, è stato rapito da piccolo e si è affezionato al suo rapitore, suo fratello Elros diventa mortale e lo abbandona mentre lui sceglie di rimanere elfo. Ha vissuto una vita di amarezze e si comporta come il membro di una famiglia che è diventata nobile, trattato come un mezzo uomo dagli elfi e come un mezzo elfo dagli uomini, ricorda quello che è accaduto alla famiglia Medici a Firenze, che in origine non era nobile. Inoltre non dimentichiamo che tutta la storia della Terra di Mezzo che noi conosciamo e passata a Bilbo proprio da lui, dal suo punto di vista.


F – Giusto, molto giusto, i nuovi nobili. Ma proseguiamo, da Gran Burrone la compagnia dell'anello va a sud e tenta il passaggio del Caradhras.


E – Qui è facile capire da dove ha preso spunto, si sa che ha fatto un viaggio in Svizzera, nelle Alpi, e mi pare che abbia assistito a una tempesta di neve.


F – Bisognerebbe verificare con il libro Chronology dei coniugi Hammond e Skull, che contiene poca intelligenza, ma molta erudizione, e dove è citata la vita di Tolkien giorno per giorno. Hanno voluto fare l'opera definitiva e hanno raccolto ogni genere d'informazione nei molti fandom in giro per il mondo. Può darsi che Tolkien abbia visto una tempesta di neve e che abbia avuto paura, perché lì si vede la paura che provoca questa tempesta.


D- Sì si vede proprio la violenza della montagna che diventa un essere vivente.


F – Deve aver osservato le guide alpine camminare sulla neve come se niente fosse, mentre per lui, un inglese abituato a passeggiare con calzoni di tweed e pipa, doveva sembrare un impresa impossibile, si capisce dal modo in cui descrive Legolas che, mentre tutti affondano, cammina leggero come Gesù sull'acqua. Subito dopo la montagna si passa a Moria, e qui abbiamo muraglie di roccia e un lago vecchio con qualcosa di putrido.


E – Questo mi fa pensare alle miniere che lui ha sicuramente visto a Sheffield.


G – Oltre alle miniere reali anche alle miniere dell'inconscio. Io ho avuto l'impressione quando sono entrato a Moria con lui di varcare la soglia di un mondo non mondo, onirico, dove si perdono tutti i punti di riferimento. Parlando di un luogo sotterraneo è immediato il collegamento tra conscio e inconscio. Bisogna anche notare che Tolkien anima i luoghi, per lui sono vivi in senso quasi panteista, c'è qualcosa di vivo nella natura, il Caradhras stesso è una personificazione, i tumuli dove vengono sepolti importanti principesse che continuano a fiorire mentre gli orchi non si avvicinano, persino gli alberi hanno i pastori, gli Ent, e le acque hanno una loro consapevolezza, Boccadoro infatti è una ninfa del fiume, è un fiume personificato ed è una donna.


F – Anch'io concordo con il riferimento alle miniere reali, piene di morte, dove nel diciannovesimo secolo uomini e bambini vi lasciavano la vita e spesso restavano insepolti, come accade ai nani e agli orchi in Moria. Per quanto riguarda il collegamento che suggerisce Beppe con l'inconscio, mi ricorda una seduta con lo psicanalista, che per fare il suo lavoro deve riuscire ad essere considerato amico dal paziente, altrimenti trova la porta sbarrata. Se riesce a passare di solito trova un luogo sporco, polveroso, l'inconscio, ma che ha resti di bellezza, dove si mescolano i traumi e le difficoltà della vita con l'idealizzazione del periodo infantile.


D – Io ricordo le grotte di Castellana perché è forse uno dei tragitti più lunghi che ti fanno fare come visita, si sta dentro più di un ora in effetti. E' un esperienza inquietante perché si è consapevoli di addentrarsi sempre più nel sottosuolo, in un luogo oscuro lontano dal sole e si è comunque affascinati sia dalla novità del luogo sia perché si possono ammirare all'interno delle grotte cose meravigliose.


G- Ma c'è sempre il bambino idiota che vuole gettare il sasso nello stagno tipo Pipino, rompere la stalattite, toccare...


A – Come sapete io sono diventato appassionato della serie Stargate in questi ultimi tempi, e i primi due portali che s'incontrano si trovano all'interno di grotte, in cui ti addentri e trovi una porta per altri mondi.


