Tavola Rotonda Endòre 30 ottobre 2022

 

Le idee politiche esplicite e implicite nelle opere di J. R. R. Tolkien

 

 

F (Franco Manni), D (Davide Cattaneo) A (Alberto Quagliaroli) P (Paolo Barbiano) AB (Adriano Bernasconi) C (Carlo Stagnaro)
[ La lunga e meticolosa opera di trascrizione del file audio e' opera e merito della veterana redattrice di "Endore" ELENA GRECCHI ]

 

 

I.  La vita di Tolkien e le sue idee politiche personali

 

F: Partirei da Tolkien stesso come persona, perché anche lui era un uomo e aveva le sue idee politiche che compaiono in primo luogo nelle lettere e in quel bel libro: Gli Inklings, di H. Carpenter, dove ci sono tante testimonianze di quello che si dicevano nelle loro riunioni,  infatti erano amici e parlavano di tutto. Partendo da questa sezione che sarebbe Tolkien e le idee politiche io dico che Tolkien al di là delle interpretazioni che la destra o la sinistra hanno dato del suo pensiero, era molto singolare, cioè non aderiva a una corrente specifica, non era mai stato iscritto a nessun partito politico tanto per dirne una. Mentre se avessimo trovato persone degli anni Trenta, degli anni Quaranta degli anni Cinquanta, cioè dei i suoi decenni di maturità, intendo personaggi come Marc Bloch o Jean Paul Sartre piuttosto che Sciascia o Vittorini, avremmo visto  che erano iscritti a partiti politici. Tolkien invece un intellettuale ad alto livello a mio giudizio non era iscritto a nessun partito politico. Oltre a questo aveva delle idee particolari: ha vissuto in un periodo in cui c’era una radicalizzazione della politica terribile perché negli anni Trenta e Quaranta c’erano due super potenze: non gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica come è stato nell’arco della mia vita, la guerra fredda, ma il potere del Reich con tutti i suoi alleati e il potere dell’Unione Sovietica e uno era il totalitarismo nazista e l’altro il totalitarismo comunista. Questo ha comportato una radicalizzazione della politica come che io sappia non c’è mai stata nel mondo. Tolkien non era filo nazista, noi sappiamo che ha scritto quella famosa lettera dove vietava la traduzione de Lo Hobbit in tedesco perché quella casa editrice era antisemita.

Inoltre non mi risulta che fosse mai stato a favore del partito comunista.

 

P – Come cattolico è un po’ difficile. Tolkien ha avuto delle discussioni con gli Inklings in occasione della guerra civile in Spagna: Lewis era chiaramente dalla parte della Repubblica, Tolkien invece era un po’ più dubbioso visto quello che stava succedendo. In un episodio raccontato in una sua biografia si racconta di quando è arrivato uno scrittore inglese un po’ bizzarro che era in Spagna quando è scoppiata la guerra civile, forse Campbell, e che aveva partecipato alla guerra civile dalla parte di Franco: per gli altri Inklings era una cosa scandalosa, ma per Tolkien meno. Questa è una scena che ha ispirato il primo incontro tra Grampasso e Frodo. Mi ricordo che Tolkien si definiva anarchico ma non nel senso di tizi barbuti che buttano bombe ma nel senso di persone che si oppongono a qualsiasi forma di governo centralizzato, in generale a qualsiasi governo dell’uomo sul uomo.

 

C – Tolkien era un conservatore, il prototipo del conservatore inglese antifascita dei suoi anni. La lettera che citava Paolo è interessante perché è quella in cui dice: “La mia prima opzione politica è sostanzialmente anarchica, poiché sono uomo di mondo e so come funzionano le cose e che quindi i governi esistono, la mia seconda opzione è una monarchia assoluta non costituzionale in cui la principale preoccupazione del re è  giocare con i trenini e licenziare il ciambellano se si presenta con il vestito sbagliato. “ E’ una lettera e quindi calca un po’ la mano, però da l’idea della sua prospettiva che non è la cosa più interessante di Tolkien perché non è originale, cioè lui è esattamente quello che ci si può aspettare fosse un professore universitario abbastanza benestante di Oxford negli anni pre e post seconda guerra mondiale. Quindi da questo punto di vista penso che ci sia poco da scoprire e che ci sia poca sorpresa nel fatto che lui non avesse nessuna simpatia nei confronti delle dittature di destra, ma neanche avesse delle tentazioni socialiste.

 

D – Sfogliavo il libro delle lettere. Secondo me bisogna tenere conto di due aspetti del suo pensare: uno era un rifiuto totale della guerra, ovviamente. In uno dei passaggi delle lettere scriveva al figlio Cristopher che avrebbero fatto una raccolta fondi a favore dei soldati e lui diceva: “Non penso minimamente a dare un penny per la guerra né tanto meno a dare un figlio per la guerra”. E scriveva che la guerra è sempre una perdita qualunque sia l’esito finale. Aveva questo principio morale della pace tra i popoli in assoluto.

 

F – Quindi era un pacifista assoluto.

 

D – L’ha maturata secondo me sia sulla base delle esigenze personali sia sulla storia dei figli poi arruolati nella seconda guerra mondiale.

 

F – Ecco Carlo Stagnaro dice che è la parte non interessante però magari andando nell’individualità singola di Tolkien vediamo che non è un qualsiasi don, cioè professore universitario di Oxford e Cambridge, secondo me è molto al di sopra.

 

P – Tolkien non era un sostenitore della repubblica in Spagna per partito preso così come era la maggior parte degli intellettuali europei a quell’epoca.

 

F – Quindi era un estremista: io nella mia vita ho sempre sentito che la repubblica era giusta e Franco era sbagliato. Anche testimonianze più recenti come il film Il labirinto del fauno di Guillermo del Toro mostra chiaramente che la repubblica è giusta e Franco è sbagliato.

 

P – Ritornando un momento a quello che diceva Carlo sul fatto di Tolkien come tipico conservatore inglese, io non so se lo si può definire esattamente così nel senso che non era l’inglese entusiasta dell’impero britannico, lui era abbastanza critico su certe cose, la sua posizione era più una posizione da Hobbit della Contea la vita rurale, il privato, dell’impero britannico lui ne parlava abbastanza male. Non era un inglese orgoglioso del suo impero.

 

F – Non so citare il punto preciso delle lettere, ma diceva che non era orgoglioso dell’impero britannico e del Regno Unito, gli faceva venire GRRR rabbia.

 

AB – Lui voleva solo l’Inghilterra separata dalla Scozia e dal Galles.

 

C – Secondo me c’è un punto su Franco. Noi non abbiamo nessuna informazione su cosa pensasse Tolkien su Mussolini nel ‘22/’23. Io credo che se avessimo chiesto a Tolkien quale era la sua posizione sulla situazione politica italiana dei primi anni Venti Tolkien avrebbe espresso un opinione simile a quella che possiamo dedurre su Franco in Spagna, che era l’opinione prevalente un po’ ovunque in Europa e cioè: di là ci sono i sovietici che vogliono distruggere tutto, vogliono sovvertire l’ordine costituito e dall’altra parte c’è questo buffo personaggio che si atteggia e che mostra la mascella. Alla fine è il modo in cui l’Italia tiene i sovietici fuori e quindi ce lo facciamo andar bene. Io credo che il punto sia che si possa pensare che l’atteggiamento di Tolkien in queste situazioni sia: vabbè facciamoceli andare bene, opinione che poi con il passare degli anni non ha mantenuto. Penso che la stessa cosa si possa dire di Franco e che lui pensasse: a me Franco non piace, non mi piacciono i repubblicani perché sono fondamentalmente comunisti, ma tra i due il minore dei mali in questo momento mi sembra essere Franco o Mussolini in Italia nel ‘23. Penso che questa potesse essere la sua visione.

 

P – Sicuramente non era comunista. Una volta accenna a Stalin definendolo “Quel macellaio sanguinario”. In fondo in fondo anche quello che fa Saruman nella Contea era qualcosa di simile a un’economia pianificata di uno stato socialista quando venne confiscato tutto, ed è interessante perché vuol dire che lui aveva informazioni su quello che succedeva al di là della propaganda incrociata. Quello che fa Saruman nella Contea sembra quello che hanno fatto in Albania negli anni 50.

 

F – Quindi vediamo che Tolkien ha delle opinioni non comuni: è antinazista ed è filo franchista date le circostanze, certamente disprezzava i comunisti che chiamava i rossi.

 

AB – E non era nemmeno un conservatore classico idealista dell’impero britannico.

 

F – Infatti il principale conservatore di quegli anni anzi l’eroe del conservatorismo dei Tories, che ha salvato l’onore dei Tories da Chamberlaine che l’avrebbe portato nel fango è Winston Churchill che è il mio eroe del ventesimo secolo in senso politico. Poi se uno mi chiedesse i miei eroi intellettuali ne ho altri tipo Croce piuttosto che Freud, ma l’eroe politico è Winston Churchill. E come sapete, se vi ricordate dalle lettere, a Tolkien Churchill era antipatico.

