Il “Queer Approach 

Appunti su una nuova tendenza nei ‘Tolkien studies’[1]

 

di Claudio A. Testi

 

 

Premessa

 

Con questo breve contributo vorrei attirare l’attenzione su una nuova prospettiva negli studi tolkieniani, che si potrebbe qualificare come queer approach. Lo farò senza pretesa di esaustività, ma solo ripercorrendo alcuni momenti rilevanti di questa recente tendenza [paragrafo 1],  analizzando un articolo particolarmente emblematico [par. 2], ed infine tirando le conclusioni [par. 3]

 

1.    Breve cronologia

 

2017: 

Esce il Volume “Tolkien and Alterity” curato da C. Vaccaro e Y. Kisor al cui interno compaiono saggi dal titolo “Queer Tolkien: a Bibliographical essay on Tolkien and alterity” (di Y. Kisor), “Sauman’s Sodomitic Resonances” (di C. Vaccaro).

 

2018: 

Alla Popular Culture Association National Conference

(https://pca2018.sched.com/list/descriptions/) vi sono sessioni di studio titolate:

-          “Bending Over with Naked Blade”: The Threat of Male-Male Penetration and Homoeroticism in J.R.R. Tolkien’s Works

-          Frodo, Sam, and Gollum: Jealousy between Men in a Homosocial Setting

-          Among Men of War: Destabilization of Gender in The Lord of the Rings’ Faramir and Éowyn

-          The End is Queer! Voyeurism and Apocalyptic Anxiety in Tolkien

-          An Incomplete Fellowship: The Exclusion of Queer Women in Tolkien Studies

-          “and stooping he raised Beleg and kissed his mouth”: Architextuality and Queer  Fandom Spaces.

2019: 

La Tolkien Society assegna il premio di miglior articolo dell’anno a Dimitra Fimi per il suo “Was Tolkien really racist?” (https://theconversation.com/was-tolkien-really-racist-108227; qui per la traduzione italiana https://www.jrrtolkien.it/2020/05/24/dimitra-fimi-tolkien-era-davvero-razzista/).

L’intervento inizia chiedendosi “Demonizzando gli Orchi, gli orribili e mostruosi nemici degli Elfi, Tolkien lascia forse trasparire la convinzione che “alcune razze sono peggiori di altre?”. L’autrice risponde che “anche se Tolkien aveva condannato le teorie “razziali”, rifiutando di dichiarare la propria origine ariana per permettere la pubblicazione tedesca del Lo Hobbit, e si era scagliato contro la Germania nazista, ciò non significa che alcuni pregiudizi tramandati dalla sua educazione tardo-vittoriana/edoardiana non si siano insinuati nella visione del mondo che si palesa nella Terra di Mezzo.” (enfasi aggiunte)

 

2020: 

Su “Mallorn” (rivista della Tolkien Society) viene ripubblicato l’articolo di David Craig “Queer Lodgings: Gender and Sexuality in The Lord of the Rings” del 1999, il primo saggio cha tematizza il tema del gender e dell’omosessualità nelle opere di Tolkien, riferendosi tra l’altro a “unintentional meanings present in the text” che rimandano a quell’amore “which dare not speak its name” (pp. 20-28). La ripubblicazione è accompagnata da una nota di di Robin Anne Ried titolata “Celebrating

‘Queer Lodgings’ ” (Mallorn n. 61 Winter 2020 pp. 20-29, 30-31) che esalta l’importanza di questo saggio per i suoi impliciti riferimenti.

 

2021: 

Il seminario della Tolkien Society è promosso tramite un call for papers che come argomenti indica anche (https://www.tolkiensociety.org/events/tolkien-society-summer-seminar/):

  Representation in Tolkien’s works (race, gender, sexuality, disability, class, religion, age etc.)

  Diversity and representation in Tolkien academia and readership

 

Tra le relazioni compariranno, tra le altre (https://www.tolkiensociety.org/events/tolkien-societysummer-seminar/):

 

-   Cordeliah Logsdon – Gondor in Transition: A Brief Introduction to Transgender Realities in The Lord of the Rings

-   Christopher Vaccaro – Pardoning Saruman?: The Queer in Tolkien’s The Lord of the Rings - Robin Reid – Queer Atheists, Agnostics, and Animists, Oh, My!

-   Danna Petersen-Deeprose – “Something Mighty Queer”: Destabilizing Cishetero

Amatonormativity in the Works of Tolkien

 

 

2022: 

Sul numero di Amon Hen appare un articolo di Molly Ostertag titolato “On Love”, che sostiene il carattere omosessuale della relazione Sam-Frodo. 