E – Il cunicolo da cui devi passare per poi uscire richiama il momento della nascita.


G – Il portale dentro la grotta è la teoria della sceneggiatura, il guardiano della soglia per il mondo fantastico, lo troviamo varie volte nel Signore degli Anelli: il cancello piccolo della Vecchia Foresta che ha bisogno di una chiava per entrare, i tumuli da cui non riescono a uscire perché la porta è chiusa.


F – E lo scheletro dell'uomo che voleva aprire la porta, ma non ci è riuscito


G – Nel diari di Balin a Moria c'è quest'angoscia, non possiamo uscire, stanno arrivando, siamo chiusi dentro, stanno arrivando. E questo tema di puoi e non puoi passare ritorna continuamente. Sul ponte di Moria Gandalf si pone come guardiano contro il Balrog e gli dice: tu non puoi passare, lo fa di nuovo a Minas Tirith davanti alla porta che viene distrutta dal re stregone di Angmar, che secondo Alex Lewis conosceva le parole magiche perché era un re di Nùmenor scappato a Minas Ithil. Non era morto, ma era diventato un re stregone. Secondo questa tesi quando torna può distruggere le porte magiche di Minas Tirith perché era lui il re che tornava, quindi ci sarebbe una bellissima ambiguità sul ritorno del re, chi è il re: quello del passato, che ormai è uno spettro rimasto attaccato al potere, oppure il giovane Aragorn, si fa per dire perché ha circa cento cinquant'anni.


F – Mentre parlavi pensavo al significato di porte e cancelli nella vita di Tolkien, al suo timore di non riuscire a passare o di trovarli chiusi, il cancello nero è chiuso. Penso ai suoi genitori che sono morti, alla sua esperienza nella prima Guerra Mondiale, agli amici che ha perduto.


G – Anche alla sua carriera accademica, al terrore che gli togliessero la borsa di studio.


E – O quando gli era stato detto dal suo tutore: tu questa donna non potrai mai averla.


G – Volevo tornare sui vulcani, su acqua e fuoco che modellano la Terra di Mezzo. Ci sono le catastrofi delle lotte contro Morgoth che hanno diviso il mondo in due, si è trattato di guerre che descrive dicendo che i vulcani non venivano più placati perché Morgoth, che era l'architetto della Terra di Mezzo, non voleva saperne, intendeva trasformare il mondo in una terra desolata, dove la vita non avrebbe mai potuto svilupparsi e quindi inadatta ai figli di Ilùvatar. Successivamente tutta la parte dove si è svolta la storia del Silmarillion è stata cancellata e il Beleriand viene coperto dal mare tranne per un isola che rimane al di là dei Monti Azzurri. Nùmenor che viene dati agli uomini dai Valar come un dono e che viene poi inabissata dal Datore di Doni, Annatar, cioè Sauron sotto mentite spoglie. Ricorda la storia della Terra sviluppata in epoche lunghissime.


A – Gandalf e il Balrog che si trasforma da fuoco a fango.


G – Arriviamo a Dante perché al centro dell'inferno c'è il ghiaccio, non c'è il fuoco,


F – Noi ora sappiamo grazie alla scienza che al centro della terra c'è il fuoco, ma qui vediamo la geografia immaginaria che influenza Tolkien, non quella scientifica reale, e c'è il ghiaccio.


G – Anche noi ne sappiamo veramente poco sull'interno della Terra, paradossalmente ne sappiamo di più sull'interno degli altri pianeti perché non abbiamo mai nemmeno scalfito superficie, le sonde più profonde, sono entrate venti, quaranta chilometri. E' un mondo ancora sconosciuto e immaginiamo che ci sia un nucleo, ma in realtà sono tutte ipotesi.


F – Usciti da Moria trovano un lago tipico alpino, Mirolago che potrebbe essere un lago svizzero, dove si riflettono le montagne e le stelle. A seguire ci si presenta Lothlorien, una foresta, ma non minacciosa, fatta di radure, alti alberi case soprelevate dove abitano gli elfi, a cosa si sarà ispirato?


A – Qui siamo nella situazione di Gran Burrone, si tratta di una foresta in una zona in cui non dovrebbero esserci piante sempre verdi, è bella e gentile, ma anche molto pericolosa per chi non è del luogo, toccata dagli elfi che trasformano il paesaggio in qualcosa di onirico, di metafisico quasi.


D – Per estensione mi viene in mente la Foresta Nera, che si estende tra Germania e Austria.