 

A – Credo che nell’opinione che Tolkien aveva su Churchill ci fosse l’aspetto del suo cattolicesimo. Lui vedeva come l’anglicanesimo schiacciava il cattolicesimo e quindi metteva forse insieme la visione della destra inglese come la visione protestante anticattolica. In una lettera dice: “L’odio per la nostra chiesa dopotutto l’unico vero fondamento della chiesa anglicana così profondamente radicato da rimanere anche quando tutte le sovrastrutture sembrano rimosse”.

 

F – Questo è un elemento perché Churchill era un paladino dell’anglicanesimo e anche l’altro elemento ricordato adesso riguardante l’Impero britannico perché il poeta dell’impero britannico è sempre Winston Churchill. Davide ha citato questa cosa del pacifismo assoluto di Tolkien che mi pare la posizione più problematica per Tolkien uomo perché come scrittore ha scritto il suo capolavoro che si chiama The War of the Ring. Quindi il Tolkien scrittore parla di una guerra che è giusta e che deve essere fatta.

 

AB – Effettivamente i testi narrativi di Tolkien sembrano andare da una parte diametralmente opposta rispetto a quella del pacifismo assoluto perché se gli Hobbit fossero rimasti pacifici nella loro Contea sarebbero stati conquistati.

 

A – A pagina 179 lettera 96 Tolkien dice: “I Russi sono a 60 miglia da Berlino pare che presto potrebbe succedere qualcosa di decisivo. La terribile distruzione e miseria di questa guerra aumentano di ora in ora” Parla di tutte le parti in causa.  “Distruzione di ciò che dovrebbe essere e in effetti è la ricchezza comune d’Europa e del mondo, se l’umanità non fosse così inebetita, ricchezza che riguarderà tutti noi vincitori o meno. Eppure la gente prova gusto a sentire delle code interminabili lunghe quaranta miglia di miserabili rifugiati, donne e bambini che si riversano verso ovest morendo per strada” Penso che parli dei tedeschi. “Sembra che non restino sentiementi di misericordia o compassione né immaginazione in questa oscura ora diabolica. Con questo non intendo dire che nella situazione attuale creata principalmente ma non solo dalla Germania non sia tutto necessario e inevitabile, ma perché provarne gusto? Dovremmo avere raggiunto un livello di civiltà in cui potrebbe essere ancora necessario giustiziare un criminale, ma senza gioirne e senza impiccare sua moglie e suo figlio accanto a lui mentre la folla di orchi ride sguaiatamente. La distruzione della Germania sia pure cento volte meritata, è una delle catastrofi mondiali più terribili. Bene bene tu e io non possiamo farci nulla e questo dovrebbe essere un’indicazione di quanta colpa si può pensare di imputare a un cittadino di un paese che non faccia parte del suo governo.”

 

F – Allora in questa lettera non è che si teorizza il pacifismo assoluto si teorizza il dolore, quanto la guerra sia terribile, anche se vittoriosa.

 

A – Si può essere colpevoli pur essendo dalla parte giusta.

 

F -  E dice una cosa giusta almeno dal punto di vista della mia sensibilità morale: non bisogna gioire di queste cose.

 

D – Ho trovato le lettere 100, 101 e 102. Nella 100 dice che “Tutto quel poco che so dell’imperialismo britannico e americano nel lontano Oriente mi riempie di dispiacere e disgusto. Temo di non nutrire più nemmeno una briciola di patriottismo in questa guerra.” Altre note critiche sono presenti nella lettera 101 e 102.

 

F – Questa frase è già più forte perché dice che non sente più neanche una briciola di patriottismo.

 

A – Quando c’è una situazione di pace le guerre andrebbero evitate mi sembra che dica questo.

 

C – Poi secondo me dice anche un altra cosa: va bene far la guerra ai nazisti ma non ogni tedesco è nazista e non ogni cosa che esiste in Germania va distrutta per distruggere i nazisti. Mi sembra un osservazione sconsolata ma abbastanza realistica. Per attualizzarla nei tempi attuali: siamo tutti amici degli ucraini, ma non per questo bisogna cancellare Dostoevskij.

 

F – Questo è un punto molto importante: la questione guerra e pace soprattutto perché il suo capolavoro riguarda una guerra non riguarda una pace. L’altro punto che mi sembra abbastanza importante è quello riguardante la religione a livello politico perché lui sappiamo che era un devoto cattolico però una cosa è la propria spiritualità personale un altra l’idea politica sulla religione. Lui cosa pensava su quale dovesse essere il trattamento dello stato riguardo alla religione?

 

C – A memoria non mi pare che ne parli gran che.

 

A – Probabilmente guardandolo dalla sua ottica pensava che la religione quasi nazionale inglese e cioè la confessione protestante poteva fare dei danni e emarginare la confessione cattolica. Se fosse vissuto in Italia magari avrebbe ragionato in modo opposto.

 

F – Mi viene in mente una sua frase dove dice che la sua povera madre essendo cattolica è stata una martire.

 

A – Quindi potremmo dire che una religione che domina e che schiaccia anche politicamente le altre confessioni è un errore gravissimo. Ma la vedeva dal suo punto di vista, non di chi era protestante in Italia.

 

F – Ma non mi ricordo che lui sostenesse la religione di stato.

 

A – Quello no certamente.

 

F – Ricordo che il suo più caro amico era un protestante: C. S. Lewis.

 

AB – E poi anche nei suoi testi se pensiamo a come descrive Isengard che è una sorta di teocrazia o Numenor quando è in mano a Sauron alla fine della sua decadenza, vediamo che in entrambi i casi descrive in maniera terribile una religione che domina e schiaccia le altre e che è l’unica accettata da tutti.

 

A – Quindi Tolkien è contro l’assolutismo in tutti i modi in cui si manifesta, poi certo se c’è uno scontro tra due assolutismi bisogna scegliere, ma in generale questa sua avversione vale in politica come nella religione.

 

P – Ho trovato le lettere 52 e 53 dove parla degli anarchici e delle guerre, il materiale è li.

 

D – Sia fra i suoi scritti sia fra le sue opere un altra componente importante del suo pensiero politico era la questione ecologica ambientale. Questo suo essere conservatore si manifestava nel rispetto del paesaggio della natura. Nei suoi scritti criticava l’eccessiva industrializzazione e invasione della città nei confronti delle campagne. Sono temi a lui cari che ha riversato nella sua narrazione.

 

F – Un tema che diventa complesso se lo andiamo ad analizzare da un punto di vista conservatore. Prendiamo Boris Johnson un classico rappresentante dei Tories, lui è a favore della tecnologia.

 

C – Da questo punto di vista secondo me ci sono due aspetti uno legato al mondo del conservatorismo e uno più specifico di Tolkien. Per quanto riguarda il mondo del conservatorismo possiamo dire che quello inglese e americano cambia radicalmente negli anni Settanta, dopo Tolkien. Fino agli anni Settanta, più in Gran Bretagna che negli Stati Uniti, è davvero il partito dei lord che andavano alla caccia alla volpe, della campagna benestante. Per quanto riguarda Tolkien ricordiamo che gli anni dalla prima alla seconda guerra mondiale sono anni in cui i suoi due nemici, il nazismo e il comunismo, erano entrambi fautori dell’industrializzazione perché era funzionale alla guerra e dipingevano sé stessi come  le ideologie che avrebbero spazzato via tutto il passato inutile e l’avrebbero sostituito con i motori dell’industria, con la fabbrica e questo secondo me conta in Tolkien. Sto leggendo il terzo libro di Scurati su Mussolini e racconta che la prima volta che Hitler viene in Italia viene invitato a pranzo dal re e racconta poi cosa scrivono nei diari i gerarchi nazisti presenti e i nobili italiani presenti. I tedeschi: sono stato a questo noiosissimo pranzo con queste teste di cazzo che pensano che il mondo ruoti intorno al loro ombelico e neppure si rendono conto che li spazzeremo via ecc. mentre i nobili italiani commentano: giornata terrificante sono stato costretto a sorridere a questa banda di bifolchi che è venuta qua con i loro stivali sporchi ecc. e quindi entrambi hanno dato la stessa interpretazione dell’incontro. Tornando a Tolkien e a questo suo essere ambientalista secondo me era una risposta all’atteggiamento antiambientalista di quelli che più di tutti odiava. Per Hitler la politica doveva essere funzionale alla guerra e per avere la guerra dovevi avere l’industria e il resto, come Saruman.

P – Tolkien aveva questa categoria delle macchine che per lui erano una cosa negativa.

 

C – L’anti Marinetti se vuoi

 

F – Quindi vedi che il conservatorismo è molto sfaccettato perché Marinetti è stato un proto fascista valutato da Mussolini tantissimo e era a favore delle macchine.

 

A – Pensando al conservatorismo americano abbiamo quello trumpiano e quello di Schwarzenegger ex governatore della California che è ecologista.

 

D – Tolkien era antimodernista.

 

F – Questo è un tema molto grosso che si riversa poi nella narrativa. Un altro tema che mi viene in mente è l’atteggiamento di Tolkien verso i paesi del terzo mondo, dico questo perché il novanta per cento dei membri del Commonwealth erano paesi del terzo mondo e cioè oceanici, malesi, indonesiani, pakistani ecc. Che atteggiamento aveva Tolkien verso queste popolazioni?

 

D – Da certi argomenti se ne è sempre tenuto distante o non ha mai  espresso posizioni incisive o chiare.

 

F – Secondo me il razzismo contro i neri tipico italiano che recita: io non sono razzista ma li brucerei tutti non emerge dalla sua biografia.

