Gli Hobbit: corso base per non Tolkieniani

di Cristina Arnaboldi



È una fresca e tranquilla serata di marzo quando il liceo scientifico e classico Ettore Majorana apre le sue porte a Tolkien e ai suoi appassionati, ma anche (e soprattutto) a tutti quei curiosi che desiderano gettare uno sguardo più attento e profondo sulla Terra di Mezzo e sui suoi più famosi piccoli abitanti.

In poco tempo tutto è allestito e pronto: un banchetto a tema Tolkieniano, sapientemente allestito nell’atrio della scuola dai membri della Smial Bolgeri di Milano, accoglie il pubblico con una collezione di saggi, libri e pubblicazioni varie (tra cui ovviamente una raccolta di numeri di Endóre e i volumi della collana Tolkien e dintorni di Marietti 1820), oltre a dei piccoli oggetti di artigianato per chi volesse portare a casa un ricordo poco impegnativo della serata.

Nella capiente aula magna, invece, il proiettore è caldo e il Prof. Franco Manni, relatore della serata, insieme ad Alberto Ladavas, in veste di moderatore, mettono a punto gli ultimi dettagli sulla presentazione che accompagnerà la conferenza.

Alle 21:00 le porte vengono aperte al pubblico che già aveva iniziato a sopraggiungere alla spicciolata e, dopo pochi minuti, la sala da circa 150 posti comincia a riempirsi di facce più o meno note. Oltre a vecchie conoscenze tolkieniane della zona, tornate a rispolverare le basi, e qualche professore curioso, si vedono molti volti giovani: studenti ed ex studenti del liceo, che si riveleranno accaniti lettori di Tolkien o solo curiosi attirati dal nuovo e dai vecchi successi di Peter Jackson, interessati a conoscere meglio il mondo solamente accennato nei film.

Infine, a Franco e Alberto si aggiunge la Prof.ssa Schiatti che ha collaborato con entusiasmo ad organizzare la serata e che si occupa di fare gli onori di casa.

Conclusa la breve introduzione della professoressa, che presenta il relatore e il moderatore, Alberto illustra il tema della serata e lascia poi la parola a Franco, che riesce ben presto ad affascinare i presenti in sala conquistando tutta la loro attenzione.

La conferenza procede nel silenzio interessato e rapito degli ascoltatori, partendo da una presentazione generale degli Hobbit e dei loro curiosi natali, per poi allargarsi al personaggio di Tolkien, alla sua fantasia e alla sua storia. Dopo circa un’ora di affabulazione, il pubblico non sembra per niente stanco e quando la Prof.ssa Schiatti interviene, per concludere il discorso e lasciare spazio alle domande, dopo un breve secondo di imbarazzo, sono diverse le mani che si agitano in aria.

Fra le varie curiosità spunta anche la temuta domanda che scatena un’ilarità nervosa fra i più temprati tolkieniani in sala: “Chi o cos’è Tom Bombadil?” Franco si districa al meglio delle sue possibilità tra i problemi presentati dalla questione: cerca di chiarire la posizione di questo personaggio controverso, la sua storia e le sue vicende, eppure conclude con l’unica risposta possibile: “Di preciso, lo sa solo Tolkien”.

Quando infine la Prof.ssa Schiatti prende nuovamente possesso del microfono per porre un freno alle domande e dichiarare conclusa la serata, il brusio che si solleva dal pubblico gratifica gli organizzatori. Molti sono i ragazzi che si fermano davanti al banchetto esterno, e ancor più quelli che prelevano un numero della rivista Endóre, segno che probabilmente la conferenza non li ha annoiati, né lasciati indifferenti. Due ragazze si attardano anche per salutare Franco, fargli i complimenti, e porre qualche ultima domanda sul suo lavoro e su come trovare ulteriori informazioni su Tolkien.

La serata sembra lasciare tutti soddisfatti: il pubblico presente, che commenta interessato i temi discussi; gli organizzatori e il relatore, che hanno incontrato una platea interessata e partecipe; e non ultimi i docenti, contenti dell’affluenza riscontrata (malgrado la concomitanza con una partita di calcio) e della ricezione degli studenti.