Davide Cattaneo - Feanor e i Silmarilli

Testa di ariete per un nuovo canone letterario

Le attivita’ tolkieniane nel mondo si sono espanse nel 2018. Piu’ copie vendute dei suoi libri, piu’ pubblicazioni di saggistica critica, piu’ corsi universitari, piu’ convention e convegni, piu’ riproposizioni dei film nelle televisioni di tutto il mondo e attraverso internet e DVD. Se leggete il resoconto di Valerie Morisi su questo numero, potrete vedere come anche in Italia le attivita’ tolkieniane nel 2018 siano fiorite, grazie soprattutto alla Associazione Italiana di Studi Tookieniani.

A coronare il tutto , nel 2018 e’ stata annunciata una grande impresa editoriale ed economica: la collaborazione tra la Warner Brothers e Amazon (una delle piu’ grandi piattaforme internet del mondo) per produrre 5 stagioni di una serie televisiva di fiction tolkieniana. Un miliardo di dollari saranno spesi (piu’ dei sei film messi assieme), le riprese saranno fatte in Nuova Zelanda, si fara’ riferimento (attori , scenari, costume) ai film di Jackson. I telefilm non saranno in competizione coi film e dunque tratteranno di parti del Signore degli Anelli non trattate (ce ne sono molte) e, soprattutto, le molte storie del Silmarillion, per esempio le avventure di Aragorn da giovane. Non si sa quando comincera’ la prima stagione. Ci si puo’ aspettare, comunque, che tali risorse impiegate allargheranno il numero dei tolkieniani in tutto il mondo.

Ci e’ pero’ …. un pero’, appunto. E cioe’, anche se la critica Tolkieniana ha oramai sessanta anni, e’ gigantesca, e’ internazionale e spesso e’ di alta qualita’, nonostante cio’ essa rimane come in un mondo parallelo rispetto alla critica letteraria mainstream. Come due vasi asimmetricamente comunicanti: si’ dal mainstream a Tolkien, ma non da Tolkien al mainstream.

Cio’ implica che Tolkien viene discusso solo in convegni su Tolkien, riviste su Tolkien, corsi universitari su Tolkien e il fantasy.

Cio’ implica che il ‘canone’ letterio dei ‘buoni libri’, dei ‘classici letterari’, delle ‘grandi opere’ di letteratura non accoglie ancora Tolkien.

Questo lo si vede nei manuali di storia letteraria dove Tolkien o non ci e’ o e’ considerato un minore; e dove Tolkien non viene considerato nelle influenze ricevute dal mainstream e date al mainstream.

Il canone attuale e’ ancora il canone ‘modernista’ cioe’ quella ideologia dei critici letterari a partire dal primo dopoguerra e che – postmodernismo o non postmodernismo – e’ tutt’altro che finita.

Tom Shippey dice che, per finire, dovranno morire fisicamente (di vecchiaia! don’t worry!) tutti I critici letterari e professori di letteratura che sostengono questo canone.

Un elemento fondamentale (anche se non lo unico) del ‘canone’ modernista e’ lo ‘elitismo’. Un qualcosa che e’ popolare non puo’ avere qualita’ letteraria. Quando Dickens era vivo e veniva letto dalle masse a puntate sui giornali popolari non era considerate degno di entrare nel canone. Quando le masse si sono rivolte ad altri autori e anche ad altri media (tipo il cinema) Dickens e’ diventato un classico del canone. Per fare un esempio.

La logica e la esperienza della realta’ devono impedirci di cadere nella fallacia marxista e populista di dire che se un pezzo di cultura e’ popolare, allora e’ di alta qualita’ D’altra parte questo secondo errore i marxisti non sono mai riusciti a propagandarlo con efficacia, e, dunque, sono diventati i piu’ elitisti tra gli elitisti, i piu’ posh, rigidi ed intolleranti.

E cosi’ ad autori superelitisti come T.S. Elliot e Virginia Woolf e’ stato dato un posto sproporzionato (troppo grande) nel canone, ed ad autori popolari di alta qualita’ come Philip Dick, Tolkien, Ursula le Guin, Agatha Christie, Arthur Conan Doyle, Isaac Asimov e’ stato stato o nessun posto o piccolissimo.

Tra questi autori il piu’ difficile da combattere , lo osso piu’ duro da rosicare per critici letterari elitisti modernisti e’ Tolkien. Egli infatti e’ stato per 35 anni insegnante nella superelitista universita’ di Oxford ed e’ stato il piu’ bravo filologo di Inglese Antico del XX secolo. Difficile dunque dire che egli fosse “half-educated”, etc.

Potra’ Tolkien essere la ‘testa d’ariete’ che sfondera’ il decrepito portone del canone modernista e fara’ entrare grandi autori come quelli appena citati nella cittadella della ‘alta’ letteratura ?

Endore