 

P – Se noi cominciassimo a fare il passaggio da quello che dice Tolkien nelle lettere a quello che dice attraverso il SDA e i suoi scritti, penso agli uomini selvaggi di Ghan-Buri-Ghan, vediamo che ha una posizione contro il razzismo. Infatti descrive questa popolazione, gli Uomini Selvaggi, come sottoposta al razzismo dei Rohirrim che li trattavano un po’ come bestie. Lui li difende come difendeva  gli uomini della Terra di Mezzo che i Numenoreani trattavano un po’ come paria.

 

F – Paolo ci ricorda di passare a una seconda sezione e cioè quella del suo mondo di fiction. Prima di passare a questo argomento parlerei ancora di Tolkien come uomo e l’America. Abbiamo citato che era contro i rossi cioè l’Unione Sovietica e riguardo l’America?

 

A – In una lettera parla di questo “americocosmopolitismo veramente terrificante”.  Diciamo che la globalizzazione non gli sarebbe piaciuta, addirittura non era contento che un ottavo della popolazione mondiale parlasse inglese. “ Se è vero è una vergogna dico io che la maledizione di Babele colpisca le loro lingue così che possano solo dire be be. Penso che dovrò rifiutarmi di parlare se non in Berciano antico”.

 

C – Lui era molto antiamericano.

 

F – Aveva un senso di localismo come se il localismo fosse un valore mentre l’internazionalismo no.

 

A - “Perché io amo l’Inghilterra e non la Gran Bretagna e certamente non il Commonwealth grrr”.

 

F – Si può dire che alla fine della seconda guerra mondiale emergono due superpotenze gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica mentre l’Impero britannico si sgretola e queste nuove potenze Tolkien non le ama.

 

 

 

 

 

 

 

II.  Le idee politiche espresse nel  mondo di fiction creato da Tolkien

 

 

F - Adesso passiamo alla seconda sezione che riguarda il mondo di fiction di Tolkien che è enormemente diversificato, scritto dalla seconda guerra mondiale fino a quando è morto. Tra mille mondi e nelle varie ere, perché lui ha una mentalità storica cioè non pensava che il mondo fosse sempre uguale: gli elfi sempre uguali, gli uomini sempre uguali, vedeva le evoluzioni e le trasformazioni delle società.

 

AB – Una cosa che mi aveva colpito mentre parlavate dell’idea anarchica di Tolkien è come lui descrive la Contea: un paese che non ha un’istituzione centrale forte ci sono giusto quelle persone che devono tenere un po’ l’ordine ma di fatto è un popolo che non ha bisogno di un re o di istituzioni centralizzate.

 

P – C’è il sindaco che deve presiedere la festa una volta all’anno.

 

D – Si ma la Contea è un po’ un idillio che lui racconta, quello che sarebbe la civiltà ideale in cui vivere.

 

P – E poi un altra cosa nel SDA si scopre che chi teneva al sicuro al Contea erano i Raminghi del Nord altrimenti col cavolo che potevano starsene li a farsi questa vita tranquilla.

 

F – Anche perché la polizia non era armata.

 

P – I guarda contea avevano dei randelli.

 

A – Nella lettera 281 si dice che gli Hobbit non erano aggressivi, erano gente che voleva star tranquilla. Nella descrizione dice: “Nessuno diventa uno hobbit solo perché gli piace una vita tranquilla e cibo abbondante ancora meno perché ha un desiderio latente per l’avventura. Gli Hobbit erano una razza la cui caratteristica principale era la loro statura e la caratteristica principale del loro carattere era la quasi totale eradicazione di ogni scintilla dormiente solo qualcuno ne aveva qualche traccia. Quindi il desiderio di una vita comoda e tranquilla non faceva nemmeno venire il desiderio di costruire una società organizzata in modo più strutturato.

 

F – Questo potrebbe giustificare l’assenza di una polizia ma non dell’esercito perché l’esercito riguarda l’esterno di uno stato.

 

A – Ma non avendo aggressioni esterne non avevano la necessità di avere un esercito. Bilbo era anomalo, era stato scelto da Gandalf perché era anomalo, gli altri non avevano voglia di prendere in mano le situazioni e agire in prima persona, Sharkey porta tutta questa novità.

 

F – E da potere a Loto Sackville Baggins e Ted Sabbioso. Quindi questa è una società anarchica molto sui generis perché deve avere un presupposto antropologico che non trovo negli uomini che conosco.

 

A – Una delle cose positive di Rings of Power sono i proto Hobbit, quelli sono fatti secondo me bene.

 

F – Tornando a Tolkien la Contea ha questi aspetti discutibili se non altro perché non erano veramente autosufficienti. Bilbo e Frodo sono diversi proprio perché non hanno la stessa vita degli altri, scelgono di fare delle cose che gli altri non hanno mai fatto.

 

A – Forse possiamo introdurre un fattore di selezione naturale: se non hanno mai avuto problemi è chiaro che si selezionavano quelli più pacifici e più tranquilli, se fossero stati sotto pressione o scomparivano o quell’uno su mille sarebbe diventato molto di più. Il clan dei Brandybuck sarebbe diventato più importante ad esempio, ma siccome non esistevano grossi pericoli l’evoluzione ha portato avanti il vivere sano e tranquillo.

 

F – E’ una situazione piuttosto artificiale perché protetti dai Raminghi.

 

AB – E sono antropologicamente diversi dagli umani in qualche modo.

 

D – Su Frodo e politica c’è una cosa che scrive Tolkien in una nota delle lettere. La lettera 183 parla di politica e dei suoi personaggi, a un certo punto dice: “Per me è chiaro che il dovere di Frodo era umano non politico. Lui naturalmente ha pensato per prima cosa alla Contea dato che le sue radici erano là, ma la ricerca aveva come obiettivo non il mantenimento di quella o questa politica come la mezza repubblica o la mezza aristocrazia della Contea bensì la liberazione di tutta l’umanità da una malefica tirannia compresa la gente come gli orientali o gli Haradrim che erano ancora asserviti al tiranno. “ Più avanti aggiunge: “Denethor era contaminato dalla politica da qui il suo fallimento e la sua sfiducia in Faramir. L’obiettivo principale per lui era quello di conservare l’assetto politico di Gondor così come era contro un altra potenza che era diventata più forte e quindi incuteva timore e doveva essere combattuto per quel motivo più che per il fatto che era corrotta e malvagia.

 

F – Cosa dice di Frodo?

 

D – Che la sua missione era di salvare l’umanità e non aveva alcun fine politico.

 

F – Tolkien ha descritto un sacco di popoli nel SDA e nel Silmarillion e si parla di guerra. Perché il Silmarillion è una serie di guerre terribili con vari coinvolgimenti di Uomini, di Nani, di Elfi, di dei addirittura. Anche gli Dei fanno guerra nel mondo di Tolkien perciò che sia contro la guerra è difficile dirlo. Poi se ci concentriamo sul SDA si può notare una contrapposizione tra questa tirannia a cui erano sottoposti gli Haradrim, gli Esterling e gli orchi e i popoli liberi della Terra di Mezzo. La contrapposizione è chiara e Tolkien tiene per i popoli liberi della Terra di Mezzo.  Passiamo ad altri paesi Gondor ad esempio.

 

A – Gondor è una monarchia che ha perso il re ed è governata da un reggente che vorrebbe diventare re anche lui Denethor, ma che non gli è concesso e quindi non è soddisfatto.

 

D – In questa nota dice che le scelte di Denethor erano dettate esclusivamente dalla politica.

 

F – Cioè il potere di contrapporsi al potere di Sauron.

 

AB – Io vedo come per Tolkien sia importante l’aspetto della discendenza del re, l’importanza che ad essere messo sul trono non sia il Sovrintendente o una persona qualunque ma una persona che abbia una discendenza di sangue.

 

F – Nella nota che sta citando Davide dice che è per questo che Denethor a discriminato Faramir, perché a Faramir non importava di essere al potere con il padre importava che fosse Aragorn a regnare, il legittimo sovrano. E ha inviato Boromir per riportare l’Anello a casa, a Gondor.

 

D – E quindi era la ricerca del potere a tutti i costi.

 

AB – Se ci pensate Aragorn è l’ultimo discendente di Elros prima di Elendil quindi c’è proprio tutta una discendenza che può essere tracciata e ricostruita un po’ come per i re d’Inghilterra si può partire da Guglielmo il Conquistatore e arrivare fino alla regina Elisabetta per una discendenza.

 

A – Valeva anche per gli Elfi questo discorso.

 

C – Questa secondo me è una cosa non dico contraddittoria però curiosa di Tolkien nel senso che lui da un lato crea un epopea che con termine scorretto definiamo democratica, in cui gli eroi sono quelli che si trovano lì per caso e hanno le virtù giuste per salvare il mondo, dall’altro lato però il re di Gondor può e deve essere soltanto quello che ha il sangue blu e non solo lui, ma tutto il suo albero genealogico a monte è fatto di papà e mamme che hanno tutti il sangue blu. Non è che da qualche parte tra Elros e Aragorn c’è uno che è andato con una contadina e lo stesso Aragorn alla fine non si fidanza con una pecoraia… questa è una cosa che un po’ balza agli occhi.