F – Una foresta abitata da una popolazione non barbarica, tutt'altro, non hanno la tecnologia delle mura e dei mattoni come a Minas Tirith, ma ne hanno un altra. Ricordo un personaggio che dice come esista una magia che insiste sul terreno, sul territorio di Lóthlorien, e non a caso i Rohirrim chiamano Galadriel la strega elfica, in senso ostile. Questa magia poi non è che si esprima in modo particolare.


G – Secondo me è quasi ingegneria genetica perché gli alberi di Mallorn vengono dalle precedenti foreste incantate che troviamo descritte nel Silmarillion, esisteva un' altra Lórien. Leggendo dall'appendice del Silmarillion: “Lórien, il nome dei giardini e del luogo di residenza del Vala Irmo che di solito chiamava se stesso Lórien”. Irmo significa il desiderante o signore del desiderio. Questa foresta è il retaggio di un altra epoca che ha bisogno di un ambiente separato per sopravvivere e che è destinata a morire alla partenza degli elfi che se no occupano.


A – E un pezzo delle Terre Imperiture ricostruito nella terra di mezzo.


G – Mantenuto con l'anello di Galadriel. Alla fine gli elfi hanno dovuto cedere al ricatto di Sauron per conservare qualcosa delle Terra Imperiture perché gli anelli bloccavano il tempo sia a Gran Burrone che a Lórien.


F – Questa magia è una magia naturalistica, legata più al concetto di oasi, un po' come gli arabi che creavano i palazzi nel deserto con le fontane, o Israele che ha reso fertile un terreno arido, potremmo definirlo un intervento d'intrusione ecologica migliorativa. La location seguente è il Grande Fiume Anduin.


G– Il nome “Anduin” ha molte lettere di “Danubio” se vogliamo andare a guardare.


A – Questo grande fiume divide due terre, due zone completamente diverse, una invasa dal mare, e l'altra in cui il Beleriand cerca di resistere, l'idea del grande fiume si ripete anche nella Terra di Mezzo del Silmarillion con il fiume il Sirion.


F – Il Danubio se non mi sbaglio è il fiume più lungo d'Europa e passa un molti paesi diversi, il Reno divide la Francia dalla Germania, il Po sta tutto nella padania di Bossi, ma il Danubio passa attraverso l'Austria, la Cecoslovacchia, l'Ungheria, la Romania per poi sfociare nel Mar Nero, che è vicino a Costantinopoli e come Gondor è Venezia, detto in un altro posto che Gondor è anche Bisanzio, d'altra parte Venezia ha uno stile bizantino.


G – Il fiume è anche il fiume della storia. Attraverso i luoghi noi parliamo di geografia quasi astratta, ma per Tolkien la geografia è sempre unita alla storia e il fiume rappresenta il collegamento tra le diverse epoche.


F – E dove che sfocia questo fiume? Più a sud di Minas Tirith, in un sud abitato da civiltà diverse.


A – Non dimentichiamoci gli Argonath, la porta per entrare a Gondor, era la direzione della migrazione dei cavalieri di Rohan che venivano dal nord e sono scesi poi a sud.


G – Diceva Tolkien senza una mappa non si può fare una storia, senza un fiume non si può fare una mappa.


F – Questi Argonath, statue enormi su un fiume, mi ricordano il Colosso di Rodi, dove in mezzo i potevano passare le navi, una delle sette meraviglie del mondo antico ormai scomparse.


A – Gli Argonath rappresentavano la civiltà dei gondoriani che si contrapponeva a quella dei selvaggi dell'est o dei cavalieri di Rohan.


D – Essendo quella la delimitazione del confine meridionale era come un segno che affermava: da qui comincia il mondo civile.


G – A livello mitico penso alle colonne di Ercole, anche a Scilla e Cariddi, anche se poi le statue enormi non sono sui fiumi, ma dentro la roccia.


F – La prossima location è più difficile da trovare perché è il punto dove la Compagnia si scioglie e la trama si divide in diversi filoni e vari paesaggi.


A – A seguire troviamo gli Emin Muil, queste montagne contorte, impraticabili e dall'altra parte Rohan con la sua pianura, in qualche modo si ritrova, ma molto più a sud, lo stesso paesaggio che troviamo nella Contea.