 

 

 

2.    Analisi dell’articolo “On Love” di Molly Ostertag

 

Il saggio si apre ricordando come all’inizio del XXI secolo in America il clima per i gay fosse molto difficile, essendo molto diffuse violenze e ironie sullo status di queste persone. Per questo quando l’autrice vide nei cinema Il Ritorno del Re col bacio finale di Frodo a Sam ai Porti Grigi rimase molto colpita. Ostertag poi specifica che nel Signore degli anslli vi son molte relazioni amorose platoniche e tante amicizie tra uomini, ma quella tra Sam e Frodo è di un genuino amore romantico (non solo platonico)[2] e di carattere omoerotico. 

Di seguito cercherò di ricostruire nel modo più fedele possibile le principali argomentazioni usate a supporto della tesi, e ne valuterò la consistenza.

 

Argomento 1) Sam e l’attendente omosessuale:

La relazione tra Sam e Frodo è modellata su quella tra attendente (“batman”) e ufficiale e c’è un racconto (Look in Mercy, di William Baxter, pubblicato nel 1951) che narra di una relazione con espliciti atti omosessuali tra un attendente e un ufficiale: per cui anche quella tra Sam e Frodo potrebbe essere di questo tipo[3]. 

Critica: è vero che la relazione tra Sam è Frodo è modellata su quella attendente-ufficiale, ma che qualche relazione di questo tipo sia omosessuale, non implica che lo sia anche quella tra Sam e Frodo.

 

Argomento 2) Baci tra Hobbit: They [Sam e Frodo] kiss at least four times; another time, it’s specified that they don’t kiss” (p. 11) e hanno atteggiamenti intimi (tenersi per mano o dormire uno sul petto dell’altro[4]), per cui la loro è una relazione omosessuale.

 

Critica: gli atteggiamenti intimi indicati non sono atti omosessuali. Quanto ai baci tra Frodo e Sam, è bene ricordare nel dettaglio i testi del Signore degli Anelli in merito alla questione:

1-      Tolkien scrive che Sam non bacia la mano di Frodo nelle Dead Marshes[5]  

2-      Sam bacia Frodo sulla fronte, quando lo crede morto dopo la ferita subita da Shelob[6]

3-      Sam torna a baciare Frodo mentre dorme nella torre di Cirith Ungol[7]

4-      Sam bacia due volte le mano di Frodo durante la salita a Mount Doom[8]

5-      Infine Frodo, dopo aver baciato Merry e Pipino, bacia anche Sam prima di partire dai Porti Grigi[9]

Ora, questi baci e non baci, non dimostrano certo una relazione omosessuale. Inoltre in nessun momento i due “si baciano” (“they kiss” scrive l’autrice) perché c’è sempre un solo hobbit che bacia un altro (e non viceversa) e in due situazioni il baciato è addirittura creduto morto.

 

Argomento 3) Leggere tra le righe le verità nascoste non scritte:

Sempre in merito ai baci tra hobbit l’autrice poi cita Sean Austin (il bravissimo Sam nella trilogia di Jackson) il quale afferma: “I think Sam and Frodo should have kissed [...] how do you know they didn’t?” (p.15). 

Aggiunge poi che il Lord of the Rings è presentato come una traduzione del Libro Rosso dei Confini Occidentali: con questo espediente Tolkien, pur obbedendo alle convenzioni del suo tempo, ci invita anche a “guardare tra le righe e cercare la verità nascosta” che parla di “relazioni tra lo stesso sesso”:

 

“When a book is presented as a primary source rather than a work of fiction, it’s an authorial invitation to look between the lines and search for hidden truths. The narrator becomes part of the fiction — history, after all, is recorded by specific people with their own motives — something that Tolkien, as one of the world’s foremost Beowulf scholars, would have intimately understood. It was a conscious choice on the part of “Frodo” and “Sam” to include the many moments when they express love for each other, and it reads much in the same way people from the past delicately referred to their same-sex relationships: wanting to acknowledge their truth while obeying the conventions of the time. (p. 12, enfasi aggiunte)

 

Critica: l’inferenza che dall’espediente della traduzione deduce la verità nascosta di relazioni omosessuali è veramente debolissima. E sopratuttto, se si accetta il principio per cui “qualcosa non negato può essere affermato” (cfr. Sean Austin) e si ammettono “hidden truths” o contenuti “betweeen lines” che non sono scritti nel testo, stiamo pur certi che ognuno troverà ciò che vuole trovare.  Si noti tra l’altro che già Craig parlava di significati “non intenzionali” e di un amore “che non può essere nominato” (par. 1, anno 2020). Su questo tema comunque tornerò anche nella conclusione (par. 3)