 

F – E’ vero è un aspetto magari solo apparentemente contraddittorio magari se scaviamo riusciamo a capire come possano essere compatibili le due cose, quella che hai chiamato democrazia nel senso morale della parola dove tutti sono uguali, e quella per cui come comandante di Gondor ci può essere solo un super sangue blu.

 

A – Scavando come dici tu Franco si può andare a vedere come gli errori dei capi portino i popoli al disastro, diverse volte succede questo: Numenor, Feanor. Quindi questo modo di condurre una società non è per forza l’ideale giusto non è che lui la prende come la soluzione ideale per vivere la politica, è un modo da cui può venire il buono o il cattivo. A parte gli Hobbit che sono un caso strano.

 

F – A Gondor sono uomini e Numenoreani non sono gli uomini che si sono alleati con Morgoth nella prima era sono gli uomini della seconda era che vengono da Numenor.

 

A – L’aristocrazia è Numenoreana, ma il popolo non lo è.

 

F – Come i Normanni che sono l’aristocrazia al potere mentre gli anglosassoni sono il popolo. Ora Gondor è un regime di origine feudale, ci sono i feudatari che vengono elencati a un certo punto quando entrano a Minas Tirith.

 

P – Principi e duchi che facevano parte del consiglio della corona.

 

F – Il bastione contro il male è Gondor. Anche Rohan ha un patto feudale di vassallaggio con Gondor. 

 

P – L’aristocrazia di Gondor è composta dai discendenti di una minoranza di fedeli di Numenor. Un esigua minoranza che stava su 9 o 7 navi.

 

F – Quindi scavando si vedono delle complicazioni: questo sangue blu di Aragorn che deriva da Numenor, ma non da tutti anzi da una minoranza e il tema della scelta morale che si reinnesta al di là del sangue perché la stirpe reale di Numenor è stata contro gli elfi.

 

D – Al di là della stirpe secondo me poi è la qualità personale del singolo individuo che lo fa eccellere o cadere, non è sufficiente l’appartenenza a quella casata.

 

F – Gondor è il bastione contro il male nella guerra dell’anello e ha come alleato decisivo il suo vassallo Rohan che ha chiamato in suo soccorso. E Rohan cos’ha di diverso?

 

A – E’ un regime feudale un po’ più arretrato, vicino al tribale.

 

F – Si può dire che erano anche loro imperialisti? Gondor era imperialista perché aveva conquistato altri popoli, aveva sottomesso dei Sudroni e degli Esterlings. E Rohan aveva sottomesso qualcun altro?

 

A – I Dunlandiani.

 

P – Che erano gli abitanti originali del paese e poi gli Uomini Selvaggi.

 

F – Pensando al tema dell’imperialismo Tolkien nel suo mondo inventato di fiction non è d’accordo con l’imperialismo lo presenta negativamente.

 

AB –Infatti quando parla di Numenor uno dei segnali della sua decadenza è l’aspetto imperialista, la seconda fase di Numenor quando cominciano a conquistare terre e sottomettere i popoli della Terra di Mezzo.

 

F – E gli Elfi invece che sono i protagonisti soprattutto della prima era e in parte della seconda? Come si distinguono dai regni degli uomini?

 

A – Io continuerei a seguire la dinamica feudalesimo/tribalismo: gli elfi hanno le tribù ci sono le parentele, i capi tribù che hanno le loro aree d’influenza e il capo assoluto che è un po’ il referente per tutti. Loro non hanno fondato un feudalesimo propriamente detto è più un tribalismo avanzato.

 

F – Non hanno un impero mentre gli uomini anche se sono di una famiglia e hanno una stirpe possono dominare altri popoli non di quella stirpe non di quella famiglia, mi sembra che gli elfi questo non lo facciano. Gli Elfi governano solo i propri e basta.

 

P – Si magari fanno un po’ di pulizia etnica come con i Nanerottoli...poi facevano anche le guerre fra loro.

 

A – Sugli elfi Tolkien dice in questa famosa lettera “In effetti gli Elfi hanno distrutto il loro ordinamento politico per realizzare un impegno umano” Lo dice quando spiega che gli Elfi si sono messi in gioco completamente con la Guerra dell’Anello “Questo non avvenne solo come uno sfortunato risultato della guerra, essi sapevano che sarebbe stato un risultato inevitabile della vittoria che in nessun modo sarebbe stata vantaggiosa per gli Elfi. Non si può dire che Elrond avesse un impegno o un obiettivo politico.”

 

F – Quindi possiamo arrivare a questa distinzione nel confronto tra Elfi e Uomini: che gli Elfi sono nazionalistici ma non sono imperialisti, sono composti da clan o tribù come gli elfi silvani che governano solo i silvani, i Vanyar che governano i i Vanyar, i Noldor che governano solo i Noldor, ma non governano altri popoli. Invece gli uomini tendono a governare altri popoli.

 

A – D’altra parte gli Elfi avevano una vita molto più lunga rispetto agli umani, anche questo vuole dire molto perché se tu trasmetti la tua cultura alle generazioni successive, ma questa viene inquinata le cose cambiano. Tra gli Elfi non c’era questo problema perché alcuni di loro esistevano dall’inizio dei tempi quindi è difficile che le ere differenti ti portino lontano dalla tua cultura originaria. Cosa che invece è successa regolarmente con gli uomini.

 

D – E’ come se gli Uomini avessero comunque di fondo una certa avidità, una certa malvagità nel voler avere sempre di più tant’è che sono anche quelli che con gli Anelli sono i primi a soccombere sotto il potere di Sauron. Fa presa sulla cattiveria e malvagità degli uomini per farli schiavi.

 

F – Questo è l’aspetto morale, ma c’è anche l’aspetto politico che è il potere: delle armi, del governo, dei soldi. Molti re degli uomini, non Tehoden, ma altri vogliono dominare altri popoli. E i Nani mi sembrano in questo più simili agli Elfi perché i Nani non vogliono comandare altri popoli.

 

D – Anche se come diceva prima Alberto gli Elfi proprio per il fatto che vivono in eterno e hanno la loro sede definitiva in un altra terra vivono in un modo un po’ più distaccato le vicende della Terra di Mezzo.

 

A – E poi c’è questo aspetto che la memoria è la via: gli elfi sanno cosa è successo dall’inizio, non gli è stato tramandato un ricordo, gli Uomini sono più influenzabili poi anche gli Elfi hanno fatto i loro disastri. Certo gli uomini hanno un senso di rivincita per il fatto di essere mortali, ma è un dato di fatto che tramandando la memoria questa possa essere modificata e quindi che ci possano essere delle deviazioni. Se un bambino nasce in un periodo drammatico terribile è chiaro che diventerà diverso rispetto al bambino che nasce in un periodo pacifico.

 

F – Possiamo dire quindi che i Nani in questo assomiglino più agli elfi e che siano diversi dagli uomini, infatti si sono isolati.

 

A – Erano sovranisti al massimo!

 

P – Ma anche gli elfi dell’epoca del SDA sono isolazionisti, pensiamo a un posto come Lothlorien.

 

F – Le civiltà degli uomini hanno anche un aspetto borghese, umanistico, commerciale, rinascimentale tipo lega Anseatica o paesi Fiamminghi e questo lo dico pensando a Esgaroth sul lago Lungo e questa è un entità politica di tipo diverso sicuramente da Gondor ma anche dalla Contea.

 

P – E più sul tipo delle repubbliche marinare, pur senza essere sul mare, una gilda di mercanti che si eleggevano il loro governatore.

 

F – E quindi un altra forma di governo che mi sembra dai miei ricordi di lettore di Tolkien che non è appoggiata da Tolkien.

 

AB – In effetti non fa una bella figura ne Lo Hobbit.

 

P – Il governatore no, ma poi il governatore successivo diventa Bard, l’uomo che ha ucciso il drago quindi anche li dipende da chi ci va a fare il governatore.

 

A – E’ più una repubblica elettiva con personalità importanti, ma la loro influenza sulla politica generale della terra di Mezzo è molto limitata.

 

F – Esiste tutta una storiografia prevalentemente di stampo marxista  che valuta tutto l’aspetto economico della storia umana. Quindi avrebbe distinto: qui c’è la borghesia, ma la borghesia c’è un po’ dappertutto: nella repubblica romana, nei comuni italiani, nel Rinascimento e via dicendo esiste sempre la borghesia come una specie di spettro che si aggira per il mondo. Avendo visto nella mia vita l’enorme peso della storiografia economicista rispetto a quella di tipo più politico piuttosto che ideale, religioso eccetera posso dire che Tolkien non era di questa parte perché a lui della città del lago e dei borghesi non gliene fregava nulla.

 

AB – No anzi secondo me fa vedere che nella guerra che si scatena per la questione della Montagna Solitaria la città viene schiacciata da potenze politiche più grosse come quella degli elfi o dei nani o  delle truppe orchesche.

 

A – Però diciamo che dal punto di vista della coerenza interna era una realtà necessaria: era un crocevia quindi un posto privilegiato per il commercio. Non è che lui parteggi per quello però è necessario che esista un posto del genere.

 

P – Allora un posto analogo ma ancora più bizzarro è Brea perché che forma di governo aveva Brea un posto dove vivevano insieme Uomini e Hobbit un crocevia sulla strada… Chi governava Brea?