F – Ma i cavalli c'erano in Inghilterra, o sono stati portati? Perché questo è un popolo di cavalieri che viene dall'est, immigrati in quelle terre con Eorl il Giovane. Mi ricorda il film: King Arthur che è storico non fantasy, in cui i cavalieri della tavola rotonda sono i cavalieri sarmati che vengono dalle praterie della Polonia, l'est europeo, una popolazione barbarica che, come altre, l'Impero Romano reclutò nell'ultima parte della sua storia e in questo caso spedì sul vallo di Adriano. I Rohirrim sono un popolo di cavalieri che corre con le Eored per grandi praterie perciò mi vengono in mente i Mongoli, i Tartari, i Magiari, anche se questo popolo è più civilizzato e gli uomini sono alti e biondi.


A – Tolkien nel descrivere i Rohirrim faceva dei riferimenti ai germani, anche nella lingua che utilizzavano.


G – Tolkien riteneva che fossero arrivati in Inghilterra popoli barbari in fuga da altre popolazioni, tra cui i cosiddetti ariani che erano cavalieri, ma di una stirpe diversa da quella dei mongoli, forse erano i sarmati. Comunque è un fatto che i Rohirrim avessero delle parole in comune con gli Hobbit.


D – L'impero austro ungarico aveva una grande tradizione di eserciti di cavalleria.


F – E si espandeva dall'est fino alla Transilvania, in Romania, fino al Liechtenstein, era un impero multinazionale. Pensavo e un luogo dell'Inghilterra orientale chiamato Danelaw, la terra dove vige la legge dei danesi, una testimonianza del passaggio di queste popolazioni barbariche.


G – A Tolkien erano simpatici gli Indiani americani, un popolo con una sua tradizione, con un suo legame con la terra, che non conosceva i cavalli in origine, ma era riuscito a farne la sua forza.


F – Questa tematica alto medievale di migrazione delle popolazioni barbariche dall'est al ovest si sovrappone all'immaginario americano, dove si vedono praterie e cavalieri.


G- I Rohirrim hanno un nemico storico che sono i nativi, i Dunlandiani, gli hanno rubato le terre, e li trattano come dei selvaggi.


D – Un elemento architettonico nuovo è il fosso di Helm, forse il primo fortino fortificato che troviamo nel romanzo.


F - La scena della prima grande battaglia del Signore degli Anelli, che anche Peter Jackson nel suo film ha valorizzato. A me ricorda l'assedio di Casale Monferrato, che è durato un anno e mezzo. Manzoni ne parla nei Promessi Sposi dove da un giudizio molto negativo di questo don Gonzalo che ha mantenuto l'assedio per motivi feudali ignorando gli avvertimenti dei medici sul contagio della peste nera che stava arrivando dalla Val Sassina. Stiamo parlando della peste del 1630 che ha provocato un milione di morti tra Lombardia, Veneto e Emilia. Manzoni parla molto male di don Gonzalo non perché ha fallito l'assedio di casale, ma perché per seguire i suoi interessi privati a causato un milione id morti, come dire che le autorità spesso non fanno quello che dovrebbero fare. L'idea dell'assedio si ritrova in Minas Tirith dove abbiamo una grande inferiorità numerica.


G – Tutta la storia di Tolkien, dal punto di vista della guerra, è una storia di assedio, ci sono solo alcune battaglie campali.


F – Quello di Minas Tirith, se Gondor è Bisanzio, potrebbe ricordare l'assedio di Costantinopoli, una grande inferiorità numerica dei pochi bizantini rimasti e l'esercito del sultano.


E – A me viene in mente la storia della prima crociata dove i Franchi assediano molte delle città che incontrano sul loro percorso.


A – Nella storia antica ce ne sono stati molti di assedi, alcuni finiti con il suicidio degli assediati come a Masada. La cosa particolare degli assedi del Signore degli Anelli è che sono a città che hanno alle spalle delle montagne molto alte, questa è una cosa particolare, mentre nella realtà sono rari questi casi.


F – Montagne però significa non avere una via di uscita, questo mi ricorda le trincee, dove se ti rifiutavi di combattere venivi rimandato alla corte marziale e quando uscivi venivi falciato dall'artiglieria nemica.


A - Il ruolo delle montagne della Terra di Mezzo secondo me è strano, fuori dalle terre civilizzate sono piene di orchi oppure non ci si può passare e le montagne civilizzate sono comunque disabitate, ma servono da protezione.


