Roberta Tosi, L’Arte di Tolkien, Alcatraz, Milano, 2018


di Claudio Testi



Contenuto e Commento in generale

Ultimamente la critica tolkieniana sta allargano sempre più il suo orizzonte, tanto da analizzare Tolkien non solo come narratore, ma anche come calligrafo, ideatore-ispiratore di “gadget” da affiancare alle sue opere e come pittore. Quest’ultimo aspetto va oltre una mera curiosità, in quanto Tolkien ha sempre praticato la pittura con grande regolarità e attenzione. Se sono bene note le sue illustrazioni de Lo Hobbit, ai più può risultare sbalorditiva la sua produzione pittorica, che a oggi ha come testo critico di riferimento il ben noto volume W.G. Hammond & C. Scull, J.R.R. Tolkien. Artist and Illustrator, Houghton Mifflin, Boston-New York 1995.


E ancor più meravigliati si resta quando si ammirano dal vivo le tavole di Tolkien, alcune delle quali recentemente esposte alla mostra Tolkien Maker of Middle-earth tenuta alla Weston Library di Oxford, le quali conservano a distanza di anni una qualità cromatica impressionante e fanno capire le non banali competenze grafiche dell’autore del Signore degli Anelli. Se a questo aggiungiamo che l’immaginazione pittorica di Tolkien ha sicuramente influenzato anche la sua modalità narrativa, così attenta alle descrizioni e ai minimi dettagli, non possiamo che salutare in maniera positiva il volume che stiamo recensendo. Si tratta infatti non solo del miglior contributo italiano su questi temi ma, per competenza dell’autrice e aggiornamento bibliografico, direi che si pone su un livello critico che nulla ha da invidiare a altri studi esteri in questa direzione.


Il volume si divide in tre parti e segue sostanzialmente un ordine cronologico in cui si analizza la produzione pittorica di Tolkien, dalle giovanili esperienze fono alle produzioni più mature, siano queste o meno usate per illustrare i suoi volumi (come Lo Hobbit o Mr. Bliss).

Parte Prima

Capitolo I: C'è una finestra aperta verso un mare celestiale. Colori e visioni nel giovane Ronald

1.1 Due bambini di fronte al mare, alle origini della passione

1.2 Paesaggi reali e visioni astratte, tra parola e disegno

1.3 Primi sguardi sulla Terra di Mezzo

1.4 Il Mondo degli “Ismi”

1.5 L'irruzione del Legendarium tra matite e acquerelli

Capitolo II: Arte e suggestioni nella Terra di Mezzo

2.1 Fantasia e Immaginazione: la genesi della sub creazione

2.2. Luci nel Worcestershire: tra le visioni di Blake e il dubbio di Cézanne

2.3 Al chiaro di luna nel bosco delle nuove arti: Art Nouveau e Cubismo

2.4 L'Albero di Amalion e l'albero di Niggle: i frutti dell'arte tolkieniana

2.5 Un hobbit nel Sol levante: l'onda dell'ukiyo-ē e di Hokusai

2.6 Uno sguardo fino al mare: i Preraffaelliti e l'Arts & Crafts


Parte Seconda

Capitolo III: Un romanzo inaspettato: tutti i colori de Lo Hobbit

3.1 Ombre olandesi su Bosco Atro: suggestioni da Van Eyck a Van Gogh

3.2. Accidenti, Christopher: la porta blu di Bilbo e la nappa dorata di Thorin

3.3 Su è giù dalla Collina: disegnare i buchi hobbit

3.4 Gocce di colore sulla casa degli elfi di Elrond, Rivendell e le Montagne

3.5. Sulle ali di un'aquila: da Pontelagolungo alla Montagna Solitaria

3.6. Raffigurare la bestia: Smaug e i draghi della tradizione

3.7 Ritorno a Casa Baggins

Capitolo IV: Lunga vita ai Mezzuomini! Il lungo cammino artistico del Signore degli Anelli

