Many Partings
La vita di un individuo umano non potrebbe esistere senza
una rete di rapporti interpersonali buoni che Aristotele chiamava ‘philìa’ e anche Tommaso d’Aquino direttamente riferendosi
ad Aristotele chiamava ‘caritas’, a causa del quale
fatto la definizione dell’uomo come ‘animale sociale’ è appropriata e sempre
attuale. Anche se dobbiamo ricordare che Aristotele, che coniò questa
definizione, la aveva indissolubilmente accoppiata all’altra ‘l’uomo è un
animale razionale’ , in quanto la ragione e la
comunicazione linguistica che da essa deriva rende l’uomo molto più
profondamente sociale di tutte le altre specie di animali sociali.
Ma la ‘philìa’ - cioè l’amicizia – come tutte le
cose umane è qualcosa di limitato sia qualitativamente, perché non tutti i
rapporti interpersonali buoni sono molto o eroicamente buoni, sia
quantitativamente perché non tutte le amicizie durano per tutta la vita. Se
guardiamo alla nostra esperienza di vita, e tanto più quanto più la nostra vita
è stata lunga, possiamo vedere che gli amici più che ‘altro me stesso’ sono dei
‘compagni di viaggio’ Un pellegrinaggio a piedi come
il Camino di Santiago de Compostela può servire da metafore: lungo gli
ottocento chilometri la grande maggior partre di compagni
di viaggio non accompagna il pellegrino per tutto il percorso, ne incontra
alcuni all’inizio o dopo giorni e questi o lo superano o rimangono indietro ,
e, comunque, lo lasciano, e così lungo il mese di pellegrinaggio questo succede
molte altre volte. Così anche nella nostra vitae i
’patti col sangue’ non hanno niente di assoluto o garantito, ma, al di là di
ogni romanticismo, sono essi imperfetti come tutte le altre umane cose lo sono.
Guardiamo il mondo tolkieniano: i tratti di viaggio assieme sono stati
buoni e proficui ma non durano per sempre. Tom Shippey
ha lasciato il comitato editoriale della rivista Tolkien Studies e ha lasciato gli studi tolkieniani stessi, Ryszard
Derdziński, Carl Hoestetter,
Patrick Curry, e Alex Lewis hanno lasciato la Tolkien Society. Carl Hoestetter ha composto e pubblicato il suo importante libro
di testi inediti di Tolkien
The Nature of Middle-earth senza alcuna
collaborazione con la Tolkien Society. I seminario
estivo di questa TS sul tema woke della ‘diversity’ ha causato
molte delusioni e critiche dallo interno stesso della associazione (ne
riportiamo un paio in questo numero nella sezione ‘Forum’). D’altra
parte la fine di qualcosa non impedisce il nascere di qualcosa di nuovo:
per esempio questo anno la associazione tolkieniana Christ and Tolkien,
originariamente basata in Polonia, si è molto internazionalizzata.
La stessa dinamica si svolge nelle varie associazioni tolkieniane italiane
nate in vari momenti dal 1992 in poi, che si sono poi scisse, accompagnate,
lasciate, ‘combattute’ per decenni,. Molte hanno
cessato di esistere ma altre – 2022 – esistono ed operano anche oggi : la STI, la ARST ora AIST, Endore, Sentieri
Tolkieniani, Tolkieniani d’Italia, Contea Gentile e altre di cui ci scusiamo se
omettiamo il nome qui non volutamente ma solo per mancanza di sistematicità. Il
saggio ‘la vicenda tolkieniana in Italia’ uscito lo scorso anno sul numero 23
di Endòre
ricostruisce tutti gli snodi importanti di questa storia.
Perciò sia ‘many meetings’ sia – bisogna
riconoscere - ‘many partings’.
E , anche , però – nota positiva ! - un fiorire di
molte iniziative.
In Italia la notizia è che , dopo la morte di
Christopher, il Tolkien Estate ha dato il permesso alla HarperCollins di
vendere i diritti della History of
Middle-earth
alla Giunti per la traduzione italiana. Quasi
tutte le opere di Tolkien sono state tradotte in italiano, a parte gli ultimi
10 dei 12 volumi della History of Middle Earth. Quando i volumi
della HoME uscirono (postumi, a cura
del figlio Christopher Tolkien) negli Anni Novanta, il direttore di Terra di Mezzo cominciò a pubblicarne le
recensioni e poi continuò su Endòre, portando per
la prima volta il pubblico italiano a conoscenza di tali scritti, e si rese
conto che non valeva la pena di tradurre
in italiano tutto quanto contenuto in essi: la maggior parte dei testi di
questi volumi sono infatti o indagini linguistiche o varianti e varianti di
varianti di testi già pubblicati. Uno studioso tolkieniano bravo ne può trovare
grande utilità, è vero, ma uno studioso tolkieniano bravo certamente non soffre le barriere
della lingua inglese e quindi non necessita una traduzione in italiano. Dunque
a fine luglio 1996 Franco Manni andò a Milano e propose ad Alberto Conforti
(allora direttore editoriale della Rusconi (che pubblicava in Italia Il Signore degli Anelli e Il Silmarillion) una antologia dei passi
narrativi più inediti e più interessanti in un volume unico di circa 500 pagine
( e non 5.000!). A Conforti piacque la idea e scrisse subito alla HarperCollins
che, dopo poco, gli rispose :
dear
Alberto I've now heard directly form Christopher about your desire to
produce one-volume anthology of volumes III through XII of the HoME, so I am letting you know his response without
delay.