F – Dopo Rohan la prossima location è Fangorn, una duplicazione della Vecchia Foresta, dove incontriamo questi esseri, gli Ent, e la prima cosa che si capisce è che è molto vecchia.


A – Sembra una foresta più temperata quella della Contea rispetto a quella di Fangorn mentre siamo più a sud e questo è un po' curioso, vicino al Sinuosalice loro avevano caldo, gli alberi poi sono di tutti i tipi, faggi, querce, olmi, tutti presenti nelle foreste temperate.


G – Il motivo per cui gli Ent sono stati dimenticati è che passavano la conoscenza in modo orale, e quando si sono estinti sono rimasti alcuni riferimenti solo nelle canzoni degli uomini. Ent era una delle poche parole che Tolkien non ha inventato, ma che ha ritrovato in alcuni manoscritti e che non aveva una traduzione precisa. Gli uomini e gli elfi hanno creato una cultura scritta, l'hanno trasmessa, in particolare gli elfi di Gran Burrone. Quando descrive gli Ent si sente una grande tristezza, quanti popoli si sono persi nella storia.


F – Molto giusta questa osservazione di Beppe, questa atmosfera di tristezza, alla fine gli Ent si estinguono e non lasciano nulla.


G – La loro lingua era difficile da imparare per gli altri popoli perché era molto lenta con parole lunghissime. Sono anche alberi e gli alberi vengono dimenticati, tagliati o piantati solo nelle città con il cerchietto intorno, in mezzo al cemento, non ci son più le grandi foreste, come non pensare alle grandi deforestazioni dell'industrializzazione, alle piante secolari che vengono abbattute senza criterio.


D – Nessuno più si cura dei boschi se non per tagliare la legna.


F – Isengard, location vicino a Fangorn, ci ricorda questo processo d'industrializzazione, Saruman è il principale tagliatore di alberi che nei sotterranei e nelle gallerie artificiali scavate intorno alla torre di Orthanc costruisce le sue officine per armare i suoi orchi. La torre di Orthanc non so se si ispiri a qualche cosa di reale.


A – Qui siamo nel simbolo della torre, nel libro di Emilia Lodigiani Invito alla lettura di Tolkien si parla molto dell'importanza delle torri nel Signore degli Anelli, in origine simboleggiavano il dominio e il potere sul territorio, ma con la scomparsa dei loro abitanti hanno perduto importanza e sono rimaste come simboli, ma possono essere ancora utilizzate per governare un territorio perché sono difficili da conquistare.


F – Fangorn, Isengard e ora Minas Tirith, è una grande città, la più grande del Signore degli Anelli, abbiamo già accennato a questa città molto bella, antica, candida, con una strana architettura e le sue numerose cerchia di mura e abbiamo accennato sia a Venezia che a Bisanzio, essa domina l'ultimo grande reame degli uomini in quest'epoca e cosa possiamo dire sulla sua geografia?


D – Su Minas Tirith ci sono diverse immagini che mi rimandano a quello che ho visto quest'estate in Bretagna che è il Mont Saint-Michel, in diversi sguardi, in diverse prospettive, in più punti io continuavo a girare gli occhi e a dire: io sono a Minas Tirith. Fatte le debite proporzioni di dimensioni, la struttura mi ricorda la Minas Tirith descritta da Tolkien ma anche la Minas Tirith che si vede nel film di Peter Jackson perché Mont Saint-Michel ha la piana intorno, le mura che cingono la cittadella, la strada che sale e la gran parte della sommità dell'isola è occupata dall'abbazia. Sul fronte principale si estende uno spiazzo che domina su tutta la cittadella sottostante e la pianura intorno. Le mura hanno un percorso dove si passa attraverso le torrette e gli stacchi sul muro, percorrendo la strada che sale all'abbazia si trova a un certo punto il cancello con la grata...è Minas Tirith! All'interno ci sono saloni a portici e ad arcate che sembrano la sala del torno di Denethor. Mi ha sconvolto, vedevo Minas Tirith ovunque.


G – A me colpisce l'assenza del mare, le altre due città, Bisanzio e Venezia, sono città di mare, qui abbiamo un richiamo nella forma della montagna che è fatta a prua di nave.


F – In effetti le guardie hanno l'elmo con le ali di gabbiano.


A – In questo teniamo conto dell'origine Numenoreana, erano dei navigatori.


