La riscossa di Mithril

di Riccardo Moretti



Se nel nostro precedente appuntamento avevamo decantato i pregi di alcune piccole ma preziose miniature di Forge World, consociata Games Workshop che in quanto tale può avvalersi dei diritti sulle due trilogie cinematografiche acquisiti dalla casa madre, e criticato in qualche modo Mithril per un figurino da considerarsi non fra i meglio riusciti, augurandoci in chiusura un pronto riscatto del marchio irlandese, possiamo ora affermare che la risposta di Mithril non si è fatta attendere troppo.

La riscossa si concretizza ancora una volta grazie alla più volte citata serie "Fellowship", dimostrando di nuovo, se ancora ce ne fosse bisogno, che le opere di Tolkien rappresentano una fonte di idee pressochè inesauribile, che consente agli appassionati adepti del "club" Mithril di proporre personaggi o piccole scene da realizzarsi nel modo filologicamente più vicino al testo dell'Autore.

A dimostrazione di quanto appena affermato, analizziamo quattro delle uscite più recenti della Mithril Fellowship, iniziando con "Elladan and Aragorn on the Paths of the Dead" (MZ680): Aragorn si avventura lungo i Sentieri dei Morti scoprendo i resti di Baldor, figlio di Brego, re di Rohan ("Nel 2569 [Brego] completò il grande palazzo di Meduseld. Durante la festa suo figlio Baldor fece voto di percorrere i «Sentieri dei Morti» e non tornò mai più."), e la vignetta raffigura la scena che vede Gimli nel romanzo:

"A sinistra in lontananza qualcosa brillò nelle tenebre all'avvicinarsi della fiaccola d'Aragorn, il quale fece arrestare la compagnia e andò a vedere di che cosa si trattasse.

«Non conosce egli dunque la paura?», mormorò il Nano. «In qualsiasi altra caverna Gimli figlio di Glòin sarebbe stato il primo ad accorrere allo scintillare dell'oro. Ma non qui! Che rimanga pure dov'è! »

Ciò nonostante si avvicinò e vide Aragorn in ginocchio mentre Elladan reggeva ambedue le fiaccole. Innanzi a lui erano le ossa di un uomo imponente. Portava una cotta di maglia e l'intera armatura giaceva ancora lì intatta; infatti, l'aria asciutta della caverna aveva conservato anche la cintura d'oro e di granati ed il ricco elmo d'oro che copriva il suo teschio. Era caduto bocconi accanto a uno dei muri della caverna, come poterono constatare, ed innanzi a lui si ergeva una porta rocciosa fermamente chiusa: le ossa delle sue dita erano ancora avvinghiate alle fessure. Una spada rotta e scalfita gli giaceva accanto, come se colto dalla disperazione avesse vibrato contro la roccia un violento colpo.

Aragorn non lo toccò, ma dopo averlo osservato in silenzio per qualche tempo si levò in piedi sospirando. «Non cresceranno mai in questo luogo i fiori di simbelmyne», mormorò «Vi sono ora ben nove e sette tumuli coperti dall'erba verde, e durante tutti questi lunghi anni egli è rimasto in terra davanti alla porta che non riuscì ad aprire. Dove conduce? Perchè voleva passare? Nessuno mai lo saprà"

Non è necessario aggiungere nulla al testo di Tolkien per descrivere la vignetta di Mithril.

Anche la scena che si può ricostruire utilizzando la varie parti che compongono "Folca and the Great Boar of Everholt" (MZ684) è dotata di un notevole potere evocativo, pur raffigurando un episodio poco noto, citato solamente in una delle appendici del Signore degli Anelli (Appendice A, sezione "I Re del Mark"):

"Folca. Era un grande cacciatore, ma giurò di non cacciare più alcun animale prima di aver ucciso tutti gli Orchetti che rimanevano a Rohan. Quando trovarono e distrussero l'ultima fortezza degli Orchetti, egli cacciò il grande cinghiale di Everholt nel Firien. Lo uccise ma morì in seguito alle ferite riportate."

Il Re cacciatore di Rohan è rappresentato mentre, già ferito, impugna la lancia per infliggere all'enorme bestia il colpo mortale; davanti a lui giace il suo cavallo, che pare poco più di un pony a confronto con la mole del grande cinghiale.

La terza miniatura che prendiamo in esame può essere introdotta dalle parole pronunciate da Gandalf durante il Consiglio di Elrond:

"«Alcuni qui presenti ricorderanno che molti anni fa osai varcare le porte del Negromante di Dol Guldur , ed esplorare di nascosto le sue vie, scoprendo che i nostri timori erano fondati: egli non era altri che Sauron, il nostro antico Nemico, che riprendeva nuovamente forma e potere. »"

"The Necromancer of Mirkwood" (MZ683), nella versione creata da Mithril, ci appare seduto su un pesante scranno, malignamente intento a ponderare i suoi malvagi propositi. E' interessante qui riportare una nota che accompagna la descrizione della miniatura sul sito web di Mithril: "La figura è tecnicamente in scala 32mm perchè Sauron è più grande di un normale essere umano ma se fosse in piedi l'altezza del suo corpo sarebbe più vicina alla scala 54mm."

Come degna conclusione di questa "full immersion" nelle Mithril Fellowship miniatures, non c'è nulla di meglio che dedicare le ultime righe alla deliziosa "Far-Harad camel and driver" (MZ672), ancora una volta notevole prova di abilità degli scultori della casa irlandese. Il cammello con la sua ben dettagliata soma e l'Haradrim con turbante e bastone che lo conduce sono una vera e propria gioia per gli occhi...