I'm afraid he is most vehemently opposed
to the idea and stressed himself in the strongest possible terms. He has always
had serious misgivings about the possibility of translating these books at all
and wasn't happy about his experience of what happened when you
translated The Lays of Beleriand /.../
I am sorry about it, but the strength of Christopher's objections makes it
impossible to consider your suggestion.42
Ora però Christopher è morto e la traduzione ha avuto il lasciapassare,
anche se resta immutato il problema della opportunità ,
e cioè se – a parte i passi veramente nuovi come, per esempio, quelli di The
Morgoth’s Ring (volume decimo della HoME - questa grande
quantità di analisi linguistiche e di
variantistica filologica meriti davvero
una traduzione integrale in un’altra lingua rispetto a quella originale.
Certo, male non fa, e la sua pubblicazione potrà, anzi, richiamare la
attenzione sulle opere di Tolkien.
Una altra novità e questa mondiale, è la fiction di Amazon. Già il numero
scorso di Endòre
presentava la tavola rotonda sulla TV series di
Amazon sulla Seconda Era, serie che sarà trasmessa su base settimanale a
partire del 2 Settembre di questo anno 2022. Già
alcuni trailers e dichiarazioni dei produttori sono usciti, facendo sì – purtroppo ! - che molti fan ora temino
una nuova operazione suicida secondo la ideologia ‘woke’, come quelle della 13sima stagione del Dottor
Who e la terza trilogia di Starwars. Nel numero 23 di
Endòre, un anno fa, nella nostra Tavola Rotonda
avevamo parlato di questa possibilità, dicendo, per esempio:
«Certamente
dovrebbero eliminare quell’errore della ‘political correctness gone crazy’, oggi chiamata anche ‘wokeness’,
che ha già rovinato venerabili saghe come quella di Star Wars (nel sequel) e
distrutto il personaggio di Wonder Woman e del Doctor Who. Ciè
dovrebbero evitare di mettere attori neri e asiatici e gay etc
col bilancino del “manuale Cencelli” dei democristiani di vecchia memoria, e,
inoltre, evitare di rappresentare Erendis e altre
donne come “più buone “ e con più spazio che quello
dato agli uomini perché le ‘donne sono più buone e sagge’ degli uomini , ed
altre pazzie di questo tipo».”
Su altre produzioni di ambito tolkieniano il presente numero 24 offre le recensioni dei nuovi libri di
critica di Paolo Nardi, Gianluca Comastri, Gianluca Meluzzi e Robert Evans, del
gioco La Caccia all’Anello e delle
nuove miniature della Mithril.
Contributi più propriamente
originali di Endòre al mondo tolkieniano
presenti in questo numero sono gli articoli di studio ed approfondimento di
Manuel Pezzali (una nuova seria ed informata
indagine sul Tema del Male dopo quella sistematica di Alberto Quagliaroli uscita nei primi numeri di Endòre) e di Gianluca Meluzzi: qui dobbiamo
soffermarci nel considerare la qualità di questo studio sui 21 emblemi araldici
disegnati da Tolkien tra 1960 e 1961, per il dettaglio della analisi, per la
razionalità delle ipotesi esplicative, per la erudizione delle conoscenze e per
la chiarezza della esposizione, oltre che per la originalità dello argomento.
Abbiamo poi le inedite
traduzioni in italiano di importanti saggi di Tom Shippey
e di Carl Hoestetter, i sonetti poetici originali di
Enrico Imperatori e una nuova capitale rata della monumentale Bibliografia
Tolkieniana che egli sta scrivendo da 25 anni. Soprattutto da segnalare è una
approfondita discussione (“tavola rotonda”) sul fondamentale tema della
Religione nell’opera di Tolkien, fatta dai membri storici della redazione della
rivista Paolo Barbiano, Adriano Bernasconi, Simone Bonechi, Davide Cattaneo, Elena
Grecchi, Franco Manni ed Alberto Quagliaroli.
Endòre