F – Da questa location del sud, che ricorda il sud europeo, l'Italia con la sua vegetazione fiorita, dobbiamo andare verso Mordor e abbiamo,le Paludi Morte, la cinta di montagne che essi valicano nel passaggio di Cirith Ungol e la piana o altopiano di Mordor stessa con il vulcano di Monte Fato. A cosa si può essere ispirato della reale geografia?


A – Potrebbe assomigliare alla pianura padana, quando era bella e non rovinata, infatti abbiamo le Alpi che chiudono poi l'appennino che è un po' più storto. Adesso il regno di Sauron sta rovinando tutto, la pianura padana sta diventando come Mordor.


F – A Mordor c'è anche un grande vulcano, ora i vulcani che io conosco essere attivi in Europa sono a sud e qui siamo a sud-est.


A – Monte Fato non è molto alto, da Minas Tirith si vede il fumo


G – L'idea del fabbro all'opera zoppo, che era un dio positivo ma che diventa poi una divinità dell'oltre tomba ricorda molto il dio Vulcano che abitava nell'Etna.


A – L'altezza la troviamo indicata nel volume I viaggi di Frodo sui mille cinquecento metri, quindi è più basso del Caradhras.


D – Riguardo alla piana di Mordor per come la descrive Tolkien, ma anche per come è stata trattata in tante illustrazioni, sembra un paesaggio che di originale non ha mantenuto nulla, ma che è stato deformato dal male, è tutto brutto.


F – Concluso il percorso nella Terra di Mezzo seguendo la trama del Signore degli Anelli ci restano altre parti della geografia tolkieniana da analizzare, ad esempio la città lacustre di Ponte Lago Lungo, una città costruita dagli uomini vicino alla Montagna Solitaria, dove abitava Smaug. Poi abbiamo il Beleriand che è sprofondato, ma di cui ci resta memoria nelle cartine, poi abbiamo Nùmenor che veniva chiamata Isola della Stella perché aveva cinque punte e poi non dimentichiamoci di Valinor. Partirei con il proporvi la città di Ponte Lago Lungo, di cui si parla solo nello Hobbit


E – Esgaroth sul Lago Lungo ricorda una città su palafitte, una Venezia delle origini.


A – Ha la caratteristica di essere un luogo molto attivo e dinamico economicamente nonostante la minaccia del drago


G – E' come spingere il nostro sguardo oltre i confini dell'Europa e vedere che ci sono altri luoghi, lontani, oltre i confini che conosciamo e abbiamo praticato, che sono vivi, come le terre dove abitano i Sudroni al sud e gli Haradrim. Esiste un mondo, una vita, una storia, nelle cartine sono indicate come zone bianche, ma non lo sono per la gente che ci abita.


F – Tolkien suggerisce, ma non descrive a livello geografico. Il Beleriand io ricordo dal Silmarillion che viene abbastanza rappresentato.


A – Era molto grande, più del territorio del Signore degli Anelli, ci sono zone intorno alla terra di Morgoth e zone bellissime dove abitano gli elfi che diventano sempre più piccole con il passare dei secoli, come il Doriath. Esiste una maggior diversità, ma è meno descritta.


F – Mi viene in mente la città dove sono stati creati gli anelli come si chiamava?


A – Era Ost-in-Edhil, la Fortezza degli Elfi nell'Eregion, dove abitava Celebrimbor, si trovava a occidente delle Montagne Nebbiose, dopo lo sprofondamento del Beleriand è venuta a trovarsi molto a sud est della Contea e a nord di Isengard.


G – Qui vi hanno abitato per un po' Galadriel e Celebrimbor all'epoca della creazione degli anelli, erano amici dei nani di Moria, la porta con la scritta “Amici” si riferiva agli elfi di Eregion, erano di stirpe Noldor, i più abili nel commercio e nella creazione di oggetti.


F – Mi sembra che non compaia una caratteristica del Beleriand che lo distingua in maniera notevole dal resto della Terra di Mezzo, chissà forse perché il Signore degli Anelli ha una narrativa molto più approfondita, non ricordo luoghi caratteristici.


G – Bisogna avere uno sguardo molto creativo nell'andare a cercare piccoli dettagli che in realtà ci sono perché sulla porta di Moria è scritto: “Io Narvil le feci, Celebrimbor dell'Agrifogliere tracciò questi segni”, quindi si può pensare che Eregion fosse una zona un po' brulla, in alta quota con piante sempreverdi.