 

F – Quindi questa idea della borghesia che Marx ha da una parte esaltato dicendo che la borghesia era meglio dell’aristocrazia perché ha vinto sull’aristocrazia è un eroe negativo, ma pur sempre un eroe e poi deve essere buttato giù dal nuovo eroe che è il proletariato. Questa idea mi sembra completamente assente in Tolkien, non gliene frega nulla.

 

C – La borghesia ha a che fare con la macchina, l’industria, la modernità, la rivoluzione industriale etc quindi il mondo di Tolkien è un mondo senza borghesia al netto di quel po’ di borghesia commerciale che vedi qua e là, però non c’è nemmeno la figura del ricco commerciante l’imprenditore o latifondista, c’è il signorotto che però rientra nella logica feudale non nella logica borghese. Bilbo era un hobbit benestante che aveva dei terreni e pagava delle persone per fargli funzionare la casa. Viveva di rendita ereditata e non prodotta. Non c’è un economia in Tolkien perché non gliene fregava niente. Qualche vaghissimo accenno esiste in relazione all’export di erba pipa che è l’unica attività commerciale organizzata che mi viene in mente. E poi ci sono i bar, le locande, ma chi si alza al mattino e non è un nobile di sangue che quindi non deve far niente tranne leggere la poesia e andare a cantare e cavalcare tutti gli altri sono o contadini o artigiani, servitori o gestiscono il bar, l’albergo e quant’altro. Mi sembra quindi che l’aspetto economico Tolkien non l’abbia coperto.

 

P – Il declino di Numenor comincia quando questi non si accontentano più di quello che c’era sull’isola che era povera di risorse naturali e vanno a cercarle fuori e poi diventano sempre più avidi e hanno bisogno di accumulare sempre più ricchezze, controllare sempre più territori. In fondo erano in qualche modo mercanti, Numenor era un isola che era collegata via nave con tutto il resto del mondo.

 

C – Si però tu non conosci il nome di un singolo mercante.

 

P – E’ come la repubblica di Venezia dove erano tutti mercanti, può venire in mente il nome di qualche doge però non è che siano passati alla storia, Marco Polo è passato alla storia, ma per altri motivi.

 

F – I marxisti hanno continuato a parlare di questi Fugger, Doria, Rotschildt, Rockfeller vedendoli come eroi negativi della modernità. Mentre Tolkien li ignora completamente

 

AB – Ma a parte Brea vi vengono in mente altri luoghi della Terra di Mezzo dove convivono razze diverse?

 

A – Umbar a sud in certe fasi della storia quando era ancora di Gondor era su un crocevia ma se ne sa poco o Tarbad tra la Contea e Rohan ma erano zone che sono sparite, sono scomparse.

 

AB – Si ma erano crocevia non comunità di meltinpop stabile, di convivenza stabile tra etnie e razze diverse.

 

P – Entro certi limiti anche Minas Tirith essendo una capitale ospitava popoli diversi perché del regno di Gondor facevano parte popolazioni che non erano Numenoreane.

 

AB – Ma sempre uomini.

 

P – I principi di Dol Amroth si diceva che avessero origini mezze elfe.

 

F – C’è una scena nel SDA dopo la vittoria in cui si vedono due razze non umane che camminano per poco tempo sulle strade di Minas Tirith e sono Gimli il Nano e Legolas l’elfo e dicono: questi uomini... cosa succederà loro? Un altro tema è il rapporto tra le varie razze, anzi per essere più precisi tra specie diverse perché i nani, gli Elfi e gli Uomini non sono razze dello stesso ceppo, sono specie diverse.

 

P – Anche se poi gli uomini e gli elfi si possono incrociare: appartengono alla stessa specie due individui che si possono incrociare e produrre prole fertile… è un po’ strano.

 

F – E’ strano perché hanno caratteristiche diversissime come l’immortalità.

 

C – Ma noi non sappiamo se si possono incrociare anche elfi e nani e cose del genere semplicemente non è mai successo o non è a nostra conoscenza, ma non possiamo escludere che biologicamente sia possibile.

 

A – Ne Lo Hobbit lo ha ipotizzato il nostro amico Peter Jackson immaginando insieme un elfa e un nano.

 

F – Si ma giustamente l’amore proibito è stato punito perché lui è morto. A parte gli incroci sessuali erotici nella politica dei popoli della Terra di Mezzo c’entra anche questa differenza razziale e lui come la vede perché oggi si può dire che è un tema molto importante.

 

A – Nel caso di Gondor e Rohan abbiamo Faramir e Eowin quindi sembra che veda questo incrocio in modo molto favorevole.

 

D – Alcune razze risultano essere un po’ superiori alle altre, gli Elfi sono la razza più evoluta rispetto a tutte le altre.

 

AB – E tra loro i Noldor.

 

F – I Vanyar ancora di più solo che rimangono distanti.

 

AB – Tra quelli che restano sulla Terra di Mezzo i Noldor sono superiori.

 

D – Per cui un certo ordine ha voluto stabilirlo.

 

F – Si ma i rapporti tra di loro? Ci sono aspetti apparentemente contraddittori e cioè che gli elfi e i nani sembrano odiarsi, avere una ruggine acquisita nel tempo che li mette uno contro l’altro. Però lui ci ha voluto far vedere l’amicizia tra Legolas e Gimli. Gli Hobbit venivano disprezzati come mezzi uomini di nessuna importanza, ma alla fine in quella bella scena commovente Aragorn si inchina agli Hobbit e fa inchinare tutti quanti. Quindi lui cosa vedeva nel rapporto tra le varie razze? Qualcosa di positivo mi sembra. Anche i Sudroni non sono tutti cattivi.

 

D – Secondo me è la qualità dell’individuo che fa superare gli odi di genere nelle imposizioni di una razza contro l’altra. Gli individui poi da soli possono modificare o convertire o cambiare il pensiero precedentemente dominante.

 

F – Si infatti Ghan-Buri-Ghan aiuta i cavalieri di Rohan nonostante questi avessero trattato gli uomini selvaggi come bestie.

 

P – Si perché pensa che Sauron sarebbe stato ancora peggio, quindi male per male ha scelto il minore.

 

F – Anche Barbalbero è contro quelli che strisciano, agli animali perché lui è una pianta, ma contro Saruman ha bisogno di alleati anche lui.

 

C – Che è quello che pensa Tolkien degli Americani e dei Sovietici nella seconda guerra mondiale: non mi piacciono ma stando così le cose me li faccio andar bene.

 

F – Sui Sudroni e sugli Esterling mi sembra che quando Sauron svanisce da Barad Dur distrutta mentre gli orchi diventano un po’ come formiche impazzite Sudroni e Esterling continuano a combattere.

 

P – Si ma con loro si può venire a patti perché sono uomini, mentre è un mistero cosa sono gli orchi: quanto sono dotati di volontà propria  ad esempio. Esterling e Sudroni non è che siano cattivi in sé come erano gli Orchi lo vediamo nella riflessione di Sam quando vede il Sudrone morto e pensa: è venuto dalla sua terra, gli hanno raccontato delle menzogne l’hanno fatto venire fino a qua e forse lui non voleva…

 

F – Perciò nell’ambito delle varie razze quella più problematica sono gli Orchi.

 

P – Questo è un problema un po’ irrisolto nel mondo di Tolkien: che cosa sono gli Orchi. Lui stesso mi sembra che non l’avesse risolto, alla fine oscillava tra il fatto che fossero elfi corrotti o delle specie di robot nel senso che erano completamente controllati da Sauron e quindi non dotati di volontà propria.

 

A – Per gli orchi abbiamo un difetto di origine, di fabbricazione: sono stati fatti dal male per il male.

 

P – Ma non sono stati creati perché il male non può creare quindi sono stati corrotti ma a partire da che cosa?

 

C – Questo mi pare che lo chiarisca da qualche parte che sono elfi o uomini.

 

P – Si ma lui aveva opinioni diverse, ha cambiato idea parecchie volte e alla fine non ha mai dato una versione definitiva su come siano nati gli orchi. Perché se fossero elfi gli dovrebbe rimanere un minimo di libertà. Il problema è: una creatura senziente può essere corrotta completamente e soprattutto non una singola persona ma addirittura una razza, un popolo.

 

C – Questa è la critica più importante dal punto di vista filosofico a Tolkien. In generale c’è un po’ di buono perfino in Morgoth ma negli Orchi no. Nonostante l’Orco sia un essere intelligente anche con sentimenti perché hanno paura.

 

P – Si ma quando te li presenta passano il tempo a litigare e insultarsi tra loro e allora ti chiedo: ma come faceva a funzionare un esercito di Orchi?

 

C – Ci sono due aspetti contraddittori: da un lato è l’impressione che fanno gli orchi quando sono in massa e sembrano dei replicanti senza anima o volontà.

 

P – Dei droni comandati a distanza.

 

D – Li consideri dei numeri e non degli individui.

 

C – Poi però quando vai a livello micro vedi che hanno dei sentimenti, delle caratteristiche umane.

 

F – Ci sono due di loro che vorrebbero mettersi in proprio.

 

C – Quindi questo è un po’ strano soprattutto per un cattolico come Tolkien.

 

P – Forse sono da paragonare ai diavoli, qualcosa del genere.