 

Argomento 4) Tolkien, Auden e Renault:

A supporto del significato omosessuale della relazione Sam-Frodo, Ostertag ricorda che Tolkien (diversamente da C.S.Lewis) non ha mai espresso giudizi negativi sugli omosessuali e che anzi egli era amico di omosessuali (Auden) o apprezzava narrazioni che avevano anche relazioni omossessuali tra donne (Mary Renault, che era lei stessa lesbica) (p.14).

Critica: avere amici omosessuali o apprezzare storie in cui ci sono relazioni omosessuali, non implica che Tolkien approvasse la pratica dell’omosessualità né tantomeno che ne scrivesse come una “verità nascosta” nelle sue narrazioni.

 

Argomento 5) Gli Hobbit “Queer”:

La Ostertag ricorda che Bilbo e Frodo non solo non si sono mai sposati, ma spesso vengono indicati come “queer”, aggettivo che secondo l’autrice “had a strong connotation of homosexuality by the late 1800s” (p. 14).

Critica: non è vero che “queer” ha una “strong connotation of homosexuality by the late 1800s”: Semplicemente nell’OED la connotazione omosessuale è uno dei tre possibili significati dell’aggettivo, il primo dei quali è “eccentrico, strano”10. E, visto che negli scritti di Tolkien non si descrive la pratica di atti omosessuali da parte di Frodo, Bilbo e Sam, il significato più fondato alla luce dei testi è il primo. 

 

Argomento 6) Frodo, Sam, Tolkien e il loro amore diverso:

Alla possibile obiezione “Tolkien was a Catholic born in the Victorian era! He never would have written about gay people!”, l’autrice risponde dicendo che Tolkien non lo ha fatto esplicitamente

                                                 

10 Riporto la voce dell’OED: “ queer, a.1

1. a.1.a Strange, odd, peculiar, eccentric, in appearance or character. Also, of questionable character, suspicious, dubious. queer fellow, an eccentric person; also used, esp. in Ireland and in nautical contexts, with varying contextual connotations (see quots.) Cf. quare a. 

   Possibly some examples illustrate queer a.2  

b.1.b Of a person (usu. a man): homosexual. Also in phr. as queer as a coot (cf. coot n.1 2 b). Hence, of things: pertaining

to homosexuals or homosexuality. orig. U.S. 

c.1.c In U.S. colloq. phr. to be queer for (someone or something): to be fond of or ‘keen on’; to be in love with.”. 

perché a quei tempi la cosa era anche penalmente pericolosa (vengono citati tristissimi casi di Alan Turing e Edward Brittian, condannati dalle leggi vigenti per comportamenti omosessuali: pp. 13-14).

Spiegato così il silenzio di Tolkien circa i espliciti riferimenti all’omosessualità, l’autrice poi, nelle ultime pagine del saggio, avanza una lunga argomentazione che, se non ho frainteso, si può riassumere in questo ragionamento allusivo: come Sam nutriva un amore omosessuale per Frodo, ma nonostante questo sposò Rosie, così forse Tolkien nutriva un tale amore verso G.B.Smith (omosessuale, al dire della Ostertag: p. 16) e nonostante questo sposò Edith. È anche per questo che Tolkien introduce nel Lord la relazione Sam-Frodo:

 

Tolkien had his beloved wife Edith. Sam had his Rose. But there is room, I think, for another kind of love, specific to both the real and invented worlds that Tolkien inhabited. A love that grew in extraordinary hardship, and ultimately could not survive outside of it; but that was deeply meaningful all the same. A love that deserves to be seen for what it was, and to have its story told. (p. 16, enfasi aggiunte)

 

Il saggio si chiude ipotizzando che Sam incontrerà Frodo nelle terre imperiture e lì i due amanti si comporteranno come Beren e Luthien (p. 16).

 

Critica. Questa allusione a una latente omosessualità di Tolkien, la quale viene raccontato nella storia tra Frodo e Sam, mi pare abbia come unico fondamento la volontà di trovare conferme ai propri presupposti. 

 

Qui però vorrei aggiungere una refutazione “per assurdo” della tesi della Ostertag, che vale per ogni tesi simile e che si potrebbe riassumere così:  

-          Ipotizziamo che la relazione tra Sam e Frodo sia di tipo omosessuale.

