La Compagnia dell'Anello



Per alcuni tolkieniani (e certamente per la maggior parte dei collaboratori di “Endore”) le opere di Tolkien e il fandom attorno ad esse hanno costituito una vera 'compagnia' durante la maggior parte della vita. Come pero' la Compagnia partita da Granburrone , anche la nostra ha una missione, quella di portare, di evitare di usare e di cercare di distruggere l'Anello del Potere. Il tentativo di distruggerlo e' volto alla salvezza della Terra di Mezzo e dunque e' uno scopo motivante, perche' ci impegna verso l'ottenimento della verita', della giustizia e dell'amore. Ma esso entra in contrasto con chi vuole il contrario di queste cose e, dunque, ci presenta nemici esterni , ci erge ostacoli innanzi e ci getta nei conflitti. Inoltre, l'evitare di usarlo ci immerge nella lotta interiore con i mali interni a noi stessi.

Questo in tutta la nostra vita e, anche, certamente, in quella parte della nostra vita dedicata alle "attivita' tolkieniane " e ai rapporti interpersonali con gli altri tolkieniani.

Ci sono invidie, prepotenze, odii, disprezzi, calunnie, falsita', risentimenti, slealta' , codardie, opportunismi, disordinate ambizioni e eburnee superbie nel mondo tolkieniano? Ma certamente si' ! Cosi' come ci sono state nel nel campo degli Achei sotto Troia, tra i discepoli di Platone nella Accademia , nel Senato della Repubblica di Roma, nella aristocrazia inglese del XVI secolo, nella Lega delle Nazioni degli Anni Trenta e ci sono oggi e ci sempre state nel passato nelle varie chiese cristiane, a cominciare da quella apostolica.

Questo anno in Italia abbiamo visto conflitti tra la Societa' Tolkieniana Italiana e la Associazione Italiana di Studi Tolkieniani, concentrate sulla rivalita' tra la vecchia traduzione di Vittoria Alliata e quella nuova di Ottavio Fatica, ma non solo su questo. Il direttore di "Endore" e' stato 'scalpellato' (come di faceva sugli obelischi egizi del nome di Akhenaton) dalla recensione di Andrew Higgins su Tolkien Studies del congresso di Modena "Tolkien e la filosofia". Tom Shippey e' stato offeso da David Bratman e ha lasciato il comitato editoriale di Tolkien Studies. L'attore Will Poulter ha litigato con Amazon Prime e ha abbandonato la sua parte nella nuova grande produzione tolkieniana. E.... siamo certi che questa e' solo una goccia nel mare. Dipingere il fandom tolkieniano come una zuccherosa famigliola alla Mulino Bianco sarebbe proprio uan falsificazione, soprattuutto cosi' stridente con le idee di Tolkien e con la maniera con cui egli ci ha raccontato le vicende della sua Compagnia dell'Anello, del Consiglio di Elrond, dei Signori di Gondor e dei rapporti tra gli hobbit nella Contea.

Adesso e' morto Christopher Tolkien e le eulogie su di lui hanno, purtroppo, superato i limiti non solo della decenza tolkieniana ma della decenza media dei necrologi scritti quando muore una personalita' politica o artistica. Almeno nella pubblicistica mainstream, quando un personaggio famoso muore, vi sono valutazioni contrastanti della sua opera, della sua vita, del suo carattere, della sua eredita'. Nel caso di Christopher Tolkien , purtroppo, no. Abbiamo visto solo un coro di lodi senza moderazione e una assordante assenza di critiche. De mortuis nihil nisi bene? Non lo crediamo! E' un comportamento ne' veritiero ne' giusto. E, inoltre, ci delude che questa reazione cosi' poco virtuosa venga proprio dal mondo dei tolkieniani, che, almeno in teoria , dovrebbero essere vaccinati da questi culti della personalita'.

Questo anno avremo il 'grande' evento tolkieniano della The Lord of the Rings TV series di Amazon Prime, con riprese che cominciano in febbraio in Nuova Zelanda con un cast si potrebbe dire "neotenico" ☺(di attori assai giovani), e con storie che presenteranno Melkor, Feanor, Fingolfin, Beren, Luthien e molti altri personaggi tratti da quel monumentale prequel che e' il Silmarillion. E' ancora aperta la grande mostra su Tolkien organizzata dalla Bibliotheque Nationale a Parigi e, probabilmente, altre iniziative del mondo accademico ufficiale cominceranno a venire fuori questo 2020, come in un disgelo dopo una lunga glaciazione.

Crediamo pero' che, al di la' di qualunque sfavillio mondano (simile a quello delle grandi cattedrali dorate, dipinte, stuccate e farcite di marmi attorno alla croce di Cristo), la unica vera eredita' buona di Tolkien, possibile per noi oggi e nel futuro che ci sara' concesso, e' quella che egli ha presentato nella sua non idealizzata Compagnia dell'Anello: distruggere il potere e non bramare il potere , ed aiutare gli amici nel momento del bisogno.

Endore