A – Il Beleriand non è descritto così a fondo, sono descritte alcune zone come le montagne dove stavano i Ragni Giganti figli di Ungolian, a sud c'era la cintura di Melian che proteggeva le terre dove abitava con il marito, Gondolin era nascosta in mezzo alle montagne.


F – A me non mi risulta una città reale così nascosta.


G – Tolkien ha fatto tante mappe da diversi punti di vista, come quella nello Hobbit che non è orientata a nord ma a est, fatta dal punto di vista dei nani. La cosa interessante è che siamo abituati a pensare le nostre mappe dal nostro punto di vista, che non è quello reale. Il territorio del Signore degli Anelli è stato innestato sulla Terra di Mezzo precedente, erano tutte terre che non esistevano, le ha fatte affondare per far spazio ad altro, dovevano trovarsi nello stesso luogo geograficamente.


F – Può essere una spiegazione del perché non è così approfondita la descrizione e non ci rimane così tanto in mente.


A – Il Beleriand fa parte di una scala spazio temporale completamente diversa rispetto a quella del Signore degli Anelli


G – Ne si capisce in quanto tempo sia affondato perché se si sono salvati sostanzialmente tutti per fare una migrazione di migliaia di esseri viventi ci saranno voluti degli anni.


F – Due scenari più fantasy sono Nùmenor e Valinor, Nùmenor dovrebbe essere Atlantide, io mi ricordo che si parla di un porto importante e di una grande area interna dove si dedicavano alla pastorizia, vi era il Meletarma dove si officiava il culto divino, una cosa molto astratta, e mi ricordo del tempio che ha fatto costruire Sauron, con la cupola, dove faceva sacrifici umani.


A – E' interessante come Tolkien stesso dicesse di avere un sogno ricorrente: quello di una terra sprofondata nell'acqua e questo fa parte del suo immaginario personale


E – Di Atlantide d'altra parte si parla in diverse culture in diverse zone del mondo, ci sono testimonianze su un cataclisma che sembra sia realmente avvenuto.


F – Il più terribile di tutti fu quello dell'asteroide che ha impattato sulla Terra nel Giurassico e che è stata la causa dell'estinzione dei dinosauri.


G – Vi ricordate asteroidi nella storia della Terra di Mezzo?


A – Io mi ricordo la Spada Nera che ha usato Tùrin Turambar e che era stata forgiata da Maeglin, parlava e poteva uccidere qualunque cosa, aveva il gusto del sangue ed era fatta di un materiale che veniva dalle stelle.


F – Nel decimo volume della History Of Ring compare una revisione dell'astronomia della Terra di Mezzo, fatta da Tolkien in un secondo tempo e non tradotta in italiano. Ora arriviamo a Valinor che è una terra immortale al di là del Grande Mare e che dopo l'affondamento di Nùmenor diventa non più raggiungibile con un viaggio fisico.


G – Come suggestione, parlando di una terra fuori dalla Terra che ora non è più raggiungibile in modo fisico penso alla Luna, probabilmente una parte del globo terrestre in formazione che si è staccata ed è diventata parte di un sistema binario. Valinor potrebbe seguire questa idea.


D – Mi sono soffermato sull'immagine dei Noldor che attraversano i ghiacci e mi è venuto in mente che potrebbe essere la traversata del polo attraverso stretto di Bering.


F – Una cosa che fecero allora, ma nessuno ha mai più fatto.


G – Di fatto è successo nella storia perché sono arrivati i popoli amerindi attraverso lo stretto.


A – Di questi paesaggi a me quello che ha sempre colpito è la dimora dei morti che si trova sul mare occidentale di Valinor, ed è un luogo molto particolare, con un mare nero, fermo e questo ingresso dal quale si passa per accedere alla casa dei morti degli elfi, le aule di Mandos.


D – Sembrerebbe più un luogo dell'anima che un luogo fisico.


G – Ci andò Lùthien a chiedere di avere indietro Beren,per una volta una protagonista femminile che fa il viaggio nel mondo dei morti, il contrario di Orfeo.


A – Un altra cosa sulle terre imperiture è come sia aliena, ma totalmente alinea, a noi esseri umani. Per noi sarebbe una cosa noiosa abitare laggiù, e effettivamente un luogo dove tutto è uguale e immutato e non muore o rinasce nulla è particolarmente elfico.


G – Ci arriva Tùor e per starci diventa elfo e non combina niente, non chiede nemmeno aiuto, poi ci arriva Eärendil e anche lui viene mandato in cielo con la sua nave, e poi pare che vi arrivino gli hobbit, Frodo e Bilbo e anche Sam più tardi.


