Il Consiglio di Elrond (prima)

di Enrico Imperatori

Col giunger del malinconico autunno,

di feste e giochi gl’echi eran sopiti,

il nobil ospite dal suo alto scranno

riunì a consiglio i popoli aviti.


In tal consesso gran fatti s’udranno,

arcani segreti saran svelati,

del sommo mago spogliato l’inganno

d’ambir potere con sogni viziati.


La storia del mondo fu rivelata,

ed i signori ristettero ansiosi

a udir dell’anello genesi e fato.


Fu declamata la lingua abiurata

e di ogni razza i destini compionsi,

più non fu lieto quel luogo fatato.




Il Consiglio di Elrond (seconda)


di Enrico Imperatori



Or degli indugi finito era il tempo

i grandi eroi miser mano alle spade,

ogn’un pensò di por fine in un lampo

a dispute su sorte e pietade.


M’alfin dei saggi prevale in un vampo

il probo giudizio che ogn’un persuade,

non v’è che un modo per tentar lo scampo,

distoglier l’occhio che tutto pervade.


Pare follia eppur è l’unica speme,

inviar l’oggetto ove fu forgiato,

nel foco creator, alfin distruttore.


Tacciono i prodi, s’acquietan le lame

e prende voce l’eroe ignorato,

ligio al destin di chi fu portatore.