 

F – Ma i diavoli sono puri spiriti dovrebbero essere incarnati.

 

P – Ma gli spiriti incarnati in Tolkien ci sono come Gandalf.

 

F – In ogni caso questa cosa è problematica. In Lord of the Power si vede che la morale, il libero arbitrio dell’individuo, può cambiare il comportamento all’interno dei popoli delle razze, anche per gli Orchi. Penso che l’abbiano fatto apposta: i creatori della serie vogliono migliorare Tolkien e si sono chiesti: come fare? Facciamo un Elfo che comanda gli Orchi per renderli più buoni.

 

AB – Sono Orchi cattivi ma viene tolta una parte dalla loro cattiveria perché governati da qualcuno che non è un Orco.

 

P – Sono nazisti buoni.

 

A – Sugli orchi penso che la loro nascita o trasformazione sia solo e esclusivamente incarnazione di tutto quello che c’è di male in colui che li ha corrotti. Chi li ha creati ha messo in loro tutta la malvagità che aveva. Questi poveracci non conoscono che quello: la malvagità del loro creatore e quindi a questo punto diventano macchine o droni che non hanno possibilità di farcela da soli. Iluvatar non si sa cosa vuol farne: se erano elfi dovevano avere il libero arbitrio ma non l’avevano, non erano elfi e non potevano essere come i nani perché Iluvatar aveva dato loro l’anima, ma nel caso degli orchi non si dice che hanno un anima, sembra invece che abbiano una contraffazione di quello che non è un anima. Che Morgoth li abbia corrotti completamente e li abbia trasformati in estensioni di se stesso. E in questo senso sono cattivi e basta.

 

D – E’ come se gli Orchi fossero già condannati al male punto e basta, senza nessuna possibilità di redenzione o riscatto.

 

F – Per altre tematiche all’interno del mondo politico di fiction di Tolkien parliamo di Mordor che era uno stato che fa guerra ad altri stati.

 

D – Quella era una vera e propria tirannia, una dittatura totalitaria.

 

F – E’ una tirannia perché non c’è libertà d’altra parte gli Orchi abbiamo appena detto che non hanno libero arbitrio, quindi… si potrebbe dire che gli orchi siano schiavi e che quindi a Morgoth esista la schiavitù. Mentre in nessun altro stato della terra di Mezzo esiste la schiavitù. I Sudroni e gli Esterlings non erano suoi schiavi, erano alleati.

 

AB – E si potrebbe definire una teocrazia quella di Sauron dove lui è un dio.

 

F – Come storico il fatto di dire che a Mordor c’è la schiavitù il fatto di dire che è una teocrazia mi fa venire in mente il mondo antico che era un mondo in cui c’era la teocrazia e c’era la schiavitù e sembra che Tolkien nel suo mondo inventato condanni il mondo antico. Facendo altri collegamenti potrei dire che questo capita perché lui non amava gli dei dell’antica Grecia e Roma ma gli dei medievali, quelli Norreni.

 

P – I Valar però si ispirano agli dei antichi.

 

F – Ma sono in un altro mondo, nella Terra di Mezzo noi abbiamo un mondo medievale non un mondo antico, l’unica parte di mondo antico con schiavitù e teocrazia è appunto quello cattivo.

 

AB – In una citazione diceva che nei tempi antichi le persone davano più importanza alle tombe delle persone rispetto ai vivi. E mi viene in mente un parallelismo con gli antichi Egizi, la maggior parte delle energie di un faraone era spesa per costruire la sua tomba.

 

F – L’orizzonte di Cheope. Mordor è l’esempio dello stato cattivo e anche i suoi ministri come la Bocca di Sauron sono ministri perfidi. Non c’è qualcosa di buono in Mordor.

 

A – E’ anche la propaganda assolutista che si espande tra tutti: i capi comandano sanno tutto loro e noi dobbiamo solo obbedire.

 

F – Passiamo a Isengard come possiamo definirla?

 

AB – Sembra anche questa una teocrazia perché abbiamo una sorta di capo religioso che è Saruman e che al tempo stesso è il dio di questi Uruk Hai, lui è un semidio e manifesta la sua potenza divina.

 

P – Addirittura fabbrica un nuovo tipo di orchi.

 

F – Saruman è diverso da Sauron come dio in terra: Sauron punta sulla sua forza militare, guerra e conquista invece Saruman non fa solo guerra ma punta sulla pretesa conoscenza. Dice a Gandalf: uniamoci perché noi sappiamo, noi siamo i sapienti. Poi c’è un aspetto tecnocratico perché lui usa l’industria, le macchine, l’esplosivo. L’aspetto del sapiente si può dire che sia un critica indiretta all’idea di Platone: l’idea di politica di Platone era che i filosofi e cioè i sapienti governassero lo Stato, non mi sembra che sia assolutamente l’idea di Tolkien questa. Saruman sembra più la parodia del sapiente. Gli altri regni che rimangono nella terza era non potenti ma esistono sono Imladris e Lothlorien.

 

P – E i porti di Cirdan. E’ un personaggio interessante questo Cirdan perché è uno che zitto zitto era li fin dalla prima era e l’unico elfo con la barba. Quello che faceva era costruire navi pare che fosse lui l’unico a farle per gli elfi che andavano via.

 

F – Non era uno egoista perché l’anello che gli era stato dato lo da a Gandalf. Gli altri due regni non sono potenti ma sono molto importanti nella storia.

 

AB – Mi vengono in mente le abbazie dell’alto medioevo come Montecassino che avevano una sorta di autogoverno ed erano indipendenti anche dal potere regio. Dipendevano dal potere papale, ma in maniera lontana.

 

A – A me viene in mente la Svizzera.

 

D – Una Svizzera senza banche.

 

A – Si una società chiusa nelle loro montagne che però si interessano del mondo attorno e sanno che se va male il resto possono andare male anche loro.

 

F – E poi ospitano questi pellegrini in maniera essenziale perchè se non ci fossero stati questi due posti la Compagnia dell’Anello sarebbe stata in seria difficoltà.

 

AB – Erano i paradisi fiscali della terra di mezzo!

 

F – A proposito di monasteri mi viene in mente Cluny, che se non ci fosse stata non ci sarebbe stata la riscossa contro gli imperatori cesaro papisti tipo gli Ottoni perché hanno cercato di ridare forza alla lotta contro la corruzione, al potere spirituale, il famoso movimento cluniacense. Si potrebbe anche dire al netto delle questioni economico finanziarie che anche la Città del Vaticano in fin dei conti è una cosa del genere. Pensiamo a De Gasperi che ha fondato la Democrazia Cristiana il partito più importante in Italia fino alla caduta del muro di Berlino, lui si è rifugiato a Città del Vaticano perché era antifascista faceva parte di quella corrente del partito popolare antifascista e dunque chi l’ha ospitato? Proprio quella Città del Vaticano che era stata fondata da Mussolini.

 

A – Questi luoghi piccoli che hanno la loro autonomia, la loro capacità, i loro poteri, sono casi particolari destinati poi a sparire.

 

AB – Si non hanno potenze militari importanti.

 

P – Poi avevano al loro interno quell’aspetto tipico degli elfi di Tolkien di cercare di fermare il tempo, di bloccare una situazione ideale che era quella del passato e infatti in questi luoghi il tempo scorre in modo più strano, la gente ci va e non si accorge di quanto passi il tempo.

 

AB – Un po’ come andare in un abbazia.

 

 

 

 

 

III.  Le interpretazioni politiche dei Tolkieniani  - 1- La interpretazione di Destra dei Tolkieniani Italiani

 

F – Ora passiamo a un altra sezione: come dopo che Tolkien ha pubblicato il SDA questa grande opera che gli ha dato fama e influenza i tolkieniani hanno interpretato in maniera politica l’opera di Tolkien. Partirei come in Italia la destra ha interpretato la parola di Tolkien.

 

C – L’interpretazione politica di Tolkien c’è stata in tutto il mondo in maniera abbastanza casuale abbastanza legata alle vicissitudini editoriali di Tolkien nei vari Paesi. In Italia negli anni Settanta è stato recepito dalla destra per una combinazione di fatti: un po’ il materialismo di sinistra che rifiutava questa roba fatta di elfi, nani eccetera, e un po’ la casualità per cui il Signore degli Anelli arriva con questa prefazione abbastanza incomprensibile ma che parlava molto a quel mondo di Elemire Zolla e Quirino Principe. C’è poi il fatto che il mondo di Tolkien si presta ad essere accolto soprattutto dalla destra italiana che ha un po’ la fascinazione per qualcosa a metà tra il mondo romano e il medioevo. In altri contesti è successo il contrario, negli Stati Uniti Tolkien è stato nella fase iniziale della pubblicazione anni ‘60/’70 al centro del mondo hippy e questo è il bello di Tolkien cioè che piace un po’ a tutti. Nel caso italiano questa cosa l’abbiamo sofferta perché il fatto che un pezzo di destra ci abbia messo le mani è stato rafforzato dal fatto che la sinistra che era culturalmente egemone in quel momento, vi ha trovato la conferma del fatto che Tolkien fosse effettivamente di destra e non hanno voluto averci nulla a che fare. La cosa che dal mio punto di vista è un po’ fastidiosa non è che lo leggessero nelle sezioni del Movimento Sociale Italiano ma che questa lettura sia diventata quasi un esclusiva di questo mondo di destra un po’ perché loro ci hanno messo il timbro e un po’ perché gli altri glielo hanno lasciato mettere.