F – Per cui noi sappiamo poco della geografia di Valinor, conosciamo qualche descrizione delle case dei Valar o delle città dove i Teleri vengono uccisi, che era sul mare.


G- Il primo fortino è quello di Fëanor che è come il deposito di zio Paperone, lo aveva costruito per conservare i suoi tesori, aveva paura che gli rubassero e aveva ragione!


A – Io credo che si possa dire che sono territori valarici nel senso che ogni Valar si fa il suo luogo che è adatto alle sue attitudini: Manwë e Varda stanno in alto, trai venti e il cielo, ha le sue fucine e così via.


G – Dal punto di vista di chi ci abita è una scuola perché a seconda del Valar o del Maia che frequentano imparano abilità diverse: alcuni si addestravano per combattere, altri andavano a imparare a fare i gioielli da Aulë, altri a suonare e così via.


A – Io trovo interessante le Isole Incantate, anche nelle avventure di Tom Bombadil si parla di qualcosa del genere, le troviamo in diverse poesie.


F – Valinor a noi sembra un luogo alieno, non desiderabile nonostante Frodo ci vada per curarsi delle sue ferite, come un premio. Shippey dice più volte che la fine del Signore degli Anelli in cui Sam sull'uscio di casa che dice: “Sono tornato”, è una delle più tristi conclusioni della narrativa del ventesimo secolo. A me non da quest'idea, ma il punto di vista è differente, Tom Shippey alla mia domanda ha risposto che Sam non ha potuto seguire Frodo, Bilbo, Gandalf e gli elfi nelle Terre Immortali e torna. Io ne prendo atto ma non è scontato.


E – Anch'io avevo avuto la stessa impressione, di un finale non allegro, si conclude con una la rinuncia al viaggio a favore della vita nella Terra di Mezzo che non sembra sia quello che desiderava il cuore di Sam, quindi non si capisce se la sua decisione è dettata dal senso del dovere verso gli impegni presi o altro.


D – Secondo me questo ultimo viaggio di Frodo più che un premio è un esilio rispetto alla Terra di Mezzo e poi io credo che il discorso di Sam si possa anche leggere come la scelta di rifiutare un altra avventura ignota per ritornare alla quotidianità e agli affetti che aveva a casa.


F – Questi sono i due punti di vista, io avevo sempre colto il secondo, quando ho ascoltato quello di Shippey sono rimasto colpito, la tristezza di Shippey è che anche se Sam avesse voluto non avrebbe potuto


G – C'è anche chi sostiene che sia Sam è il vero protagonista del Signore degli Anelli.


A – Io penso che ci sia la famiglia, la moglie, ma anche gli amici, che sono molto importanti e il fatto di perdere due amici è una cosa che intristisce, la perdita della relazione.


G –Partono anche Gimli che va Valinor a trovare Galadriel insieme a Legolas.


F – Per curiosità chi di noi leggendo la fine del Signore degli Anelli sente la tristezza per la rinuncia alla possibilità di una vita più piena e ha dovuto ripiegare.


G – Io sono triste per Frodo che non può avere la vita di Sam ed è costretto ad andare a curarsi in una clinica.


A – Io ribadisco quello che ho detto di prima è la tristezza di chi torna dalla famiglia, ma lascia i suoi amici


D – La fine più triste penso sia quella di Frodo perché lui da sempre sognava il ritorno in Contea, ma una volta tornato non si sente più a suo agio e quest'ultimo viaggio sarà per lui un esilio perenne.


F – In questi piccolissimi numeri quattro maschi hanno sentito più triste la partenza di Frodo invece l'unica femmina ha sentito triste la vicenda di Sam.


A – Le Terre Imperiture sono quella situazione in cui un umano si stufa, c'è poco da fare, mentre uno che ha una ferita così profonda, come quella di Frodo, non solo fisica, ricordiamo che a Monte Fato ha ceduto ed è stato Gollum a prendere l'Anello e a cadere nel fuoco, potrebbe essere un modo per accompagnarlo alla morte con minore sofferenza, vedendo elfi più felici, gli amici, lo zio.


F – Bene e con questo dichiaro conclusa questa Tavola Rotonda.




[grazie 1000 a Elena Grecchi per la paziente e sensibile opera di sbobinatura della registrazione]