-          Ebbene, se così fosse, cosa diventerebbe il Signore degli Anelli? Diventerebbe una storia di un amore omosessuale in cui uno dei due protagonisti si sposa e costruisce una famiglia “non queer” principalmente perché non hanno abbastanza coraggio per violare convinzioni sociali della Contea o dell’Inghilterra tardo vittoriana. 

-          Ma Frodo, Sam hanno molto coraggio perché affrontano pericoli ben maggiori di un’eventuale

scandalonella Contea, 

-          Allora occorre rifiutare l’ipotesi di partenza per cui il loro non è un amore omosessuale.

In una parola: la storia di due eroi che dimostrano un enorme coraggio nell’andare a Mordor ma non hanno il coraggio di dichiarare pubblicamente il loro amore omosessuale è a mio avviso poco credibile.

3.    Conclusioni

 

Tolkien non è mai banale, ed è indubbiamente vero che la relazione tra Sam e Frodo è molto particolare. Oso dire che, testi alla mano, ciò che fa Sam per Frodo nel Lord dimostra una amore più grande di quello mostrato verso Rosie. Per questo anche Rosie potrebbe dire “Magari un giorno [Sam] amerà così anche me”, proprio come disse Carla nei riguardi del marito Turk e del suo amico J.D. nella serie televisiva Scrubs (Stagione 4 episodio 1). Certamente quindi il rapporto tra i due hobbit deve essere ancora capito a fondo, tuttavia il queer approach non sembra essere in grado di farci fare grandi passi avanti vero la comprensione di questo tema. 

Si è infatti visto come nel suo emblematico articolo Molly Ostertag, per supportare le proprie idee socio-politiche, propone argomentazioni prive di rigore [par. 2., argomenti 1,4], testualmente infondate [argomenti 2, 5] e logicamente assurde [argomento 6], fino a ricorrere all’espediente delle verità non scritte nascoste tra le righe [argomento 3)], già accennato da Craig nel suo articolo del 1999, poi celebrato da Robin Anne Reid nel 2020 [par. 1. anno 2020]. 

 

Per concludere torno a precisare che questo mio contributo non ha ovviamente la pretesa di essere esaustivo circa il queer approach, che fino ad ora ha prodotto saggi anche molto diversi tra loro (di grande interesse è ad esempio l’articolo di Vaccaro citato al paragrafo 1-anno 2017), ma vuole piuttosto essere un inizio di analisi di questa nuova prospettiva negli studi tolkieniani. 

 

Queste mie brevi note tuttavia sembrano già mostrare ancora una volta che in generale tutti gli approcci (simbolico-Tradizionalisti, cristiano-proselitisti o queer che siano) che vogliono leggere ciò che è scritto tra le righe, non aiutano più di tanto a comprendere il profondo contenuto delle righe scritte da Tolkien. 

 

 

 

POST SCRIPTUM (Dicembre 2023)

 

Che nel mondo tolkieniano vi sia sempre più presente questo nuovi “queer approach” che si affianca ai “classici” approcci cristiano-confessionali e laici-paganeggianti lo si vede anche da un recente dibattito critico ospitato sulla rivista Mythlore, che qui riassumo e che al quale vorrei in futuro dedicare un articolo più analitico. 

   La querelle si è originata a partire da un articolo di Verlyn Flieger che ha espresso ancora una volta la sua interpretazione dell’opera tolkieniana, nella quale secondo lei sono presenti tendenze contraddittore simili alle forze opposte di due semi-arcate che sono però unite dalla chiave di volta (che sarebbe Tolkien medesimo). In tal modo Tolkien unisce le due semi-arcate rendendo l’arco intero una struttura portante dell’edificio[10]. Il saggio a mio parere si può considerare magistrale, e sta ben al di sopra delle schermaglie “partitiche” che sono seguite.

   Da un lato infatti Donald Williams ha difeso l’approccio cristiano tradizionale che vede nell’opera di Tolkien un fondamento cristiano che funge da evangelica pietra angolare (in contrapposizione all’immagine della chiave di volta)[11]. 

   Questo articolo è stato “criticato da Tom Emanuel che, facendo di tutta l’erba delle interpretazioni cristiane un unico fascio, afferma che questa non è l’unica lettura possibile, ma che è la più pericolosa perché tende a ritenersi l’unica vera dato che esistono approcci non religiosi e pagani[12]. 

