Miniature tolkieniane: un anno in chiaroscuro

di Riccardo Moretti



Nel nostro appuntamento fisso su queste pagine si è spesso evidenziato quello che possiamo definire come un dualismo fra i produttori di miniature ispirate all’universo tolkieniano, che si è esplicitato in diversi aspetti, dalle scelte di marketing a quelle più strettamente legate alla vera e propria creazione dei figurini, ma mantenendo sempre Games Workshop e Mithril su posizioni diverse e molto spesso antitetiche.

Anche nell’anno che volge ormai al termine mentre scrivo queste righe, abbiamo assistito a due comportamenti diametralmente opposti: da un lato, Games Workshop ha mantenuto un sostanziale immobilismo, presentando magari qualche riedizione, ma senza miniature davvero nuove; dall’altro, Mithril è riuscita a dimostrare, se ancora ve ne fosse necessità o qualcuno nutrisse dei dubbi, che l’intero corpus letterario di J.R.R. Tolkien è una fonte pressoché inesauribile di ispirazione.

Si è rivelata ancora una volta vincente l’idea della “Fellowship”, con i suoi appassionati adepti sempre pronti a suggerire nuovi personaggi, che Chris Tubb e soci trasformano da par loro in miniature di altissima qualità.

È questo il caso, entrando nel dettaglio, di “Théodred at the Isen ford” (MZ713). Il figlio di Théoden è citato solo marginalmente nel Signore degli Anelli, ma nei Racconti Incompiuti troviamo un intero capitolo dedicato alle battaglie dei guadi dell’Isen, e la piccola scenetta è una splendida rappresentazione tridimensionale di un momento di quei tragici eventi:

“…Grimbold, rimasto sulla riva occidentale, veniva attaccato dalle forze di Saruman in azione da quella parte dell’Isen. Volgendo lo sguardo a est, sgomento per il fragore della battaglia e per le orrende grida di vittoria lanciate dagli Orchi, vide gli armati d’ascia respingere gli uomini di Théodred dai margini dell’isolotto verso la bassa prominenza al suo centro, e udì la voce possente di Théodred levarsi a gridare: «A me, Eorlingas!». Subito Grimbold, presi con sé i pochi uomini che aveva vicini, si precipitò all’isolotto, e tanta fu la furia con cui si avventò alle spalle degli attaccanti che, da quell’uomo di grande forza e statura che era, riuscì ad aprirsi un varco raggiungendo con due altri Théodred intento a difendersi sulla prominenza. Ma era troppo tardi. Proprio mentre gli arrivava vicino Théodred cadde, abbattuto da un grande uomo-orco.”

Anche “Boromir at Osgiliath” (MZ715) fa parte di quel novero di miniature che tratteggiano personaggi in momenti di particolare drammaticità, nel caso specifico la difesa della vecchia città di Gondor, diventata un avamposto sotto attacco delle forze di Mordor ben prima della grande battaglia dei campi del Pelennor:

«A casa rientrarono ben pochi degli uomini che avevano combattuto ad est, distruggendo l’ultimo ponte che ancora reggeva tra le rovine di Osgiliath.

«Io facevo parte di coloro che difendevano il ponte, finché non fu fatto crollare dietro di noi. Quattro soltanto si salvarono a nuoto: mio fratello, io e altri due. Ma noi continuiamo a combattere, presidiando tutta la riva occidentale dell’Anduin; e coloro che sono al riparo alle nostre spalle lodano il nostro nome ogni volta che lo sentono pronunciare: molti elogi e poco aiuto…

Si passa ad un episodio de Lo Hobbit, che ha come ambientazione Bosco Atro, con “Bilbo Baggins and Mirkwood spider attacking” (MZ692), un’altra piccola vignetta dotata di una certa “espressività”:

Colpì quell’essere con le mani – il ragno stava cercando di avvelenarlo per tenerlo quieto, come fanno i ragni più piccoli con le mosche – finché non si ricordò della spada e la sguainò. Allora il ragno fece un salto indietro, ed egli fece in tempo a tagliare i legami intorno alle gambe. Dopo di che fu il suo turno di attaccare. Evidentemente, il ragno non era abituato a cose che portavano al fianco pungiglioni come quello, o si sarebbe affrettato ad andarsene. Ma Bilbo lo attaccò prima che potesse sparire, e gli immerse la spada negli occhi.

I membri della “Mithril Fellowship” non mancano di suggerire a volte la realizzazione di miniature raffiguranti personaggi generici, come il “Northmen Prince” (MZ712) e la “Lady of the Northmen” (MZ711).

Nei Racconti Incompiuti leggiamo che gli Uomini del Nord “un tempo erano stati una numerosa e potente confederazione di popoli che occupava le ampie pianure tra Bosco Atro e il Fiume Flutti, grandi allevatori di destrieri e cavalieri rinomati per abilità e resistenza…

Codesti Uomini del Nord erano discendenti della stessa razza di Uomini che nella Prima Età si erano trasferiti nella parte occidentale della Terra-di-mezzo ed erano stati alleati degli Eldar nelle loro guerre con Morgoth. Erano dunque lontanissimi parenti dei Dúnedain o Númenórean, e tra loro e il popolo di Gondor grande era l’amicizia.

Entrambe le figure sono in arcione, e mi pare particolarmente riuscita la scenetta della Lady e del suo accompagnatore.

Anche la tradizionale Christmas Miniature del 2023 raffigura un personaggio generico, e cioè un “Woodmen Village Headman”: il capo villaggio dei boscaioli indossa una lunga sopravveste ed un cappello bordati di pelliccia e regge fieramente un gigantesco bastone dal manico curvo, il tutto nella consueta raffinata alta qualità che va riconosciuta a tutti i figurini Mithril degli ultimi anni.