 

F – Si veramente: gliel’hanno lasciato mettere. Ricordo che all’epoca sul quotidiano La repubblica che era la bandiera della cultura di sinistra Natalia Aspesi non perdeva occasione per ridicolizzare Tolkien.

 

A – La destra ha presentato due linee di interpretazione quella paganizzante e quella fondamentalista cristiana, possiamo dire che quella paganizzante era quella più sballata di tutte perché Tolkien ha ripetuto in mille salse che è cattolico e che il suo mondo riguarda il monoteismo. La linea cristiana che pendeva di più a destra è quella che se n’è fatta forte.

 

F – Secondo me anche la posizione del fondamentalismo cristiano è assurda perché è tutto un parlare di Dio esplicito per i propri scopi politici. Invece Tolkien non ne parla mai non c’è mai il nome di Dio, non c’è un tempio, non c’è un prete non c’è una preghiera.

 

P – Ho sempre visto dei tentativi di strumentalizzare Tolkien per fargli dire qualcos’altro. Come quando alle convention organizzate dalla società tolkieniana c’era sempre la conferenza su Evola, su Gheno, sulla tradizione e io mi dicevo: ma che c’entra tutto questo con Tolkien? E anche il fondamentalismo cattolico prende Tolkien e gli fa dire qualcos’altro. A me Tolkien piace per quello che ha detto lui non per quello che gli fanno dire.

 

D – In una nota nelle lettere, la 294, a un certo punto Tolkien dice che un certo Auden che ha fatto recensioni su Il Ritorno del Re “ha affermato che per me il Nord è un luogo sacro. Questo non è affatto vero. La zona Nord ovest dell’Europa dove vivo, ho vissuto e ho gran parte dei  miei interessi e sono affezionato come ogni uomo è affezionato alla propria patria. Amo le sue atmosfere conosco la sua storia le sue lingue più di quanto non conosca quelle delle altre parti del mondo, ma non è sacra ne esaurisce tutto il mio interesse e tutto il mio affetto”.

 

F – Bene qui si mostra che non era affatto un fondamentalista nazionale e nel caso della religione cattolica perché se fosse così avrebbe parlato, parlato di papi preti, cardinali, rosari, Maria… Io mi ricordo che sono stato licenziato dalla Società Tolkieniana Italiana da de Turris, Paolo Paron e Morganti che erano i tre capi della destra pagana, della destra norrena, della destra fascista. Quello che mi ricordo è che a posteriori io sono grato a questa destra, i miei modelli sono Croce, Hegel, che avevano la loro idea filosofica, ma non è che disprezzavano quelle precedenti o le altre anzi erano consapevoli che senza quelle precedenti e altre non ci sarebbe stata la loro e questa è la loro grande caratteristica: lo storicismo e io sono uno storicista. Quindi io sono grato a questa destra perché mentre la sinistra materialista, marxista, iperrealista, snob, radical chic, avrebbe cancellato Tolkien e non l’avrebbe mai tradotto invece la destra non solo l’ha tradotto e valorizzato ma poi hanno anche fondato la Società Tolkieniana e a me personalmente se non avessi avuto la società tolkieniana non avrei conosciuto nessuno di voi. Poi era insufficiente perché era sballata per i motivi che anche voi avete ricordato, concentrava su Ghenon, su Evola che non c’entravano niente, avevano questa visione fondamentalista cristiana mentre Tolkien era super avanti era super progressista perché era apofaticismo cristiano e cioè Dio non si manifesta nominandolo con i rosari e le parole e i discorsi. Io non sono di destra, ma riconosco che senza questa destra Tolkien in Italia non sarebbe stato tradotto per chissà quanto tempo. Chi valorizzava il mondo di Guerre Stellari ad esempio? Io mi ricordo che secondo la sinistra erano tutte cose per ragazzini per adolescenti invecchiati.

 

AB – Io l’ho visto anche con tutto ciò che è fumetto e con la letteratura di genere: fantascienza, fantasy e horror in effetti sono sempre stati snobbati dalla sinistra.

 

 

 

 

 

 

IV.  Le interpretazioni politiche dei Tolkieniani  - 2- La interpretazione di sinistra in Italia e sinistra ‘woke’ nella serie Rings of Power

 

 

F – Passiamo ora al pezzo forte che è la sinistra: come Tolkien è stato interpretato dalla sinistra sia nel passato che nel presente nella variante della sinistra del movimento woke e che in questo progressismo di sinistra ha trovato proprio adesso mentre stiamo parlando un’attualità nel Rings of Power.

 

AB – Quello che ho visto io, anche nell’ultima traduzione di Ottavio Fatica del SDA e delle dichiarazioni che sono state fatte da lui e che ho riportato nel mio articolo, è che prima disprezzavano Tolkien poi dall’uscita dei film di Peter Jackson quindi negli ultimi 22 anni dato che i film hanno avuto un enorme successo nel pubblico generalista allora hanno cavalcato l’onda però dicendo: io prendo Tolkien dico che è un ottimo autore ma lo slego dal suo fandom, dai fan che l’hanno sostenuto. Ad esempio nelle dichiarazioni di Fatica lui dice che Tolkien non è un autore fantasy, io penso che senza di lui il fantasy non sarebbe mai esistito, non nella forma contemporanea.

 

P – La cosa divertente è che Fatica dice anche che Tolkien non è un grande scrittore. Uno può benissimo pensarlo, ma che si dia da tradurre l’autore a una persona che porta avanti queste idee mi sembra un po’ un corto circuito.

 

A – Io di Fatica avevo sentito la presentazione che era stata fatta qui a Piacenza e ho sentito che ha concesso a Tolkien la grande capacità di trasformare in ritmo poetico anche un’opera che non è poetica perché la prosa era poetica. Per il resto la tendenza della sinistra è di dire che Tolkien è bravo però spostiamo un pochino la sua posizione, spostiamo questa parola rifacciamo la traduzione, ma mettendo meno in luce l’aspetto cattolico della sua visione. Vedo un tentativo di appropriazione tardivo che cerca di togliere quel cristianesimo che c’è ed è fortissimo in Tolkien.

 

P – Ma anche il cristianesimo non è evidente nelle opere di Tolkien, quello che tolgono è la passione: lo fai diventare una cosa noiosa, arida se riduci tutto semplicemente a una questione di linguaggio: qui c’è il ritmo io ho scoperto la prosa ritmica, va bene ma perché la gente che leggeva Tolkien nella prima traduzione italiana gli piaceva?

 

AB – Perché alla Alliata e Principe non gliene è fregato niente dell’aspetto tecnico: c’era amore nella traduzione della Vicky Alliata di Villafranca, mentre Fatica non ha amore per Tolkien. E questo fa la differenza secondo me al di la degli errori che la stessa Alliata ha compiuto perché non è che la traduzione precedente non avesse errori non avesse cose da aggiustare ma almeno aveva l’amore per quello che faceva, manteneva l’ethos, mentre la traduzione attuale è molto più arida.

 

D – Mi sembra il tentativo di impadronirsi di qualcosa che piace per poi però parlare di altro e arrivare ad altro.

 

AB  - Sfruttare un brand conosciuto per parlare dei propri interessi e non di quel brand.

 

F – Mi viene subito in mente che la sinistra ha idealizzato il popolo, le masse e quando ha visto con la trilogia di Jackson che le masse non erano per T. S. Elliot non erano per Joyce non erano per Virginia Woolf ma per questa trilogia allora ha cominciato a cambiare registro.

 

AB – E in maniera analoga Rings of Power di cui ho visto quattro puntate e con molta fatica perché devo scrivere un articolo di recensione una cosa che ho notato è

che sono stati incredibilmente attenti ogni volta che compare un gruppo che siano un gruppo di uomini, di elfi o di nani che sia sempre una quota di persone nere o di altra etnia, sono stati attentissimi su questa cosa qua e si son persi due cose fondamentali secondo me: la piacevolezza della visione infatti è noioso e lento e nell’ethos, nei messaggi è profondamente contro Tolkien partendo fin dall’inizio dalla prima puntata con Finrod che parla con Galadriel e le dice bisogna toccare l’oscurità per apprezzare di più la luce e questo è un messaggio all’opposto di quanto Tolkien avrebbe mai detto o scritto in tutta la sua vita.

 

P – E’ Saruman che ragione così.

 

AB – Esatto non lo direbbe mai un elfo a Galadriel!

 

F – Io non avevo visto Rings of Power perché non mi sentivo motivato, conoscevo i trailer, le critiche di altri, le dichiarazioni degli showrunner poi però in vista della Tavola Rotonda ho pensato che era bene parlare di cose che uno ha visto e così mi sono sciroppato tutti gli episodi, a dire il vero per non ingannarvi li ho visti tutti e otto con il cursore andando veloce e saltando delle parti anche perché è molto lento le scene durano tantissimo: quando gli hobbit camminano camminano camminano camminano… quando c’è un dialogo con Gil Galad continua continua continua… e poi si vede che si volta verso Elrond cammina cammina e poi si ritorna e di nuovo parlano ma tutto lento perciò è noioso. Qualcun altro li ha visti questi episodi?