   A questo è infine seguita la replica dal punto di vista del queer approach, scritta da Robin Ann Reid, che, sentendo il bisogno di dichiarare fin nel titolo il suo ateismo femminista, critica sempre Williams mettendo in luce i tanti aspetti queer delle opere di Tolkien[13]. 

   Come ho detto sopra, le tre le reazioni all’articolo della esemplificano questo “triplice schieramento” in atto nel mondo tolkieniano, e dimostrano anche un tenore critico molto “ideologico” che cerca nel testo soprattutto conferme alle proprie tesi, e che in tal modo “vanifica” la profondità interpretativa del saggio di Verlyn Flieger.    



[1] Il presente contributo è apparso in una versione leggermente diversa sul sito dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. 

[2] “These relationships are high drama; powerful examples of male friendship and family. But they do not read as intentionally romantic (and while fan interpretation is a diverse, wonderful thing, this essay is focused on authorial intent). The exception is Frodo Baggins and Samwise Gamgee” (p. 10).

[3] “Tolkien based Frodo and Sam’s relationship on ones he had seen and experienced in World War I — that between a usually upper-class officer and his batman, a usually lower-class man who served as his bodyguard, personal assistant, and constant companion. This basis does not preclude romance. There’s at least one novel about a batman and his officer having a romantic relationship (Look Down in Mercy by William Baxter, 1951), and many accounts of queer soldiers who found they could — while facing nightmarish conditions in the trenches — live out relationships that would have been impossible at home” (pp. 10-11).

 

[4] “They hold each other on the long trek to Mordor — Tolkien said in a letter that he “was [probably] most moved

[...] by the scene when Frodo goes to sleep on [Sam’s] breast.” On a different night, Sam “comfort[s] Frodo with his arms and body.” And they are pretty much constantly holding hands: in the Dead Marshes, through Shelob’s lair, and while they sleep in Mordor” (p.11)

 

[5] “Sam nodded silently. He took his master’s hand and bent over it. He did not kissi t” (LOTR, TT, Libro IV Cap.2, p. 624 Edizione 2005 per Kindle)

 

[6] “He kissed the cold forehead” (LOTR, TT, Libro IV Cap.10, p. 732 Edizione 2005 per Kindle)

 

[7] “He kissed Frodo’s forehead. ‘Come! Wake up, Mr. Frodo!’ ” (LOTR, RK, Libro VI Cap.2, p. 910 Edizione 2005 per Kindle).

 

[8] “Sam went to him and kissed his hand.” (LOTR, RK, Libro VI Cap.3, p. 938 Edizione 2005 per Kindle). “Frodo whispering: ‘Help me, Sam! Help me, Sam! Hold my hand! I can’t stop it.’ Sam took his master’s hands and laid them together, palm to palm, and kissed them;” (LOTR, RK, Libro VI Cap.3, p. 942 Edizione 2005 per Kindle)

 

[9] “Then Frodo kissed Merry and Pippin, and last of all Sam” (LOTR, RK, Libro VI Cap.9, p. 1030 Edizione 2005 per

Kindle)

[10] Flieger, Verlyn (2019) "The Arch and the Keystone," Mythlore: A Journal of J.R.R. Tolkien, C.S. Lewis, Charles Williams, and Mythopoeic Literature: Vol. 38: No. 1, Article 3. Available at:

https://dc.swosu.edu/mythlore/vol38/iss1/3

 

[11] Williams, Donald T. (2021) "Keystone or Cornerstone? A Rejoinder to Verlyn Flieger on the Alleged “Conflicting Sides” of Tolkien’s Singular Self," Mythlore: A Journal of J.R.R. Tolkien, C.S. Lewis, Charles Williams, and Mythopoeic Literature: Vol. 40: No. 1, Article 13. Available at: https://dc.swosu.edu/mythlore/vol40/iss1/13

 

[12] Emanuel, Tom. "'It is 'about' nothing but itself': Tolkienian Theology Beyond the Domination of the Author." Mythlore, vol. 42, no. 1, #143, 2024. Avaliable at:

https://dc.swosu.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=3193&context=mythlore.

 

[13] Reid, Robin A. (2022) "A Queer Atheist Feminist Autist Responds to Donald Williams's "Keystone or Cornerstone? A Rejoinder to Verlyn Flieger on the Alleged 'Conflicting Sides' of Tolkien's Singular Self"," Mythlore: A Journal of J.R.R. Tolkien, C.S. Lewis, Charles Williams, and Mythopoeic Literature: Vol. 40: No. 2, Article 14. Available at:

https://dc.swosu.edu/mythlore/vol40/iss2/14