4.1 Non è un racconto per la buonanotte, l'origine del nuovo hobbit.

4.2. Torri e fortificazioni: quando il segno diventa struttura

4.3 Esplorare la Terra di Mezzo: le mappe del Signore degli Anelli

4.4 Dite Amici ed entrate: alle porte di Moria

4.5 Il libro di Marzabul: cronache visive di una battaglia narrata

4.6 La luce degli elfi: Lothlorien in primavera.

4.7 Dalla Torre di Babele alla Torre di Saruman, l'evoluzione di un segno

4.8 Un angolo misterioso: rappresentare Dunharrow

4.9 Nella Terra di Mordor dove l'ombra cupa scende, le copertine del Signore degli Anelli


Capitolo V: Con la Luce di Valinor. Stelle, draghi, fregi del Silmarillion

5.1 Tra gli alberi di Kortirion: l'alba del Legendarium

5.2 Il grande Verme nella Terra dei Pini, influenze anglosassoni all'ombra di Morgoth

5.3 Pellegrinaggio sulla Montagna Sacra, bagliori d'argento e oro nelle Aule di Manwë

5.4 Doodles, decorazioni e araldica: tutta l'arte di un segno

5.5 Opere da Numenor: arazzi, tappeti e stemmi

5.6 La natura in dettaglio: fiori, foglie e piante dall'Art Nouveau

5.7 Le Colline del Mattino, l'ultima alba su Arda


Parte Terza

Capitolo VI: Non solo Terra di Mezzo, Cani lunari, conigli dal collo di giraffa e renne dal Polo Nord.

6.1 Un padre, quattro figli, molte storie

6.2 Miei cari ragazzi... cartoline dal Polo Nord

6.3 C'era una volta... una macchia bianca e nera che divenne un cagnolino

6.4 Una macchina, un cappello, un giraniglio, le avventure di Mr Bliss

6.5 Visioni da un mondo sconosciuto, acquerelli senza una storia



Pregi

Il pregio maggiore di questo studio risiede nel filo conduttore che lega ogni singola parte di questo prezioso volume, che è l’aver analizzato il Tolkien pittore e il Tolkien narratore senza separare questi due mondi, ma facendone continuamente emergere il legame e il reciproco arricchimento.


Questo esame viene poi eseguito da Roberta Tosi in maniera esemplare grazie alle sue competenze sia di critica d’arte sia di studiosa dell’opera tolkieniana, come mostra la copiosa e aggiornatissima bibliografia secondaria.


Il volume inoltre ha anche il non comune pregio di essere leggibilissimo (grazie a una scrittura elegante e lineare) e affasciante, perché accosta senza forzature o omissioni J.R.R. Tolkien ai grandi classici delle pittura (non solo Occidentale).


Da studioso dei testi tolkieniani, mi sento poi di fare un particolare apprezzamento per le sezioni in cui Roberta Tosi analizza alcuni passaggi di Sulle Fiabe alla luce delle complesse relazioni tra scrittura e pittura (nella quale cita anche il parere di artisti massimi, da Vermeeer a Leonardo) nonché l’esegesi “pittorica” che l’autrice offre della celebre allegoria della Torre che apre il saggio di Tolkien “Beowulf: i mostri e i critici”.


Limiti

Come in ogni mi recensione sono uso segnalare alcuni limiti dei testi che analizzo: questo non per superbia ma per essere di stimolo e utilità agli autori che magari nelle seconde edizioni ne potranno tener conto.


In quest’ottica propositiva, il limite maggiore del volume non dipende né dall’autrice né dal coraggioso editore: sarebbe infatti stato troppo oneroso includere nel testo tutte le immagini commentate dall’autrice, che comunque sono facilmente reperibili e rintracciabili nel già citato testo di Hammond-Scull, a cui si fa diligentemente riferimento.


Inoltre, visto il livello del libro, si poteva anche aggiungere un indice analitico e/o dei nomi.



Conclusioni


Il volume lo consiglio vivamente chiunque interessato a Tolkien e/o alla storia dell’arte, perché aiuta a penetrare in un aspetto non secondario della produzione artistica del professore oxoniense. Concludo complimentandomi con l’autrice, che in questi anni ho visto crescere e diventare da semplice appassionata (così mi si presentò nel 2010 quando la conobbi in occasione del convegno Tolkien e la Filosofia) a eccellente studiosa e relatrice (come ho potuto constatare nel 2018 assistendo alle sue conferenze di Fantastika e del Tolkien-lab modenese), fino ad essere oggi un punto di riferimento per chiunque voglia approfondire l’aspetto pittorico dell’arte tolkieniana.