 

C – Io li ho visti tutti.

 

A – Anch’io li ho visti.

 

C – Io però ho avuto un’impressione un po’ diversa da Franco: i primi quattro episodi li ho trovati di una noia mortale e devo dire che se non fossi stato un tolkieniano avrei abbandonato la serie, proseguendo è un po’ migliorata e gli ultimi due episodi mi son piaciuti. Da quando cominciano a rendersi conto che c’è il Balrog a Moria svegliato dai Nani con i loro scavi, Elrond e Celebrimbor cominciano a fare le prove e capiscono che l’anello ha la forma giusta… secondo me in questi due episodi ha molto recuperato e voglio vedere la prossima stagione come sarà.

 

F – Bene visto che li hai visti tutti e otto cosa dici dell’aspetto woke che le femmine sono più brave degli uomini?

 

C – L’ho trovato insopportabile. Essendo tutti personaggi inventati uno li può mettere come vuole, ho trovato insopportabile il fatto che ci sia questa attenzione per cui negli hobbit ci devono essere due quinti di maschi bianchi, un terzo di femmine nere un cinese...così anche con gli Orchi. Questa cosa qua è decisamente eccessiva.

 

F -  Io ho notato che chi comanda sono le femmine: chi comanda Numenor è Miriel una a cui Tolkien ha dedicato tre righe e qui compare per sette episodi.

 

C – Secondo me il problema non è che comandano le femmine in se o che fa queste scelte è che fa solo queste scelte. Io capisco che questo è un mondo maschile che rispetto alla sensibilità di oggi non si adatta più quindi fai un adattamento e lo correggi tenendo conto che è un romanzo degli anni cinquanta che tu riproponi in un contesto diverso settanta anni dopo, però così è troppo.

 

P – Io ho una domanda, non l’ho visto e non penso che lo guarderò, ma quanto si può definire di Tolkien questa serie perché i film sono affascinanti proprio perché hanno seguito la vicenda raccontata da Tolkien.

 

AB – Il problema è che stravolgono un sacco di vicende e personaggi e li rendono non coerenti con la mitologia tolkieniana e poi c’è il problema dell’ethos e dei messaggi profondi di Tolkien e su questa cosa qua loro sono andati completamente da altre parti.

 

P – Non mi sembra che abbia molto a che fare con Tolkien è vagamente ispirato all’universo di Tolkien.

 

C -  Secondo me una delle ragioni per cui gli ultimi due episodi mi sono piaciuti di più è che un po’ riconvergono verso la storia perché alla fine ci devono essere questi due personaggi e devono essere proprio loro che fanno gli anelli.

 

F – Però nota Carlo che realizzano gli anelli su suggerimento di Galadriel che dice che devono essere tre così c’è l’equilibrio e questa è un’invenzione totale non esiste in Tolkien.

 

AB -  Forse Celebrimbor si risolleva un po’ verso la fine della serie ma è un personaggio piatto e noioso e poteva essere un personaggio bellissimo e tragico, voglio dire sembra l’amministratore delegato di una banca.  Lui non sa neanche che esistono le leghe metalliche lui che dopo Feanor è il più importante fabbro elfico della storia e non sa che esistono le leghe metalliche!

 

F –Un grosso errore narrativo della serie è quando mostra l’uccisione del Troll. Se vi ricordate quando Gandalf, Legolas, Gimli e Aragorn con l’aiuto degli hobbit devono uccidere un Troll ci mettono sei sette minuti, una battaglia dura che poteva finire male. Quando un Troll della stessa dimensione lo combatte Galadriel da sola ci mette trenta secondi.

 

AB - Te ne racconto un altro di errore narrativo: Galadriel viene mandata su una nave per essere spedita a Valinor, pervertendo il messaggio dell’andare a Valinor che dovrebbe essere una cosa bellissima e invece per lei è una cosa terribile. Galadriel arriva in vista di Valinor, vede già la luce e solo allora decide di tuffarsi dalla nave per riattraversare a nuoto l’oceano. Ora tralasciando che poi trova una zattera con sopra Sauron ad aspettarla, a parte questo ma lei quando si è tuffata che cosa pensava? Non ha senso anche immaginando che non si tratti di Tolkien ma di un fantasy generico e secondo me non ha senso perché sono stati talmente tanto concentrati su quanta percentuale di neri ci dovrebbe essere stata in ogni inquadratura e quanto dovevano essere importanti le donne in ogni dialogo che si rappresentava che si sono persi nelle cose fondamentali.

 

A – Le cose che non mi sono dispiaciute di questa serie noiosissima sono i proto hobbit che a me sono piaciuti abbastanza, alcuni aspetti dei Nani e poi poco altro.

 

AB – Posso salvare qualcosa di visivo anche se scopiazzato da Peter Jackson: i campi lunghi quando fanno vedere con la computer grafica l’arrivo a Numenor di Galadriel o l’inquadratura di Kazad dum ancora viva e popolata dai nani però poi quando passano da li a il set di posa, alle inquadrature in campo medio o campo piccolo, sembra di stare in un loculo. La stanza di Durin che dovrebbe essere una stanza reale è un monolocale o nella stessa Numenor il vicolo in cui succedono tutte le cose è un vicoletto di due metri per tre.

 

A – La terza cosa che salvo è quella discussione tra Sauron e Galadriel, fatte tutte le tare che vogliamo a me non è dispiaciuta al cento per cento. 

 

F – Tornando al tema della tavola rotonda che è Tolkien e la politica questa interpretazione di Rings of Power si può chiamare secondo voi per quello che conoscete del marxismo della sua variante sessantottina, di neo marxismo, di wokness di black lives matters o neo femminismo?

 

P – Ma non è banalmente il politically correct?

 

F – Si ma in maniera esagerata, estremistica. Sinceramente ciascuno di voi pensa che sia questa una tipica lettura di sinistra?

 

C – Secondo me ni. Secondo me non c’è un intento di lettura politica di Tolkien per sé c’è semplicemente un modo di concepire il cinema che adesso è partito un po’ con la frizione a tutti quanti. Un po’ tutti i film e le serie che stanno uscendo in questo periodo hanno questa caratteristica in questa serie è particolarmente pronunciata e visto il contesto per lo meno per chi conosce Tolkien è anche più paradossale, però non la leggerei tanto come una politicizzazione o una lettura di Tolkien da sinistra quanto come una fase che tutto il cinema sta attraversando in questo momento. Se vai a vedere i film della Marvel sono uguali.

 

F – Si ma riguardo al marxismo sessantottino che conosco: primo sono anticristiani, atei ma atei militanti. Due sono per un egualitarismo senza saggezza, senza distingui per esempio adesso c’è il patriarcato? Dobbiamo correggere con il matriarcato questa è la loro visione: c’è stato il dominio dei latifondisti? Adesso dobbiamo correggere con l’occupazione delle terre. C’è la questione della trasgressione: i sessantottini da quando io li ho conosciuti da giovane avevano la trasgressione nella loro eredità immediata sono ribelli e trasgressivi quindi nella loro visione ci sono i neri nelle posizioni di comando, le donne in posizione di comando.

 

AB – Esaltano i giovani: i personaggi più vecchi fanno una brutta figura.

 

F – Si i giovani sono più saggi etc e vedo che queste idee sono ancora in circolo.

 

A – C’ era una lotta tra quelli che consideravano tabù i credenti e la destra e adesso stanno ricostruendo altri tabù.

 

AB – Perché a loro manca l’idea che l’opposto di un vizio è un altro vizio mentre la virtù sta nel mezzo e quindi loro sono passati da un vizio al vizio opposto perché non hanno questa idea filosofica.

 

C – Nordio il nuovo ministro della giustizia ha fatto un comunicato stampa bellissimo; l’hanno criticato perché è vecchio e lui risponde: “Ieri ho sentito in senato una lamentela sull’età media dei componenti del governo in effetti non credo che la saggezza coincida con la vecchiaia perché una persona a quarant’anni come diceva Marc’Aurelio ha visto tutto ciò che è che ò stato e che sarà. Ricordo tuttavia che il giovane Napoleone fu sconfitto in Russia dal generale Kutusov e a Waterloo da Von Bluker che avevano il doppio della sua età e che Churchill celebrò la vittoria su Hitler all’età che ho io ora.

 

F – Mi sembra che esista anche riguardo a Tolkien un interpretazione di sinistra. E anche nella Marvel è entrata questa wokness perché la Marvel è stata comprata dall’azienda più woke di tutte che è la Disney. Ad esempio parlando di di lgbt io sono contro l’idea che l’omosessuale o la donna o il nero siano più importanti in quanto neri, donne o omosessuali. Ma per quale motivo al mondo dovrebbe essere così???

Questo si verifica in base a un ideologia e cioè al marxismo perché contiene questa idea pazza dell’egalitarismo per cui se gli omosessuali sono stati perseguitati in passato come sono stati in effetti, adesso loro devono avere come contrappeso che dominano. Mi sembra una cosa sbagliata.

Tornando a noi direi che abbiamo esaurito il tempo a nostra disposizione e quindi dichiaro chiusa questa Tavola Rotonda che ha avuto come tema le idee politiche implicite e esplicite nelle opere di J. R. R. Tolkien